[Cerchio] viva la squola

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ho scelto tre articoli tratti da "lastampaweb" sugli obbrobri sbirreschi che stanno proliferando con orwelliana puntualità nelle scuole torinesi. "1984" non era altro che una profezia... godetevi questi articoli e le "illuminate" questioni dibattute dai docenti e dai prèsidi: anche quelli che sembrano contrari alle telecamere cercano solo di trovare un modo più tenue per inculare tutti. che si fottano. 10-100-1000 scuole distrutte
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piss&love
"la vostra violenza ha il colore dei soldi, la nostra quella della passione"


DOPO LE TELECAMERE IN CLASSE, ARRIVA IL LETTORE OTTICO CHE RILEVA ASSENZE E RITARDI. E L'OMBRA DEL GRANDE FRATELLO DIVIDE GLI ESPERTI
Battaglia a scuola sulla bollatrice per gli alunni
Così le tecnologie controllano la didattica



Il «Grande fratello» non è più una lontana minaccia o un modo di dire. Si materializza in molte forme. Da lunedì anche con le 12 bollatrici per studenti installate all'Itis «Peano» di corso Venezia. Tra le ormai infinite occasioni che qualsiasi cittadino ha ogni giorno per incappare in una telecamera o in un controllo dei dati personali, le scuole sembrano all'avanguardia nel trovare strumenti ad hoc. Dopo che gli istituti torinesi «Avogadro», «Pininfarina» e «Zerboni» nei mesi scorsi avevano adottato telecamere per vari motivi (dai furti dovuti all'entrata di estranei agli atti di teppismo), dopo l'installazione da parte della magistratura di microcamere in un istituto professionale nell'ambito di un'indagine sullo spaccio tra studenti, ora arriva il lettore ottico per sapere in tempo reale se lo studente ha accumulato ritardo. E per disicentivarlo, permettendo ai genitori di verificare da casa la situazione del figlio. Il ritardo e l'assenza non giustificata (o meglio, giustificata poi con falsificazione della firma dei genitori), sono problemi che le scuole superiori affrontano quotidianamente. Problemi burocratici (fanno perdere tempo alle segreterie) ed educativi (che trovano le famiglie molto sensibili). Per il dirigente regionale del Miur, Luigi Catalano, «la necessità di controllo di vario genere nelle scuole di grandi dimensioni, come il Peano, è un dato di fatto che richiede soluzioni». Catalano pensa di portare le esperienze torinesi al prossimo «Ted» di Genova, il salone delle tecnologie applicate alla didattica. Non solo. «Il tema, tra luci e ombre, è di grande attualità. Stiamo pensando di organizzare un convegno di approfondimento per mettere a confronto le diverse posizioni». Ma c'è chi boccia decisamente il ricorso alle nuove tecnologie per rispondere a quelle che in effetti sono carenze educative. Per Gianni Oliva, vice presidente della Provincia e preside del liceo classico Alfieri, «nella stragrande maggioranza dei casi si arriva in ritardo con gli insegnanti che lo permettono. Un altro problema è il rientro in classe dopo l'intervallo. Ma in entrambi i casi è il docente a dare il buon esempio. Ottenere puntualità è come ottenere la disciplina: chi dà tante note di solito non sa tenere la disciplina. I metodi di controllo indiretto sono palliativi, non si sostituiscono al ruolo educativo della scuola».

I PIONIERI DEL SISTEMA: LA VERIFICA UMANA È SEMPRE NECESSARIA
«Da noi il badge non ha funzionato»
L'Itis Pininfarina: dopo la timbratura molti andavano al bar

Il preside dell'Itis «Pininfarina» di Moncalieri non ha dubbi. Il sistema con badge o codice a barre non funziona. «Noi avevamo introdotto il badge, ma l'abbiamo abbandonato: i ragazzi lo dimenticavano, se lo scambiavano, non lo passavano correttamente e quindi non veniva letto. Alcuni, dopo la "timbratura", andavano al bar. Il badge comportava comunque sempre una verifica umana», dice il professor Antonino Moro, il cui istituto è uno dei fiori all'occhiello della scuola piemontese. «L'unico sistema di registro elettronico che davvero funziona è il nostro, che funziona da 5 anni, ma per averlo occorre un computer in ogni aula e docenti preparati per farlo funzionare». Anche il «Pininfarina», che tra l'altro è stato in trattative con Microsoft per la vendita di questo programma autoprodotto, ha assegnato ad ogni famiglia una password per l'accesso ai dati. Ma il sistema è diverso. «Gli studenti - spiega il preside - partono tutti come palline verdi sullo schermo. Se alle 8 precise non rispondono all'appello passano in rosso. A quel punto, o hanno un documento che attesta una visita medica o un altro impegno serio, oppure devono usare uno dei permessi che la scuola, in base alla zona di residenza, assegna loro all'inizio dell'anno». Naturalmente, i permessi sono limitati. «Ne diamo 4 a chi abita a Moncalieri, 8 a chi vive nelle borgate e in una certa area di Torino e cintura, 16 a quelli che arrivano col treno, con una divisione delle aree a cerchi concentrici. Abbiamo capito che gli studenti di questi permessi hanno bisogno». Tutti, con giustificazione o permesso, devono passare in segreteria. «Senza una delle due cose non entra nessuno: i maggiorenni tornano a casa, i minori restano a scuola e si avvisa la famiglia». Questo sistema - di cui i dischi verdi, rossi e gialli (ritardo) sono solo una piccola parte - consente al genitore collegato in rete di sapere alle 8,10 se il figlio è effettivamente a scuola, e, per esempio, quali compiti gli sono stati assegnati. Ma permette anche una serie di facilitazioni del lavoro organizzativo: non sovrapporre compiti in classe, riorganizzare l'orario su moduli diversi quando un docente è assente. E altro ancora. Un altro istituto che ha dato la possibilità ai genitori della lettura a distanza di assenze e ritardi è l'Alberghiero «Giolitti». «Per ora - spiega il preside Nicola Sacco - la rilevazione dei dati è manuale, la segreteria li immette leggendo le schede con una penna ottica. Le famiglie hanno accesso alla situazione del figlio dalle ore 11: sono soddisfatte, ma resta il fatto che non tutte hanno il computer».

