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Autor: Jonny Stecchino
Data:  
Asunto: [Cerchio] recensione
Minchia che palle!
js
--- malega <cutigae@???> ha scritto:
>
>
>
>
> dal manifesto
>
>
>
> Lo spirito dei wobblies
> E nella Russia dei Soviet la «Grande Quercia» scrive
> la sua autobiografia,
> ora proposta dalla casa editrice manifestolibri con
> il titolo «Big Bill». Un
> avvincente affresco su una delle esperienze più
> radicali di sindacalismo
> industriale. Anticipamo la prefazione al volume
> scritta da Bruno Cartosio
> L'arrivo nella città dei Mormoni, l'incontro con i
> nativi delle praterie, il
> lavoro nelle miniere. La vita di William «Big Bill»
> Haywood, uno dei
> fondatori degli «Industrial Workers of The World». I
> lunghi scioperi e la
> repressione costellata da omicidi mirati, linciaggi
> e arresti in massa.
> Infine la sua fuga a Mosca
> BRUNO CARTOSIO
> Le grandi figure delle lotte e dell'organizzazione
> operaia negli Stati Uniti
> sono stati quasi sempre operai loro stessi. Molti di
> loro hanno pubblicato
> autobiografie, più che scritti teorici: da Terence
> Powderly, dei «Knights of
> Labor», a Samuel Gompers, padre padrone
> dell'American Federation of Labor, a
> William «Big Bill» Haywood, Elizabeth Gurley Flynn,
> Ralph Chaplin e «Mother»
> Jones, rappresentanti dell'Industrial Workers of the
> World per buona parte
> della loro vita. Di alcuni - uno dei più grandi,
> Eugene Debs, e uno dei più
> dottrinari, Daniel De Leon - sono stati raccolti
> scritti sulla natura,
> teoria e strategia dell'organizzazione politica e
> sindacale operaia, nessuno
> dei quali è paragonabile agli scritti teorici degli
> intellettuali marxisti e
> anarchici europei loro contemporanei (o a quelli,
> bisogna dire, degli operai
> fondatori del movimento operaio negli stessi Stati
> uniti del primo
> Ottocento, la cui cultura politica aveva radici
> profonde). La difficile
> saldatura tra teoria e prassi politico-sindacale non
> è facilmente
> sintetizzabile. Tuttavia, possono essere almeno
> ricordati alcuni degli
> elementi di difficoltà. I tempi accelerati
> dell'evoluzione sociale,
> produttiva e politica che sovvertiva continuamente
> l'ordine delle cose. La
> schiavitù, il nativismo xenofobo e il razzismo che
> escludevano gli
> afroamericani e presiedevano all'emarginazione
> iniziale dei gruppi immigrati
> poveri e non protestanti. Le diversità di lingua,
> cultura, religione e
> composizione sociale d'origine che frazionavano il
> mosaico dei milioni di
> immigrati operai ed erano sia l'ostacolo interno
> alla loro unione, sia il
> vantaggio di partenza su cui i padroni potevano
> contare per comandare
> tenendo divisi i lavoratori.
>
> Infine, l'elemento su cui mette l'accento la parte
> finale dell'autobiografia
> di Big Bill Haywood: la repressione, brutale e
> diretta, attuata con ogni
> mezzo, dei movimenti sociali e politici di
> opposizione prima che la loro
> esperienza potesse sedimentare la cultura politica
> necessaria a
> un'elaborazione teorica non occasionale o di breve
> respiro. Con la
> repressione furono fatti fuori i «Knights of Labor»
> dopo il 1886 - dopo gli
> scioperi per le otto ore e i «fatti di Haymarket»
> che hanno dato il Primo
> Maggio al mondo - e con attacchi ancora più brutali
> furono distrutti tra il
> 1917 e il 1922 Iww, socialisti, comunisti, anarchici
> e dissenzienti di varia
> natura. Senza l'eliminazione degli altri, forse
> l'Afl non sarebbe rimasta
> l'unico filo di continuità nella storia del
> movimento sindacale negli Stati
> Uniti.
