[Incontrotempo] la digos di Trento: arrestate i no global!

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Szerző: Fabiano Malesardi
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Tárgy: [Incontrotempo] la digos di Trento: arrestate i no global!


> Sulla stampa locale (Il Trentino) è comparsa oggi la notizia di
> un'indagine condotta dalla digos nei confronti dei compagni di
> Tanaliberatutti di Trento, condotta con pedinamenti, intercettazioni,
> raccolta di informazioni ... e sfociata poi nel rinvio a giudizio per 13
> compagni, con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla
> violenza privata e alla resistenza a pubblico uficiale, e, più ancora,
> la richiesta di applicare, nei confronti di quattro compagni considerati
> leader storici, misure di custodia cautelare perchè la loro attività
> politica è ritenuta tale da "pregiudicare la convivenza civile".
> Tra gli esiti di questo lavoro investigativo ci si accusa di tenere
> contatti con i Disobbedienti, di partecipare ad azioni di lotta, di
> "coinvolgimento e strumentalizzazione della stampa e dei mass-media
> locali" o di tenere stretti rapporti con il mondo universitario e
> studentesco trentino.
>
> Quello che segue è un primo comunicato del collettivo di
> tanaliberatutt@. Comunicheremo nei prossimi giorni ulteriori iniziative
> o comunicati.
>
> _____________________________________________
>
> Chiediamoci come è cominciata.
>
> L'onda lunga del Chiapas prima e di Seattle poi, arriva fino a noi, a
> Genova. Partiti da biografie differenti, anche a Trento iniziamo a
> condividere l'esperienza del movimento globale contro il neoliberismo.
> Per questo sin dall'inizio poniamo le nostre azioni sul terreno locale,
> per la ricerca di spazi autogestiti che diano un respiro nuovo a questa
> città asfittica, come pure su quello nazionale, per rivendicare la
> libertà di movimento dei migranti che fuggono ogni giorno dalla miseria
> e dalle guerre che crea il neoliberismo.
>
> Apriamo l'ex Zuffo, uno spazio consegnato all'abbattimento:
> un'occupazione che dura solo pochi giorni ma che dà ai giovani di questa
> città la possibilità di sperimentare forme di autogestione e di
> autoproduzione.
>
> E' il primo atto di libertà. Libertà dai rigidi schemi del mercato;
> libertà che riporta i giovani alla partecipazione attiva alla vita
> sociale e alla costruzione di percorsi collettivi, sia nella città che
> nell'università.
>
> E' un percorso lungo di liberazione.
>
> Libertà dai condizionamenti che ci vorrebbero costringere ad accettare
> come ineluttabile un inceneritore proprio in alcuni quartieri tra i più
> popolati di Trento.
>
> La nostra lucida consapevolezza e la nostra fine sensibilità ci portano
> a "scoprire" e condividere le ragioni degli esclusi di questa terra
> sempre ai primi posti nelle classifiche del reddito. Amplifichiamo le
> rivendicazioni dei senza fissa dimora e dei migranti, costretti in
> questa città a vivere per strada o in tuguri che costituiscono uno dei
> pilastri della ricchezza immobiliare del Trentino.
>
> Ma non siamo politici di professione. Conosciamo i migranti, i senza
> fissa dimora; con loro costruiamo relazioni di solidarietà, pensiamo
> insieme all'altro mondo possibile.
>
> Sulla base di questi stessi principi intersechiamo l'universo
> studentesco trentino, il Social forum studentesco e i collettivi
> universitari.
>
> Con loro rivendichiamo la libertà dello studio, contro una riforma
> oscurantista voluta dal ministro Moratti, per la quale prepariamo una
> degna accoglienza quando decide di far visita a una scuola privata
> cattolica di questa città, ignorando volutamente i diritti e le
> richieste degli studenti, degli insegnanti e dei genitori.
>
> Le nostre vite precarie ci portano a interrogare i luoghi di produzione
> del territorio, intervenendo così davanti alla grande distribuzione o
> presso aziende che sfacciatamente utilizzano la precarietà come un'arma
> di ricatto contro i diritti dei lavoratori.
