[NuovoLaboratorio] Luglio 2001, Genova non dimentica

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Szerző: antonio bruno
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Tárgy: [NuovoLaboratorio] Luglio 2001, Genova non dimentica
liberazione

In questi giorni libri, concerti, incontri e convegni. Per sostenere il
Genoa Legal Forum

Luglio 2001, Genova non dimentica

«I segni, anche quando scomparsi dalle ossa, dalla carne, dalla pelle,
ciascuno se li porta dentro, nella paura per le ombre, nell'ossessione dei
rumori, nel turbamento dei sogni, negli incubi delle notti insonni». E'
l'eredità di Genova del luglio 2001 nelle parole di Giuliano Giuliani, una
esperienza che non si dimentica, che a distanza di anni resta indelebile
nella mente e nell'inconscio di quanti nella città blindata del G8,
sprofondata in un'atmosfera cilena col potere armato di manganello, gas al
peperoncino e scudi, furono travolti dai pestaggi della Diaz, dalle torture
nel lager di Bolzaneto. Ferite ancora aperte che solo una vera giustizia
potrà in parte rimarginare. Ma la verità su cosa accadde in quei giorni, su
chi furono i veri responsabili della mattanza che tinse di sangue Genova
ancora non arriva. E più si assiste al tentativo dei poteri forti di
sottrarsi alle responsabilità attraverso assurdi depistaggi e accuse
infamanti, più cresce il desiderio di giustizia. E se ancora non è stato
raccolto l'appello di istituire una vera e propria Commissione d'inchiesta
parlamentare sui "fatti di Genova", le vicende dei tanti le cui esistenze
sono cambiate in quella città, in quei giorni, tornano ad incontrarsi
faccia a faccia nelle aule di giustizia. Una verità processuale che si va
via via delineando, giunta alla richiesta di rinvio a giudizio per i 28
poliziotti che fecero irruzione alle Diaz e verso l'udienza preliminare per
le sevizie di Bolzaneto.

I protagonisti schierati dalla parte dell'accusa non sono soli. Dietro di
loro, per un sostegno morale ma soprattutto per il sostegno economico
all'attività legale portata avanti dal team di avvocati del Genoa Legal
Forum, c'è tutto un movimento che si mobilita, si organizza per reperire
fondi attraverso libri, spettacoli, concerti. Tutto per riempire il vuoto
del silenzio mediatico calato su Genova, per dire «noi non dimentichiamo,
noi chiediamo la verità».


Le pagine di Bartesaghi e Poggi
In assemblee, incontri, conferenze alle università, la Genova del 2001
ritorna dalle pagine scritte, dolorosamente autobiografiche, di chi si
trovò suo malgrado protagonista, ritorna con lo spettacolo-inchiesta "Col
tuo sasso" sull'uccisione di Carlo Giuliani a piazza Alimonda, ritorna con
l'impegno di un gruppo musicale come la Bandabardò che ieri ha suonato al
centro sociale Terra di Nessuno di Genova per sostenere le spese del Genoa
Legal Forum. Non si stanca di chiedere l'istituzione di una Commissione
parlamentare d'inchiesta Enrica Bartesaghi, presidente del Comitato Verità
e Giustizia per Genova, autrice di "Genova: il posto sbagliato" (Edizioni
Nonluoghi 12 euro) presentato nei giorni scorsi in due incontri a Roma alla
libreria Feltrinelli e al centro congressi di via Salaria per la giornata
"Genova, per non dimenticare" alla Facoltà di Scienze della Comunicazione.
Il suo è il "Diario di una madre". Sua figlia, all'epoca ventenne, fu
desaparecida per tre giorni. Ebbe la sfortuna di trovarsi alla Diaz al
momento dell'irruzione. «Per Sara - scrive - fu l'inizio di un incubo: la
fuga verso i piani superiori della scuola, il tentativo di nascondersi in
bagno, l'arrivo degli agenti e la furia delle violenze, il passaggio in
ospedale e poi il trasferimento a Bolzaneto». Una cronaca scritta di getto
tra l'agosto e il settembre 2001 spinta da un bisogno di denunciare. «Sara
- dice la madre Enrica che è parte civile al processo per la Diaz - oggi in
qualche modo si sente sollevata dal fatto che sia io a portare avanti la
battaglia per avere giustizia dei soprusi da lei subiti». Schiettamente
autobiografico anche il libro "Io, l'infame di Bolzaneto" (Edizioni Yema)
che l'autore Marco Poggi ha presentato nelle stesse occasioni a Roma. «I
proventi del mio libro - dice - vanno al Sindacato degli Infermieri
Penitenziari». Quasi una necessità, dopo Genova. Un "mea culpa" sincero per
non aver avuto il coraggio di opporsi alle torture di Bolzaneto che lo
hanno portato oggi, dopo l'assoluzione dall'accusa di diffamazione, ad
essere uno dei testimoni chiave delle sevizie perpetrate ai danni degli
inermi ragazzi. «Ho visto un agente alzarsi dalla sua postazione alla
matricola - scrive - e andare a dare un calcio violentissimo alla gamba di
un altro detenuto che faceva il "cigno" contro il muro. Anche questo
succedeva senza alcuna giustificazione plausibile: lo hanno fatto solo per
il gusto di farlo».


