[Cm-roma] A LEZIONE CON LA BICI D'ATENEO

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Autore: cicloveeg@interfree.it
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Oggetto: [Cm-roma] A LEZIONE CON LA BICI D'ATENEO

APBS (TS0) - 16/09/2004 - 9.44.00
A LEZIONE CON LA BICI D'ATENEO: DOPO TRENTO TOCCA A ROMA A LEZIONE CON LA BICI D'ATENEO: DOPO TRENTO TOCCA A ROMA
L'inaugurazione ad ottobre. Presto anche a Padova e Verona Roma, 16 sett. (Apcom) - Arrivare alle lezioni universitarie su due ruote, sempre puntuali e senza spendere un euro. Potrebbe sembrare un'idea provocatoria, soprattutto in un contesto cittadino come quello di una metropoli, invece l'iniziativa è stata presa sul serio
già da diversi atenei italiani: dopo la felice esperienza praticata all'università di Trento, dove la provincia da qualche mese ha attivato un servizio che ha avuto un altissimo successo, nei prossimi giorni sarà la volta di Roma Tre. La terza università della capitale si avvia infatti a mettere a disposizione degli studenti che ne facessero richiesta, per spostarsi tra i non troppo vicini e spesso decentrati edifici accademici, 40 biciclette. A beneficiarne non saranno però solo gli studenti, ma anche i professori e il personale universitario di varie facoltà, come Giurisprudenza, Economia, Biologia e Lettere. Ogni mezzo a due ruote è costato all'amministrazione di Roma Tre 630 euro, comprese le rastrelliere dove vengono parcheggiate e i lucchetti speciali con cui vengono bloccate: "Si tratta - spiega Piero Cappuccini, mobility manager di Roma Tre – del primo servizio di questo genere, completamente sovvenzionato da un'università e rivolto a tutti coloro che ne facessero richiesta al rettorato: ciò che chiediamo è solo una modesta cauzione di 10 euro, che
si dà indietro al momento della restituzione della chiave personale. Perché la scelta della bicicletta? E' l'ideale per recarsi a lezione, ma anche in biblioteca, a mensa o per recarsi negli uffici amministrativi. Il rettore ha previsto che la cerimonia d'inaugurazione avvenga all'inizio di ottobre, ma l'iniziativa durante questi primi giorni di sperimentazione ha avuto un successo tale che abbiamo già provveduto ad ordinare altre 20 bici". Un fenomeno, quello delle biciclette "accademiche", che sembra destinato ad allargarsi: al dipartimento di Ingegneria dell'Informazione di Padova, dove l'utilizzo delle due ruote è stato attivato dal 2003 destinandolo però esclusivamente al personale dipendente; si sta pensando di estendere l'uso della bici anche agli studenti: "Le biciclette si possono prenotare via Internet - dice il professor Tenti, direttore del Dipartimento – devono essere utilizzate prioritariamente per servizio, ma possono anche essere richieste per uso personale. La prenotazione è su base oraria e non può estendersi oltre la giornata. In caso di guasto dovuto ad imperizia verrà addebitato il costo della riparazione; in caso di furto verrà applicato un risarcimento simbolico di 50 euro". All'Università di Trento un servizio analogo è invece assicurato già agli studenti dall'Opera Universitaria, l'ente funzionale della provincia autonoma di Trento, che garantisce il diritto allo studio e che di biciclette ne ha già acquistate ben 300, al prezzo più modico (però solo per le bici) di 130 euro l'una. Anche a
Trento l'iniziativa, chiamata "prestabici", ha suscitato adesioni tali da parte degli studenti da indurre la provincia a comprare altre 100 biciclette (stavolta con l'intervento di uno sponsor). Qui il deposito cauzionale è di 65 euro, a cui bisogna poi aggiungere la manutenzione mensile obbligatoria, svolta da un meccanico convenzionato con la provincia, di 2,5 euro; gli studenti, al momento di ricevere il mezzo, si impegnano a versare all'amministrazione universitaria il costo della bicicletta in caso di furto o di danneggiamento. "Si tratta di un servizio innovativo - spiega il professor Fulvio Zuelli, presidente della provincia autonoma di Trento – che rientra in una serie di iniziative culturali a favore delle associazioni studentesche. Con il "prestabici" abbiamo intrapreso una strada decisamente ambientalista: mettere a disposizione centinaia di biciclette agli
studenti per i loro spostamenti sia dentro che fuori l'università è infatti un modo molto bello per educare i giovani ed incentivarli ad andare in bicicletta o a piedi, rinunciando a moto e automobili inquinanti. Un'iniziativa - conclude Zuelli - che è sintomatica di un modo nuovo di interpretare il rapporto tra istituzioni e studenti". A Verona ci si sta muovendo nella stessa direzione intrapresa dalla provincia di Trento: l'associazione locale "Amici della Bicicletta" ha infatti di recente interpellato il comune per proporre un'iniziativa simile. "Sarebbe vantaggiosa per gli studenti universitari - spiega Paolo Fabbri, presidente dell'associazione scaligera - e darebbe ulteriore significato anche ai movimenti esterni alle varie facoltà, grazie anche alle piste ciclabili che presto collegheranno la zona universitaria con la stazione. Un'iniziativa come questa avrebbe poi il pregio di promuovere un'immagine positiva della bicicletta offrendo modelli di "ciclisti urbani" particolarmente gradita anche ai più giovani". L'università di Verona ha già risposto positivamente alla proposta dell'associazione, definendola "un'ottima idea" e impegnandosi a verificare la possibilità di darle concreta attuazione coinvolgendo il comune. "A noi risulta che molti comuni, soprattutto al nord, - spiega ancora l'ingegner Cappuccini di Roma Tre - hanno attivato servizi del genere non solo nel settore universitario, ma anche per favorire i flussi lavorativi. L'input può arrivare però anche da privati: a Roma ad esempio, l'associazione "Bici e Bike" sta a buon punto per ultimare l'attivazione di un sistema misto casa-lavoro che prevede l'utilizzo della bicicletta lasciata di notte alla fermata della metropolitana. E' auspicabile che anche il ministero dell'Ambiente intervenga a sostegno di un fenomeno che innalza indiscutibilmente il livello della vita, decongestiona il traffico e non inquina l'aria".
(http://www.euromobility.org/iniziative/ansa_22sette.htm#01)



cicloveeg
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