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Autore: Gabriele Focosi
Data:  
Oggetto: [Forumlucca] Italia: Amnesty International chiede al governo di assicurare l'accesso alle procedure di asilo a coloro che necessitano di protezione
COMUNICATO STAMPA
CS136-2004

ITALIA: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE AL GOVERNO DI ASSICURARE L'ACCESSO
ALLE PROCEDURE DI ASILO A COLORO CHE NECESSITANO DI PROTEZIONE

Le notizie di aerei che trasportano centinaia di persone di origine
africana e mediorientale da
Lampedusa verso la Libia suscitano importanti domande sulla determinazione
del governo italiano di
affrontare le sfide dell'immigrazione senza tener conto del costo in
termini di diritti umani.

Amnesty International e' da tempo preoccupata per la mancanza di una
legislazione adeguata ed
esauriente in materia di asilo in Italia. Nonostante le recenti
assicurazioni del ministro
dell'Interno sulla legalita' di quanto avvenuto, Amnesty International si
e' detta profondamente
turbata dall'apparente velocita' con cui, nei giorni scorsi, centinaia di
persone sono state
deportate da Lampedusa e dalla mancanza di trasparenza in queste
procedure. L'organizzazione teme
che l'operato del governo italiano rischi di compromettere gravemente il
diritto fondamentale di
chiedere e ricevere asilo e il principio del non respingimento, che
proibisce il ritorno forzato di
una persona in un territorio dove potrebbe rischiare di subire gravi
violazioni dei diritti umani.

Amnesty International ha chiesto al governo italiano di porre fine a
queste operazioni**. e'
indispensabile che il governo assicuri che tutti i richiedenti asilo
abbiano accesso a una
procedura equa e soddisfacente. Nel caso in cui il numero degli arrivi
superi la capacita' di
accoglienza e di esame individuale, Amnesty International fa notare che
l'Italia ha la possibilita'
di chiedere assistenza alla comunita' internazionale, sulla base del
principio della condivisione
degli oneri e delle responsabilita', tenendo presente che anche in questo
caso l'Italia avrebbe il
dovere di ammettere i richiedenti asilo e i rifugiati nel suo territorio,
senza discriminazione.

Le garanzie fondamentali, come una adeguata assistenza legale, un valido
interpretariato e
l'opportunita' di contattare l'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati
(Acnur) e le
organizzazioni non governative, rappresentano premesse essenziali per il
rispetto, da parte
italiana, degli obblighi del diritto internazionale dei diritti umani e
dei rifugiati nonche' del
principio di non respingimento. Amnesty International raccomanda al
governo italiano di consentire
all'Acnur il tempestivo accesso a tutte le persone che rischiano la
deportazione, in modo da
assicurare che chi ha bisogno di protezione la ottenga. Inoltre, Amnesty
International sollecita
l'Italia ad applicare il principio della trasparenza, consentire un esame
indipendente delle sue
azioni e dialogare con l'Acnur e le organizzazioni non governative.

Un recente rapporto di Amnesty International ('Libia: e' tempo di rendere
i diritti umani una
realta'') ha evidenziato gravi preoccupazioni per la situazione dei
diritti umani nel paese
nordafricano, che deve ancora firmare la Convenzione delle Nazioni Unite
sullo status di rifugiato
del 1951. Amnesty International teme che alcune delle persone respinte da
Lampedusa possano, una
volta in Libia, rischiare un ulteriore respingimento verso paesi dove
potranno andare incontro a
torture o trattamenti crudeli, inumani e degradanti. Nonostante abbia
sottoscritto la Convenzione
sui rifugiati dell'Organizzazione dell'unita' africana, e sia dunque
obbligata a non respingere
alcuna persona in un paese dove rischi di subire violazioni dei diritti
umani, negli ultimi mesi la
Libia ha violato i propri obblighi, come quando - in due casi distinti,
avvenuti a luglio ed agosto
- ha deportato cittadini eritrei nel loro paese di origine; molti di essi
si ritiene siano ora
detenuti in isolamento in carceri segrete e in condizioni di prigionia
assai dure.

Amnesty International riconosce che la Libia ha il legittimo diritto di
controllare le frontiere
del proprio territorio. Tuttavia, le autorita' di Tripoli violano
regolarmente le garanzie
nazionali e gli standard internazionali in materia di arresto, detenzione
e processo, con pesanti
conseguenze sulle vite di centinaia di reali o possibili oppositori
politici come su quelle di
migranti e possibili richiedenti asilo. Amnesty International teme che le
persone espulse da
Lampedusa e che si trovano ora in Libia, cittadini libici o stranieri che
siano, possano essere
arrestate per reati come ingresso illegale nel / uscita illegale dal
territorio libico e subire
maltrattamenti nel corso della detenzione.

Amnesty International sollecita il governo libico a permettere all'Acnur
di incontrare le persone
espulse dall'Italia in modo che i funzionari di questo organismo possano
verificare le loro
condizioni e denunciare ogni violazione dei loro diritti fondamentali, tra
cui il diritto di
cercare e ricevere asilo in Libia, se questa sara' la loro intenzione.


**
La Sezione Italiana di Amnesty International ha sollecitato il ministro
degli Interni, on. Giuseppe
Pisanu, a interrompere le espulsioni di cittadini stranieri dal territorio
italiano verso la Libia.
Nella lettera, Amnesty Italia ha chiesto 'maggiori e dettagliate
informazioni sulle procedure
attuate e sul rispetto delle norme nazionali e internazionali, secondo cui
ogni richiedente asilo
ha diritto all'assistenza legale, a un interpretariato competente e ad
entrare in contatto con
l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e con le
organizzazioni non governative'.
In attesa di tali informazioni, Amnesty International ritiene che il
governo italiano debba
interrompere immediatamente le espulsioni in corso e rispettare gli
standard minimi garantiti dal
Sistema comune europeo di asilo e dal principio irrinunciabile del non
refoulement (non
respingimento).

L'organizzazione per i diritti umani ha anche scritto all'ing. Giancarlo
Cimoli, amministratore
delegato di Alitalia, manifestando la propria preoccupazione per le
notizie secondo le quali almeno
un MD-80 sarebbe stato utilizzato nei giorni scorsi per respingere alla
frontiera verso la Libia un
gruppo di cittadini stranieri, giunti sul territorio di Lampedusa. Nella
lettera all'ing. Cimoli,
Amnesty International chiede se siano state richieste garanzie al governo
italiano sulla
conformita' del servizio fornito da Alitalia rispetto alle norme
internazionali sul non
refoulement. In assenza di tali garanzie, 'riteniamo opportuna - conclude
la lettera - la
sospensione della collaborazione con il governo nell'esecuzione di
espulsioni collettive di
cittadini stranieri'.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 7 ottobre 2004

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