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Szerző: osservatorionorazzis@tiscali.it
Dátum:  
Tárgy: [RSF] "Mariella Di Stefano" <med.nat-omeo@lunet.it>, "Rosa Delera" <rosa.ab@libero.it>, "Stefano Chiarini" <schiarin@libero.it>, "Silvano Ceccoli" <sil_cec@yahoo.it>, "Emanuela Caldera" <emanue

Durante la seconda udienza del processo d'appello contro Nabil Ben Attia
che si è tenuta martedì 28 settembre quello che è stato celebrato dai mass
media come "pentito italiano di al Qaeda" non è stato ascoltato, come invece
avrebbe voluto il pm.
Il giudice ha voluto invece sentire prima le arringhe di entrambe le parti
e si è riservato di decidere durante la prossima udienza, domani giovedi
7 ottobre, se ritenere che il processo sia concluso o invece continuare
con la testimonianza del collaboratore di giustizia.

Ma ciò che veramente sfugge ad ogni logica di giustezza, di rispetto della
vita umana, e di qualunque variante dei concetto di diritto, liberta, uguaglianza
e persino decenza è che anche se giovedì fosse assolto e scarcerato Nabil
rischia di essere caricato direttamente su un cellulare e immediatamente
espulso in Tunisia come già successo ad altri prima di lui, E questo benché
sia sposato con un?italiana e abbia figli italiani.

invitiamo a non lasciarli soli a portare solidarietà, non solo virtuale,
a Nabil Ben Attia e a tutti gli arabi, gli islamici e i non italiani contro
i quali lo stato italiano sta scatenando una feroce campagna di odio razziale
e repressione di chiaro stampo neo-nazista e che stanno pesantemente subendo
la repressione nelle galere italiane, nei cpt, con persecuzione quotidiana
e con espulsioni ed estradizioni.


Rifiutiamoci di avvallare le politiche razziste dello stato italiano e degli
stati uniti d?america.


si allega una lettera aperta scritta da NABIL BEN ATTIA e indirizzata al
P.M. Dambruoso

