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Auteur: Gabriele Focosi
Date:  
Sujet: [Forumlucca] Amnesty International e decine di altre organizzazioni chiedono di rafforzare la proposta di Convenzione europea contro la tratta di esseri umani
COMUNICATO STAMPA
CS126-2004

AMNESTY INTERNATIONAL E DECINE DI ALTRE ORGANIZZAZIONI CHIEDONO DI
RAFFORZARE LA PROPOSTA DI CONVENZIONE EUROPEA CONTRO LA TRATTA DI ESSERI
UMANI

Amnesty International e Anti-Slavery International sono tra le oltre
cinquanta organizzazioni non governative, europee e non, che chiedono ai
45 Stati membri del Consiglio d'Europa di rafforzare la protezione dei
diritti umani delle persone vittime di tratta. La richiesta arriva in
occasione della penultima riunione del CAHTEH, il Comitato ad hoc di
azione contro la tratta di esseri umani istituito dal Consiglio d'Europa
per redigere il testo di una Convenzione europea contro la tratta di
esseri umani.

Il numero delle persone che, all'interno del territorio del Consiglio
d'Europa, sono affette da questa contemporanea forma di schiavitu', e'
drammaticamente aumentato nell'ultimo decennio.

'La tratta di esseri umani e', di per se' stessa, una grave violazione dei
diritti umani, un'offesa alla dignita' e all'integrita' degli esseri
umani. Per le sue caratteristiche di coercizione, inganno e sfruttamento,
e' causa di una vasta gamma di abusi nei confronti delle donne. Cio'
nonostante, troppo spesso, le vittime della tratta sono considerate dalle
autorita' come immigrate clandestine e illegali e come criminali piuttosto
che come vittime di gravi abusi dei diritti umani. Cosi', vengono
rispedite rapidamente nei paesi di origine, dove in molti casi rischiano
di subire vendette o di cadere nuovamente nella rete dei trafficanti.
Questo atteggiamento vanifica gli sforzi per portare i responsabili della
tratta davanti alla giustizia' ha dichiarato Mary Cunneen, direttrice di
Anti-Slavery International.

'Gli Stati hanno la responsabilita', da soli o in cooperazione con altri,
non solo di prendere misure per impedire la tratta e perseguire i
trafficanti, ma anche di proteggere e rispettare i diritti umani delle
persone vittime di tratta' ha aggiunto Jili Heine, esperta legale di
Amnesty International, che è intervenuta oggi a Strasburgo durante i
lavori del CAHTEH.

Amnesty International e Anti-Slavery International hanno apprezzato
l'attenzione del Consiglio d'Europa per la tratta di esseri umani e, in
particolare, la decisione dei ministri degli Esteri del Consiglio dei
Ministri di incaricare il CAHTEH di redigere la bozza di un trattato
europeo che rafforzi la protezione dei diritti umani delle vittime di
tratta.

Avendo esaminato l'ultima bozza del trattato, tuttavia, le due
organizzazioni ritengono che nelle ultime sue due riunioni il CAHTEH
dovrebbe migliorare alcune parti del testo per rispettare il proprio
mandato, ovvero sviluppare 'un quadro ampio e coerente per la protezione e
l'assistenza delle persone vittime di tratta e dei testimoni'. Per fare
questo, occorre che gli Stati facciano un passo avanti rispetto alle
attuali norme previste negli standard internazionali e regionali e nelle
leggi nazionali.

Nella dichiarazione congiunta sottoscritta da oltre 50 organizzazioni non
governative che si occupano di tratta e delle questioni collegate, si
chiede al CAHTEH di garantire che il testo della Convenzione europea
contro la tratta identifichi questo fenomeno come una violazione dei
diritti umani e richieda agli Stati di garantire:
- l'immediata e accurata identificazione delle persone vittime di tratta,
da parte di personale addestrato e qualificato;
- che le persone vittime di tratta non siano arrestate, incriminate e
sottoposte a processo a causa dell'illegalita' del loro ingresso o della
loro residenza in un paese o del loro coinvolgimento in attivita' illegali
che sono conseguenza della loro condizione di persone vittime di tratta;
- la disponibilita' e l'accesso, per le persone vittime di tratta, a una
vasta serie di misure di assistenza, nonche' di servizi e forme di
protezione, che comprendano cure mediche e psicologiche, assistenza legale
e ospitalita' in condizioni di sicurezza, a seconda delle necessita' di
ogni persona;
- che ad ogni persona che si ritenga ragionevolmente sia vittima di tratta
sia garantito un periodo di almeno tre mesi di soggiorno nel paese (il
cosiddetto 'periodo di riflessione e recupero'), nel corso del quale la
vittima inizi a riprendersi, a sfuggire all'influenza dei trafficanti e a
trovare la capacita' di prendere una decisione consapevole sul proprio
futuro, anche mediante la cooperazione delle forze dell'ordine e in
condizioni di sicurezza;
- che al termine del 'periodo di riflessione e recupero', alle persone
vittime di tratta sia garantito un permesso di soggiorno di sei mesi
rinnovabile sulla base delle loro necessita' e della valutazione del
rischio, piuttosto che condizionato alla cooperazione delle persone
vittime di tratta con le forze dell'ordine;
- che nessuna persona vittima di tratta sia rinviata in un paese in
presenza di rischi per la sua vita e la sua salute, compreso il rischio di
essere nuovamente coinvolta nella rete dei trafficanti.

Se queste raccomandazioni verranno adottate, il trattato del Consiglio
d'Europa potra' colmare un vuoto importante, poiche' oggi non esiste alcun
trattato che sancisca in modo esauriente gli obblighi degli Stati di
proteggere e rispettare i diritti umani delle persone vittime di tratta.

Amnesty International e Anti-Slavery International chiedono inoltre a
tutti i governi dei 45 Stati membri del Consiglio d'Europa di svolgere
consultazioni sulla bozza di trattato con la societa' civile, in
particolare con le persone e gli organismi che lavorano insieme per
contrastare il fenomeno della tratta.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 28 settembre 2004

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