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Author: Gabriele Focosi
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Subject: [Forumlucca] Le Ong europee denunciano: controlli deboli non riescono a impedire che l'Unione Europea venda armi a chi viola i diritti umani
COMUNICATO STAMPA
CS129-2004

LE ONG EUROPEE DENUNCIANO: CONTROLLI DEBOLI NON RIESCONO A IMPEDIRE CHE
L'UNIONE EUROPEA VENDA ARMI A CHI VIOLA I DIRITTI UMANI

Una coalizione di 55 Organizzazioni non governative (Ong) europee ha
segnalato oggi che i controlli dell'Unione Europea sulle armi non sono
abbastanza severi da evitare che queste i finiscano nelle mani sbagliate.
Le associazioni hanno denunciano l'esistenza di molte scappatoie nel
Codice di condotta dell'UE sui trasferimenti di armi, che deve essere
rafforzato immediatamente.

La richiesta arriva in occasione del lancio da parte delle Ong di un
rapporto intitolato 'Assumere il controllo: l'opportunita' di migliorare
il Codice di Condotta dell'Unione Europea sui trasferimenti di armi'.

'Il Codice dell'UE e' un primo passo, ma e' evidente che non sta
raggiungendo l'obiettivo di assicurare controlli responsabili sulle
esportazioni attraverso l'Europa. Gli stati dell'UE forniscono ancora armi
a paesi che violano i diritti umani e soffrono di instabilita' interna',
ha affermato Dick Oosting, direttore dell'Ufficio di Amnesty International
presso l'Unione Europea.

'L'UE ha buone intenzioni, ma il fatto e' che gli Stati membri continuano
ad esportare materiale per lai difesa quando non dovrebbero. Questo
rapporto spiega cosa e' necessario fare per prevenire questi abusi', ha
dichiarato Henry Smith di Saferworld.

Tra il 1994 e il 2001, l'UE ha esportato circa 20 miliardi di dollari di
armi verso paesi in via di sviluppo: approssimativamente un terzo di tutte
le armi consegnate a questi paesi. Una nuova ricerca condotta dalla
campagna Control Arms ha messo in evidenza un numero di casi recenti che
mostrano come i controlli sulle esportazioni di armi dell'UE vengano
aggirati consentendo alle armi e agli altri componenti europei di finire
nelle mani di chi viola i diritti umani. Questi casi includono:

- I motori tedeschi che aggirano l'embargo europeo verso la Cina e il
Myanmar/Birmania: il sistema di controllo sulle esportazioni del governo
tedesco non ha evitato che i motori diesel della Deutz AG fossero
incorporati nei veicoli blindati militari di paesi soggetti all'embargo
sulle armi dell'UE (come la Cina) o che hanno successivamente esportato i
veicoli verso una destinazione sotto embargo (come nel caso dell'Ucraina
verso il Myanmar/Birmania).

- I componenti UE montati su elicotteri nepalesi: l'India produce
elicotteri d'attacco in stretta cooperazione con la compagnia francese
Eurocopter. L'India ha esportato elicotteri in Nepal, nonostante questi
fossero usati contro la popolazione civili e gli oppositori da parte delle
forze di sicurezza nepalesi. Per questi elicotteri sono stati anche
forniti componenti o sottosistemi provenienti da altri paesi dell'UE.

- Trasferimento della produzione di armi militari di piccolo taglio
dall'Austria alla Malesia: il costruttore austriaco di armi da fuoco
Steyr-Mannlincher ha firmato un accordo con il governo della Malesia
perche' questo paese produca le sue armi militari. La Malesia ha in
programma massicce esportazioni di queste armi, che non sarebbero soggette
al Codice di condotta dell'UE.

Questi casi dimostrano come, nonostante l'adozione del Codice di Condotta
sui trasferimenti di armi nel 1998, i controlli sulle esportazioni
all'interno dell'UE presentino ancora molti elementi di debolezza e
scappatoie. La revisione del Codice attualmente in corso deve essere
completata sotto la Presidenza olandese dell'UE, ma secondo le Ong non
esiste la volonta' politica di apportare le modifiche necessarie per
ottenere realmente dei cambiamenti.

'Per troppo tempo il Codice di Condotta dell'UE non ha saputo impedire che
le armi andassero dove non era permesso. Questo nuovo studio mostra quanto
sia urgente, per l'UE, controllare il suo commercio di armi in modo
responsabile. Ogni anno assistiamo alla morte di centinaia di migliaia di
persone a causa delle armi. L'Europa dovrebbe essere un modello da seguire
per il resto del mondo', ha affermato Justin Forsyth, direttore dei
programmi di Oxfam.

Le Ong raccomandano un miglioramento del Codice, in modo tale da:

- Rafforzare i criteri: l'attuale formulazione ambigua dei criteri del
Codice permette un'ampia varieta' di interpretazioni da parte degli Stati
membri. Rendere piu' preciso il linguaggio aiuterebbe a impedire agli
Stati membri di autorizzare esportazioni in modo irresponsabile.
- Regolamentare le licenze di produzione oltremare (LPO): ogni accordo LPO
che coinvolga aziende dell'UE deve essere soggetto, nella sua interezza,
alle procedure di autorizzazione all'esportazione.
- Applicare il Codice ai componenti delle armi: il Codice deve essere
rigorosamente applicato all'esportazione sia di componenti e sottosistemi
sia di armi complete.
- Rafforzare gli embarghi di armi: occorre impedire che le armi e i
componenti provenienti dall'UE abbiano come ultima destinazione paesi
sotto embargo, sia direttamente che attraverso paesi terzi.
- Assicurare che tutti gli Stati membri dell'Ue pubblichino rapporti
annuali sulle esportazioni di armi: una migliore trasparenza sulle
decisioni adottate ridurrebbe la possibilita' di esportare in modo
irresponsabile. Per questo, tutti gli Stati membri dovrebbero produrre un
rapporto annuale pubblico.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 29 settembre 2004

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Amnesty International - Gruppo Italia 201 Lucca - www.amnesty.luccanet.com