Lettera aperta al P.M. Dambruoso

Illustre Signor Pubblico Ministero, scrivo questa lettera per comunicarLe
quanto non ho avuto tempo o modo di dire in aula chiedendoLe di leggerla
come una lettera privata tra due uomini e comincio dallo sguardo soddisfatto,
da vincitore che mi ha rivolto il giorno della sentenza al mio ingresso
in aula.
Avevo già avuto modo di capire che lei è potente, ma quel giorno mi sono
convinto che lei è potentissimo: conoscere l?esito di un processo in anticipo
è lusso concesso a pochi. Così come ho notato che, quando i giudici entravano
in aula, lei non si è mai alzato in piedi per rispetto alla corte, cosa
che noi abbiamo sempre fatto, pur essendo sconsigliata dalla nostra Religione.
mentre lei lo ha fatto solo il giorno della sentenza? forse per rispetto
delle tante telecamere presenti per la prima volta in aula.
Signor P.M., ogni volta che ha fatto opposizione, durante il dibattimento,
essa è stata accolta, mentre quelle presentate dai nostri difensori sono
state sistematicamente respinte. 
Mi permetto di ricordarLe, come lei abbia avuto a ridire per una udienza
rinviata causa di un serio e doloroso impedimento del mio Avvocato: un aborto
naturale, ed io ho visto la Signora lacrimare in aula per la sua insensibilità!
E non posso dimenticare come lei ci ha trascinati, per ben trenta udienze
con atti e traduzioni di intercettazioni telefoniche, risultati poi fasulli,
e per questo si è dovuto riprendere quasi daccapo il processo, mentre in
aula vedevo lei trascorrere il tempo continuando ricevere telefonate!
Ma quello che è più sconcertante di conoscere in anticipo l?esito della
sentenza, è, posso anche pensare che lei abbia avuto una grande influenza
sulla formazione della stessa.
Signor P.M., è disgustoso il fatto che lei fosse contento e soddisfatto
sapendo di aver fatto condannare un innocente, dove è l?interesse per la
verità?  Secondo il codice penale il suo ruolo sarebbe quello di fare emergere
la verità, non quello di perseguire sempre e comunque una condanna!
Signor P.M. , le ricordo che la mia storia inizia a metà del 2001 quando
la comunità islamica di Milano e Lombardia mi incarica di formare un comitato
a sostegno di alcuni fratelli musulmani arrestati all?inizio dell?anno,
per gestire i rapporti con avvocati e stampa, e, cosa non meno importante,
sostenere moralmente religiosamente ed economicamente i ragazzi arrestati.
Come lei ben sa ho svolto un incarico ufficiale di traduttore per conto
degli avvocati Maris e Nebbuloni , come le ha confermato un documento dello
stesso avv. Maris. 
Signor P.M. , posso solo presumere di aver  svolto efficacemente il mio
compito, ho sicuramente infastidito Lei ed i suoi collaboratori: numerosi
comunicati stampa del comitato denunciavano ingiustizie, violenze, pressioni,
minacce e falsificazioni a danno dei Mussulmani arrestati e per tali comunicati
sono stato a mia volta importunato e minacciato.
Sig P.M., lei è ben consapevole che quella mia azione non era in violazione
ad alcuna legge, ma rientrava semplicemente nel gioco democratico svolgendosi
in un paese liberale, o così almeno mi illudevo? nel quale nessuno dovrebbe
essere arrestato tentando così di metterlo a tacere: ho sempre agito nel
totale rispetto delle regole di questo paese che ha la presunzione di garantire
la libertà di pensiero e di parola, di un paese che ha nel suo DNA la solidarietà,
nel quale sono attive  molte associazioni per il sostegno e la difesa dei
detenuti! Però quando determinati diritti debbono essere tutelati nei confronti
dei Musulmani le regole scompaiono o quantomeno sono applicate con concetti
diversi.
Signor P.M., il mio arresto nel novembre 2001 è una forzatura, la convalida
dell?arresto una leggerezza e quanto subito sino ad oggi, compresa la sentenza,
è un?autentica, vergognosa persecuzione unicamente per il mio credo religioso,
perché di questi tempi essere Musulmano o appartenere ad una Comunità Islamica
è una colpa.
Signor P.M., in base all?art. 350 del C.P. le indagini da lei svolte dovevano
comprendere anche gli elementi a mio favore, e sono veramente parecchi ed
in suo possesso. Non mi aspettavo che lei li portasse in aula, ma mai avrei
creduto che lei arrivasse al punto di modificare il senso delle prove a
 sostegno della mia tesi difensiva, o che utilizzasse intercettazioni telefoniche
di altri  che parlavano di documenti falsi per introdurvi il mio nome, o
che mi attribuisse discorsi inesistenti o intercettazioni non mie? su questo
punto ricordo la sua testuale ammissione in aula: ?abbiamo avuto un po?
di fantasia?.
Signor P.M., proprio questa ammissione è stata eclatante nonché gravissima,
indice di un?intera costruzione di accuse basate su menzogne e ipotesi non
riscontrabili nei fatti. Ricucendomi un piccolo spazio personale, ribadisco
che nei miei confronti è stato ordito un feroce ed inammissibile ?complotto?,
questa falsa accusa di ?Associazione a delinquere? è motivatamente sterile,
indegna di un Paese che si atteggia a ?civile?.  ?Se?, sopravviverò a questa
gratuita condanna, appena mi sarà possibile, riserverò ai miei legali il
