COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER GENOVA
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comunicato stampa
L'INACCETTABILE AUTOASSOLUZIONE DI SCAJOLA
Claudio Scajola, nel suo intervento sul Secolo XIX del 19 settembre,
ricostruisce il suo impegno di ministro degli Interni durante il G8 del
2001 e si cimenta in un'autoassoluzione del tutto inaccettabile.
1) Scajola dice che le forze dell'ordine rispettarono le sue direttive, ed
agirono come "forze democratiche che svolgono funzioni di sicurezza anche
per chi manifesta". A Scajola dicono niente l'assalto ai manifestanti
pacifici di piazza Manin, la carica contro il corteo autorizzato dei
Disobbedienti, l'altra carica che spezzò il corteo di sabato 21 luglio, la
caccia al manifestante che si scatenò dopo quest'ultima e che ha inorridito
tutta Europa?
2) Scajola parla di "pesanti attacchi" che provocarono "gravi incidenti ed
anche, pur se in condizioni di legittima difesa, l'evento doloroso della
morte di un manifestante". A quali pesanti attacchi si riferisce? Scajola
forse dimentica che i disordini cominciarono proprio con l'ingiustificata
carica al corteo autorizzato che proveniva dallo stadio Carlini? Sulla
morte di Carlo Giuliani, Scajola mostra solo certezze, certo avvalorate
dall'archiviazione dell'inchiesta, ma lo preghiamo di esaminare l'enorme
materiale prodotto dalla difesa e da altre indagini indipendenti, alcune
successive all'archiviazione del procedimento: dopo, forse, avrebbe meno
certezze, e si chiederebbe se non sarebbe meglio riaprire il caso ed
arrivare a un dibattimento, durante il quale valutare tutti gli elementi,
senza chiudere gli occhi di fronte alle tante incongruenze dell'inchiesta
ufficiale.
3) Scajola parla di "eventuali eccessi" e dice di avere dato disposizione
di assicurare la "massima collaborazione" alla magistratura inquirente. Gli
"eventuali eccessi", pare di capire, sarebbero avvenuti alla Diaz e
Bolzaneto, e vorremmo sapere da Scajola che cosa ci sia di "eventuale"
nelle ferite riportate dentro la scuola da ottanta persone pestate
selvaggiamente, nell'arresto arbitrario di 93 persone (le due molotov
portate da poliziotti), nei maltrattamenti e nelle torture inflitte a
decine di persone nella caserma di Bolzaneto. Scajola sa bene che i fatti
della Diaz e di Bolzaneto sono stati ricostruiti con precisione e che gli
unici dubbi riguardano le responsabilità penali dei singoli operatori di
polizia. Quanto alla collaborazione con la magistratura, vorremmo ricordare
al ministro che i pm hanno dovuto tentare i riconoscimenti personali degli
agenti violenti basandosi su foto vecchissime - le uniche fornite dalle
rispettive amministrazioni, con evidenti intenti ostruzionistici -, che le
liste dei poliziotti in servizio sono risultate imprecise e incomplete, che
la magistratura non ha affatto ottenuto la collaborazione che le sarebbe
dovuta dalle forze di polizia, con o senza la raccomandazione del ministro.
4) Quanto alle responsabilità dei dirigenti implicati in questi episodi,
concordiamo ovviamente con Scajola quando dice che "per dichiarare qualcuno
colpevole bisognerà attendere tutti i gradi di giudizio", ma questo attiene
alle responsabilità penali. Sul piano operativo e amministrativo, e su
quello della credibilità di chi occupa alti incarichi nelle forze di
sicurezza, le responsabilità di chi ebbe ruoli direttivi durante l'assalto
alla Diaz e nella gestione della caserma di Bolzaneto sono così evidenti ed
inquietanti che loro stessi - se avessero senso dello Stato e rispetto per
le divise che indossano - avrebbero dovuto fare un passo indietro,
lasciando i loro incarichi in attesa del giudizio della magistratura. Così
non è stato e anzi molti di loro sono stati promossi. E questo è avvenuto
con la complicità e la copertura del ministro Scajola, del suo successore e
del governo del quale fanno parte.
5) Scajola dice: "Il mio animo è tranquillo". Ha un modo per dimostrarlo:
s'impegni a istituire una commissione parlamentare d'inchiesta sui fatti
del G8. Chi non ha nulla da temere, non può essere contrario.
Genova, 20 settembre 2004