[Forumlucca] Pena di morte nell'ex URSS: la situazione

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Autore: Gabriele Focosi
Data:  
Oggetto: [Forumlucca] Pena di morte nell'ex URSS: la situazione
COMUNICATO STAMPA
CS134-2004

PENA DI MORTE NELL'EX URSS: LA SITUAZIONE

'Non sapere dove sia sepolto Dmitry e' una delle cose peggiori. Se lo
sapessi, almeno avrei un posto dove andare a piangere e dove potergli
parlare.' (Tamara Chikunova, madre di un ragazzo messo a morte in
Uzbekistan nel 2000)

'Ci trattano non come esseri umani, ma come bestiame, come insetti.'
(Zhasur Madrakhimov, testo fatto uscire clandestinamente da una prigione
dell'Uzbekistan, pochi giorni prima che venisse messo a morte)

Bielorussia e Uzbekistan sono gli ultimi paesi dell'ex Unione Sovietica a
praticare ancora la pena di morte e costituiscono l'ostacolo finale da
superare per rendere l'Europa e l'Asia centrale una 'zona libera dalla
pena di morte'. Lo ha dichiarato oggi Amnesty International, lanciando un
rapporto dal titolo 'Bielorussia e Uzbekistan: gli ultimi carnefici. Verso
l'abolizione della pena di morte nell'ex spazio sovietico'.

'Il sistema penale in entrambi i paesi e' precario e tale da favorire
errori giudiziari. Le condanne a morte vengono emesse al termine di
processi iniqui, spesso sulla base di 'confessioni' estorte con
maltrattamenti e torture. Ne' i prigionieri nel braccio della morte, ne' i
loro parenti vengono informati sulla data di esecuzione, vedendosi privati
in questo modo della possibilita' di un ultimo saluto. I luoghi di
sepoltura sono segreti' ? ha spiegato Karen Hooper, responsabile del
Coordinamento pena di morte della Sezione Italiana di Amnesty
International.

L'organizzazione per i diritti umani ritiene che la segretezza delle
procedure riguardanti la pena capitale e le condizioni dei bracci della
morte procurino immense sofferenze: i condannati a morte vengono spesso
picchiati dal personale delle prigioni e sono rinchiusi in celle anguste,
con pochi e sorvegliati contatti col mondo esterno.

Amnesty International si oppone senza riserve alla pena di morte in ogni
parte del mondo. 'E' la forma piu' estrema di negazione dei diritti umani,
la piu' estrema delle pene crudeli, inumane e degradanti che lo Stato
possa emettere in nome della giustizia' ? ha dichiarato Hooper. 'Fino a
quando restera' in vigore, il rischio di mandare a morte persone innocenti
non potra' essere evitato. Inoltre, e' provato che la pena di morte non
rappresenta una misura preventiva efficace'.

Nel 2001 il presidente dell'Uzbekistan, Islam Karimov, ha affermato che
ogni anno il suo paese eseguiva circa 100 condanne a morte. Attivisti
locali per i diritti umani stimano che il dato sfiori le 200 esecuzioni.
Negli ultimi anni, almeno 14 esecuzioni hanno avuto luogo nonostante
l'intervento del Comitato delle Nazioni Unite sui diritti umani.

Il numero delle condanne a morte in Bielorussia pare essere in diminuzione
a partire dal 1999. Quell'anno sono state emesse 13 condanne, mentre dal
2000 al 2003 ne sarebbero state comminate tra 4 e 7 all'anno.

Il numero esatto delle condanne a morte eseguite e dei prigionieri nel
braccio della morte dei due paesi non e' noto, poiche' ne' la Bielorussia
ne' l'Uzbekistan pubblicano dati circostanziati, contravvenendo agli
obblighi assunti nell'ambito dell'Organizzazione per la sicurezza e la
cooperazione in Europa.

Amnesty International chiede ai governi di Bielorussia e Uzbekistan di
introdurre, in primo luogo, una moratoria sulle condanne a morte e le
esecuzioni; migliorare le condizioni dei bracci della morte, adeguandole
agli standard internazionali; commutare tutte le condanne a morte in
corso; abolire completamente la pena di morte.

Ulteriori informazioni

Il rapporto di Amnesty International esamina la situazione della pena di
morte anche in altri paesi e territori dell'ex Unione Sovietica.

Dopo il collasso dell'Urss nel 1991, tutti i nuovi Stati indipendenti
mantennero la pena di morte. In seguito, tuttavia, nove paesi l'hanno
abolita (Armenia, Azerbaigian, Estonia, Georgia, Lettonia, Lituania,
Moldova, Turkmenistan e Ucraina) e quattro paesi hanno introdotto
moratorie (Federazione Russa, Kazakstan, Kyrgyzstan e Tagikistan).

L'abbandono della pena di morte e' una delle condizioni fondamentali per
l'adesione al Consiglio d'Europa. La Russia e' l'unico paese membro di
questo organismo a non aver ancora abolito la pena di morte, pur avendo
promesso di farlo entro tre anni nel 1996, anno dell'adesione al Consiglio
d'Europa.

L'Abkhazia, la Repubblica moldava del Dnestr, il Nagorno-Karabakh e
l'Ossezia del Sud ? regioni non riconosciute a livello internazionale ?
non hanno abolito la pena di morte.

Molti paesi dell'area ex sovietica hanno espulso persone verso paesi dove
sono state condannate a morte, spesso al termine di processi iniqui
accompagnati da torture. Ad esempio, la Federazione Russa ha espulso
persone, poi condannate a morte, in Tagikistan e Uzbekistan, violando in
tal modo i suoi obblighi in quanto paese membro del Consiglio d'Europa.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 4 ottobre 2004

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