compito di ripristinare e di far evidenziare tutte le falsità e le contraffazioni
emerse durante il processo, così come lei sa altrettanto bene che ho le
carte in regola per agire in tal senso, poiché questo sta diventando per
me una ragione in più di vita. Ho atteso per precauzione il giudizio, su
consiglio dei miei Avvocati, senza trovare riscontro nei giudici, se la
prudenza e la convenienza mi inviterebbero a desistere, il disgusto per
l?ingiustizia subita è tale che mi induce a ribellarmi, ad esternare, oltre
alla mia riprovazione, quanto realmente accaduto.
Signor P.M., più di un anno è stato necessario per avere in aula la perizia
relativa alle intercettazioni telefoniche, perché tutti i periti nominati
dai giudici rinunciavano al mandato e non portano a termine l?incarico avvalendosi
delle scuse più banali, senza mai dichiararne la vera  causa. Alla fine,
l?ultimo di periti, blindato in tribunale, ci riuscì. Ora, analizzando questo
punto: chi poteva trarre vantaggio dalla mancanza della perizia? Certamente
non noi, perché proprio questa perizia smentisce gli inquirenti, evidenzia
forzature ed illogicità, quando non addirittura falsificazioni della documentazione
da lei presentata! Questa perizia conferma quanto abbiamo sempre dichiarato
ed invece? si è sostenuto che avremmo minacciato noi i periti incaricati!!
Signor P.M., uno dei periti che allora rinunciò, la Dottoressa Saliha Ould
Abdessalam, tramite il proprio legale Avv. Massimo Fabio De Pascali, scrive
al tribunale dichiarando di essere una cittadina straniera che viene a trovarsi
in un procedimento penale istruito da una procura dello stato che la vede
ospite. Mi chiedo: ?cosa spinge un perito a parlarci del suo stato civile
e sociale, a specificare di essere una cittadina straniera ospitata in questo
Paese??, è il terrore di svolgere un incarico in altri tempi o contesti
normalissimo, e prosegue il perito: ? per quanto sopra esposto, con espressa
richiesta all?intestato Tribunale di acquisizione e valutazione degli elaborati
dalla scrivente nel procedimento n 4854/ 02, da confrontarsi eventualmente
con quelli eseguiti dal consulente che è intervenuto nell?adempimento dopo
la mia rinuncia, al fine di accertare la fedeltà dell?opera svolta? . Parole
che mostrano inequivocabilmente come la Dottoressa Saliha Ould Abdessalem
senta la necessità di cautelarsi nei confronti dell?autorità giudiziaria.
Signor P.M., mi permetto di ricordarLe che il lavoro  non concluso di questa
consulente era identico a quello che il tribunale ebbe da un altro perito
e che contrastava le sue affermazioni!
 È chiaro, senza ombra di dubbio che non erano certo gli imputati di questo
processo ad aver interesse a che queste traduzioni non arrivassero in aula.
Traduzioni per le quali lei ha testualmente così recitato: ? abbiamo avuto
un po? di fantasia?.
Signor P.M., non ci sono prove di un mio coinvolgimento nelle accuse che
mi vedono imputato e condannato, e lei lo sa, in caso contrario come spiegherebbe
le ripetute offerte di patteggiamento fattemi pervenire tramite i miei legali?
Se avessi voluto essere scarcerato in fretta avrei accettato da tempo il
patteggiamento propostomi. 
Signor P.M., come ho più volte affermato, non intendo essere in alcun modo
coinvolto in vicende che non mi appartengono.          Ho famiglia, dei
figli, tutti abbiamo subito, e subiamo discriminazione e discredito a causa
del processo, ed io non voglio rientrare in famiglia con una condanna, anche
se minima, per accuse alle quali sono assolutamente estraneo. Il mio processo
ha sicuramente risentito del generale clima di sospetto e tensione originato
dagli attentati dell?11 settembre: sono Musulmano, mi sforzo di rispettare
rigorosamente i dettami del Santo corano, ma questo non fa di me un terrorista,
né un viceterrorista! Non lo sono e non mi sento tale, mai ho intrapreso
le tipiche azioni del terrorista: tutta questa vicenda ha gravemente compromesso
la tranquillità della mia famiglia e questo per agitare ulteriormente lo
spauracchio del ?pericolo Islamico?
Signor P.M., in ogni ambiente esiste il buono ed il cattivo, chi si fa interprete
di ideologie con secondi fini, non tutti siamo uguali, non tutti assumiamo
comportamenti aggressivi. Se esistono colpe di alcuni perché scaricarle
su un?intera Comunità?
Signor P.M., la Corte Europea di Strasburgo, recentemente e a tutela delle
varie etnie, minoranze ed appartenenze religiose in tema di atti terroristici
ha affermato il principio che l?essere di religione islamica o l?appartenere
ad una Comunità Islamica non significa a priori essere un probabile terrorista
e ciò non va preso a fondamento come unico e verosimile motivo di appartenenza
a un?entità con finalità terroristica: le colpe, semmai ve ne fossero, vanno
cercate a livello personale.
Signor P.M., la Comunità Islamica di milano e lombardia è stata ripetutamente
importunata , infastidita ed aggredita: lei ha violato i diritti di famiglie
musulmane residenti nel Nord Italia con continui assalti, perquisizioni
dure con mostra di muscoli ed agenti incappucciati che entrano nelle case,