Lo spettacolo inchiesta
Un'altra pagina nera dei "fatti di Genova" rivive nello
spettacolo-inchiesta "Col tuo sasso" di Riccardo Lestini andato in scena a
margine dell'incontro a Scienze della Comunicazione. «"Col tuo sasso" nasce
- spiega Lestini - per continuare a parlare di avvenimenti per nulla
conclusi. In un monologo di un'ora e mezzo cerco di ricostruire i fatti,
alla luce delle violazioni costituzionali, delle sospensioni dei diritti e
delle inchieste ancora aperte».


I siti internet
La giustizia negata è il filo rosso che unisce anche il coordinamento di
comitati e organizzazioni tutt'ora alla ricerca di verità che su Internet
hanno dato vita al sito-denuncia www. reti-invisibili. net. Si va da Walter
Rossi a Giuseppe Pinelli, da Dax alla strage di Ustica. «Troppo spesso i
colpevoli e i mandanti degli omicidi non sono stati individuati, e quando
individuati sono quasi sempre rimasti impuniti…» si legge sul sito. «Ci
unisce, pur nella diversità delle singoli associazioni - spiega Lucia Bruno
(sorella di Piero, rimasto ucciso nel 1975 a seguito degli scontri di
protesta contro l'aggressione dello Zaire all'Angola) che ne ha parlato
all'incontro a Scienze della comunicazione - il filo comune dell'impunità,
dell'ingiustizia, della mancanza di verità». Il coordinamento
reti-invisibili. net si batte anche per l'istituzione di una Giornata della
Memoria e per ottenere vere inchieste parlamentari. E il sostegno al Genoa
Legal Forum arriva anche in musica, dalla Bandabardò che ieri ha suonato in
concerto a Genova per sostenere le spese legali dei processi in corso
presentato il recente album "Tre passi avanti". «Il nostro appoggio - dice
il chitarrista Finaz - è totale. Non dobbiamo delegare. Ogni epoca ha la
sua forma di lotta. Oggi ognuno ha il dovere di scendere in piazza per
denunciare la stupidità umana».

Graziarosa Villani     
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"Eppure il vento soffia ancora...."

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antonio bruno FORUM AMBIENTALISTA MOVIMENTO ROSSO VERDE 339 3442011
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visitate il sito del Comitato Verita' e Giustizia per Genova
www.veritagiustizia.it su cui c'e' una rassegna stampa sull'argomento
Il Comitato Verità e Giustizia per Genova raccolgie fondi per la difesa
dichi e' rimasto vittima della violenza delle forze dell'ordine a Genova
nel luglio 2001.
ccp 34566992 ABI 07061 CAB 01400 intestato Comitato Verità e Giustizia per
Genova
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