DA LUNEDÌ PROSSIMO PARTE UN PERIODO DI SPERIMENTAZIONE NELL'ISTITUTO DI CORSO VENEZIA
La tessera al posto del vecchio appello
«I genitori potranno verificare da casa se il figlio è in classe»

Dodici lettori ottici, uno ogni cento allievi, che leggeranno un codice a barre applicato sul libretto delle assenze. E' la novità in tema di controllo a scuola che da lunedì cambierà la vita degli iscritti all'Itis «Peano». I codici diranno, in tempo reale, se lo studente c'è o non c'è. E se è puntuale. Lo diranno alla segreteria della scuola, ma anche - se collegati in rete e muniti di password - ai genitori. In tempo reale, appunto. In tempo, cioè, per un cazziatone all'ora di pranzo. O, con gravi sospetti, per un pedinamento del giovane «in fuga». Al «Peano», dunque, il sistema dell'ingresso in istituto entro le 8 e l'arrivo in classe entro le 8,03, così come l'appello del prof, va in soffitta lasciando spazio all'innovazione tecnologica. La rivoluzione non scatterà proprio da un giorno all'altro. Ci sarà una fase di sperimentazione, poi, si andrà a regime. «Il progetto, finanziato dalla Fondazione Crt, lo abbiamo avviato come Sas, cioè come uno dei 23 Servizi di Animazione e Sperimentazione, una rete di scuole piemontesi che ha curato progetti di informatizzazione», spiega il preside dell'Itis di corso Venezia, Alfonso Lupo. «Si tratta di un segmento dell'informatizzazione dei servizi di segreteria, un primo passo per arrivare al registro elettronico. Abbiamo pensato a un controllo informatico quando ci siamo resi conto che il 10-15% degli studenti entra in ritardo». Il progetto è stato curato dal vicepreside, l'ingegner Mauro Ferilli, il più colpito dallo stillicidio di arrivi, ogni mattina (gli studenti ritardatari finora dovevano entrare nel suo ufficio prima di poter andare in classe). «Speriamo, con il passaggio obbligato davanti al lettore ottico, di favorire la puntualità e disincentivare le assenze giustificate con una falsificazione, sulle quali noi interveniamo con sanzione disciplinare», dice ancora il preside, soddisfatto per aver potuto realizzare il progetto con le sole competenze interne. Al «Peano», comunque, l'installazione dei lettori ottici ha diviso il corpo docente e le famiglie. Da una parte l'istituto segnala uno stillicidio di telefonate di madri e padri che chiedono se il figlio è effettivamente in classe. Rocco Saccà, Rsu, responsabile della segreteria didattica: «Tra le 8 e le 8,10 riceviamo 15-20 telefonate di genitori angosciati. E dire che il figlio non c'è è un'angoscia anche per noi». Dall'altra ci sono genitori che, chiedendo l'anonimato per timore di ritorsioni, spiegano che «non c'è stata alcuna comunicazione al consiglio d'istituto» e che «l'iniziativa rende il clima più pesante di quanto già non sia. Non capiamo perché i nostri figli debbano essere trattati alla stregua di militari, o peggio. Come possono amare una scuola che li umilia in questo modo?». Quanto ai docenti, una dura presa di posizione viene della Cub Scuola. «Sull'efficacia dei risultati del progetto c'è da discutere: stupisce che si sia seguita una strada così tortuosa - che aumenta, ad esempio, le possibilità di errore - quando, con la cifra a disposizione si sarebbe potuto dotare ogni aula di un terminale per la rilevazione delle assenze, velocizzando davvero sia il lavoro dell'insegnante sia quello della segreteria», osserva la professoressa Giovanna Lo Presti, uno dei tre delegati sindacali del «Peano». Il professor Gianmario Veneziano, rsu a sua volta replica: «Il sistema è sperimentale e potrà essere adeguato alle necessità». Per i rappresentanti degli studenti in consiglio d'istituto, «l'iniziativa è "pazzesca", dal punto di vista del rapporto umano è un passo indietro». Giancarlo Mascaro ed Enrico Testa osservano: «Si formeranno ingorghi di fronte alle macchinette e quindi si dovrà rimodellare l'orario per un ingresso scaglionato».
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