armi in pugno, buttando a terra gli uomini, ci sino donne e bambini finiti
in ospedale? gli stessi miei bambini se bussano in maniera insolita, si
buttano sotto il letto per nascondersi, altri non sorridono più per lo shock
subito nel vedere le ?teste di cuoio? che maltrattano i genitori, ho saputo
di donne che hanno interrotto la gravidanza prematuramente per lo spavento!
Un?intera Comunità terrorizzata, che non può presentare denuncia per paura
di ritorsioni, e non solo qui in Italia, ma anche nei paesi d?origine? e
tutto questo viene da lei giustificato con le informazioni di una fonte
confidenziale che indicherebbe la presenza di armi, esplosivi ed aggressivi
chimici che poi non sono mai stati rinvenuti!
Signor P.M.,  con molto orgoglio lei ha dichiarato dopo la sentenza: ?è
stato riconosciuto, provato, un reato associativo difficile da dimostrare?.
 E ci credo, perché apparteniamo tutti alla stessa comunità religiosa, ci
conosciamo tutti per precisi e specifici motivi di culto, e preghiera e
di fratellanza nell?Islam. La risposta della comunità europea è chiara e
questa sentenza è stata definita ?suicida? perché svelerebbe nella motivazione
la debolezza di un argomento, o peggio, un errore di diritto che potrebbe
portare ad un annullamento in appello od in cassazione.
Signor P.M., non rientra nelle torture arrestare e tenere segregate, con
la scusa della prevenzione, delle persone straniere con l?aggravante di
essere musulmani, nelle carceri per tempi lunghissimi? Presentare delle
cosiddette ?prove? confezionate ad arte se non inventate e manipolate senza
alcun riscontro, non vuole essere considerato ?abuso di potere? o meglio
? calpestazione di ogni diritto umano? con preoccupanti analogie con il
passato ?nazismo?? ( La storia proprio non insegna nulla?) e l?altro ?becero
pensiero? ( che potrebbe diventare presto un triste realtà) non è quello
di voler ?consegnare? tutti i detenuti musulmani violando tutti gli accordi
internazionali e , aggiungo io ?leggi umane?, alle autorità politiche dei
loro Paesi d?origine, ( spesso a regime dittatoriale) con la ?puerile scusa?
dell?allarme sociale ( preghiere nelle varie moschee?)
Signor P.M., Vergogna e Anatema! Quale disegno politico si ?cela? dietro
questa persecuzione? Chi trae o? trarrà vantaggi economici e politici da
questa immonda ?guerra non dichiarata? ? ma Amnesty international, la croce
rossa internazionale, e tutte le altre associazioni Umanitarie, secondo
voi, sono associazioni legali o sono dei clubs di ?annoiati? che si dedicano
a fornire ?dati falsi? alle agenzie di informazione internazionale? ? Se?
hanno fatto dichiarazioni nelle quali veniva evidenziata l?inopportunità
di rimandare nei Paesi d?origine i perseguitati politici o i dissenzienti,
in quanto il ?trattamento? previsto al loro rientro era il ?patibolo? o
in alternativa (umanitaria) una bella serie di torture fisiche che al confronto
quelle recentemente effettuate dagli imperialisti americani nelle prigioni
irachene sono manifestazioni d?affetto. 
Signor P.M., so del libro che lei ha scritto insieme al suo amico il grande
 farneticatore Guido Olimpio ?Bagdad Milano?, non dimentichi di scrivere
anche un libro sulle vicende processuali milanesi ed a tal proposito le
suggerirei un titolo appropriato ?le fantasie di un magistrato?. Il tutto
estratto, per sua stessa ammissione, dal suo discorso in aula, dove per
l?appunto così lei stesso ha recitato ?abbiamo avuto un po? di fantasia?!
Le auguro un grande successo editoriale nella sua nuova veste di scrittore
di successo!
Signor P.M., grazie ad Allah (SWT) so che carriera e fama si ottengono e
si perdono in un battito di ciglio specialmente quando sono ottenuti con
imbroglio e manipolazioni e questo vale per tutti, credenti e non, e tanto
mi basta. Non cesserò comunque di battermi per avere giustizia! Dio dice
nel Sublime Corano: ?Allah non ama che venga conclamato il male, eccetto
da parte di colui che l?ha subito. Allah tutto ascolta e conosce? (Corano
4,148).
Signor P.M., innanzitutto confido nell?onnipotente e nel suo aiuto.  E spero
in una corte d?appello veramente di parte, con potere decisionale autonomo
che vada a fondo di tutte le ?stranezze? e irregolarità del mio processo
e che sovverta un verdetto ingiusto che ha visto comminare pene eccessivamente
severe per me ed i miei coimputati.
Benattia Nabil una vittima della sua sporca guerra preventiva contro i mussulmani



giovedì 7 ottobre alle ore 9 Nabil subirà il processo d?appello nel tribunale
di Milano. Fa sapere che gli farebbe piacere se fossero presenti in aula
tutti\e coloro che non tollerano il razzismo scatenato nei confronti degli
arabi e dei mussulmani, funzionale soprattutto a giustificare un?assurda
guerra imperialista in Iraq e nei paesi arabi e quanti vorrebbero un mondo
più equo.
Ci chiede inoltre di ringraziare sua moglie, Anna Conte, per: ?il suo coraggio
e il modo egregio con il quale ha lottato fin dal mio arresto, malgrado
la sua solitudine attuale e la paura per i suoi tre bambini.?


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