>
> Ed è sempre in questo percorso di liberazione che ci poniamo di fronte
> al teatro Sociale, per mantenere aperto lo spazio della libertà
> individuale che l'oscurantismo proibizionista vorrebbe consegnare al
> controllo sociale e alla repressione punitiva.
>
> Ma siamo anche parte di quei 110 milioni che in tutto il mondo si
> ribellano all'ordine globale imposto con la guerra.
>
> La torta a Boato serve solo a ricordargli le bombe in Afghanistan sulla
> popolazione civile, che probabilmente aveva "dimenticato" all'atto del
> voto parlamentare.
>
> Ma se non siamo politici di professione non crediamo neanche che sia un
> semplice moto dell'opinione pubblica a bloccare l'ingranaggio della
> guerra globale: per questo partecipiamo alle azioni di trainstopping,
> assieme a sindaci, cittadini, lavoratori per impedire che la ferrovia
> civile fosse utilizzata per il transito dei mezzi militari di morte.
>
> Da questo momento in poi siamo protagonisti attivi delle lotte e
> mobilitazioni che si susseguono anche nel nostro territorio, rifiutando
> di arruolarci in una guerra che in quanto tale è sempre ingiusta e
> chiedendo il ritiro delle truppe di occupazione che in quanto tali sono
> sempre assassine.
>
> Per queste e altrettante iniziative (dal volantinaggio alle iniziative
> culturali o aggregative) siamo stati sottoposti all'accusa di
> associazione a delinquere con la richiesta di custodia cautelare per
> quattro di noi.
>
> Per noi questa è repressione allo stato puro.
>
> La richiesta della Digos di Trento si inserisce nel solco dei teoremi
> che molte Questure d'Italia cercano di sostenere davanti ai giudici per
> sconfiggere l'opposizione del movimento con misure carcerarie. Infatti è
> da sottolineare che l'accusa di associazione a delinquere prevede la
> pena da un minimo di 3 a un massimo di 7 anni di prigione, senza la
> possibilità dell'utilizzo della condizionale e dei benefici della legge
> Gozzini. L'associazione a delinquere significa la galera, e questa
> accusa è stata mossa anche nei confronti di due minorenni.
>
> Leggiamo chiaramente nel dossier della Digos che anche in questa città
> gli attivisti del movimento sono pedinati, controllati e spiati. Siamo
> schedati non per i reatri commessi ma per le nostre idee e per la nostra
> attività politica
>
> Abbiamo fatto un mare di volantinaggi, attività culturali, sit-in più
> che pacifici: per queste e altrettante iniziative siamo oggetto delle
> "attenzioni" della digos che nel dossier annota il tutto come 'azioni
> eclatanti' utili al sostegno della tesi dell'associazione a delinquere,
> spingendosi così fino al punto da limitare la legalità, costruendo dei
> veri e propri fascicoli che richiamano alla memoria la schedatura
> politica dei dissidenti in epoca fascista, o gli archivi del generale
> Delorenzo del Piano Solo.
>
> Gli Stati Uniti sono arrivati al punto di arrestare preventivamente
> migliaia di manifestanti contro le politiche guerrafondaie di Bush. In
> Italia numerosi processi, a Milano, Padova, Cosenza, Genova mettono alla
> sbarra quanti durante questi anni si sono opposti, mettendo in gioco i
> loro corpi, alle nuove gerarchie sociali imposte dalla guerra e dalle
> politiche liberticide di questo governo.
>
> Città fortificate, telesorveglianza urbana, controllo sociale diffuso
> tentano di costruire un vero e proprio coprifuoco nei confronti di ogni
> espressione di rifiuto verso questa società. La custodia cautelare e i
> fogli di via sono quanto di peggiore rimane del vecchio retaggio
> fascista della repressione del dissenso.
>
> Una società che invece di affrontare le istanze di liberazione che i
> movimenti pongono, ritiene ogni fenomeno conflittuale un problema da
> affrontare in termini di ordine pubblico, è una società condannata alla
> paura e all'imbarbarimento, che produce il disagio e l'esclusione
> sociale come risvolto del proprio fallimento.
>
> Nonostante questi attacchi pesino come macigni sui nostri corpi e le
> nostre relazioni, continueremo a pensare che questo non sia l'unico dei
> mondi possibili.
>
> Tanaliberatutt@
>
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