>
> La storia di una vita come quella di «Big Bill»
> Haywood, nato nel 1869,
> raccoglie e racchiude gli elementi appena
> sintetizzati. Le parole di un
> minatore irlandese e l'esperienza in miniera
> insegnano all'adolescente Bill
> i rudimenti della lotta di classe e lo portano a
> entrare nei «Knights of
> Labor», la prima organizzazione di massa dei
> lavoratori negli Stati Uniti.
> Nel 1896, dopo che la repressione aveva pressoché
> spazzato via i Knights of
> Labor, entra nella Western Federation of Miners
> (Wfm), il combattivo
> sindacato dei minatori metalliferi dell'Ovest, nato
> tre anni prima.
>
> Nella Wfm, Haywood viene eletto segretario-tesoriere
> nel 1901. Ne diventa
> anche la figura più popolare: grande e grosso,
> generoso, pieno di energia,
> spirito combattivo e oratore trascinante, Haywood si
> conquista la fiducia
> dei minatori in lotte di grande violenza. Diventa
> figura di portata
> nazionale: nel 1905, sotto la sua presidenza, si
> apre a Chicago il
> «Congresso continentale della classe operaia»,
> l'atto fondativo dell'Iww,
> cui la Wfm contribuisce il contingente più numeroso.
>
> Da quel momento e fino al 1920, la storia personale
> di «Big Bill» Haywood è
> indissolubile da quella dell'Iww. E' una storia a
> tratti esaltante, in
> occasione di grandi vittorie come quelle dei
> minatori di McKees Rocks o di
> Spokane del 1909 o dei tessili di Lawrence del 1912;
> e a tratti deprimente,
> come nel caso della straordinaria lotta dei setaioli
> di Paterson del 1913
> finita con la sconfitta. Spesso Haywood finisce sul
> banco degli imputati,
> come quando nel 1906 viene letteralmente,
> illegalmente deportato dal
> Colorado all'Idaho perché una montatura di padroni
> minerari, autorità
> politiche, polizia e agenti Pinkerton gli
> attribuisce l'accusa di avere
> fatto assassinare il governatore dell'Idaho. In
> altri casi le cose non sono
> così potenzialmente disastrose, ma
> l'antisindacalismo padronale con cui
> tribunali e politica sono largamente conniventi -
> non del tutto, per
> fortuna, come racconta lo stesso Haywood - rendono
> assai dura la vita a lui
> e ai suoi compagni.
>
> Allo scoppio della prima guerra mondiale, gli Iww e
> i socialisti
> statunitensi (incluse le diverse componenti
> «nazionali» che del Partito
> socialista facevano parte) si dichiararono contro la
> guerra. E nel 1917,
> dopo l'entrata in guerra degli Stati Uniti (e dopo
> la vittoria della
> Rivoluzione in Russia), un'ondata di paura e di
> sciovinismo patriottico
> scatenò contro di loro e contro gli anarchici una
> repressione isterica. Gli
> wobblies furono destinatari di una violenza senza
> precedenti: sedi razziate
> e distrutte dalla polizia; militanti linciati,
> picchiati, incarcerati a
> centinaia. Più in generale, grazie alle leggi di
> emergenza varate ad hoc,
> migliaia di oppositori furono processati e finirono
> in carcere, centinaia
> furono deportati nei paesi da cui erano venuti; la
> stampa di sinistra fu
> sequestrata e distrutta, soppressa, censurata o
> esclusa dalla circolazione.
> Archivi, corrispondenza, carte, registri delle
> organizzazioni - dell'Iww in
> particolare - furono sequestrati o distrutti. «L'Iww
> era paralizzata -
> ammise Haywood nel 1920 -. Il ministero della
> giustizia aveva sbatacchiato
> l'organizzazione come un bulldog sbatacchia un
> sacchetto vuoto».
>
> Lui stesso, a quel punto, era stato in carcere per
> quasi due anni. Uscito su
> cauzione, e ormai malato di diabete, ulcera allo
> stomaco e stanco, organizzò
> l'Ufficio di difesa legale dell'Iww. Era anche
> tornato a bere. Dopo
> un'iniziale fase positiva cominciò a perdere colpi e
> i compagni che lo
> aiutavano, privi dell'esperienza di quelli in
> carcere, non erano in grado di
>

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