alessandra
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Oggetto: CONTRIBUTI DISCUSSIONE 1
10/09/04 14.36
RICEVIAMO E INOLTRIAMO....
Il nuovo Saddam?
di Patrick Boylan
Pesanti ombre si allungano sulla domanda di chi stia dietro e per
conto di chi agisca il sedicente "esercito islamico" -- quello che
ha ucciso Enzo Baldoni e che ha rapito prima i due giornalisti
francesi ed ora (lo stile è identico) le due coraggiose operatrici
di pace italiane.
Molti elementi inducono a pensare, infatti, che non si tratti dei
cosiddetti "fanatici islamici" bensì degli "squadroni della morte"
che, secondo The Guardian (9.12.03), da mesi la CIA sta allenando
in Israele.
Questi ultimi tristi eventi potrebbero significare che ora i
famigerati squadroni sono entrati in azione -- secondo un copione
più volte sperimentato dalla CIA in America Latina (e non solo) --
per aiutare il Primo Ministro iracheno Allawi a diventare il nuovo
Saddam.
Fantapolitica? Secondo il Chicago Sun-Times (25.7.04)
l'ambasciatore americano in Iraq, Negroponte, ha creato e diretto
gli squadroni della morte in Honduras ed altrove per spianare la
strada al dittatore di turno. Il giornale americano aggiunge: "E
Allawi sta seguendo il copione sudamericano in puro stile
Negroponte." Allawi è del resto, secondo il Guardian Weekly
(23.7.04) e la BBC Web News (25.5.04), da lungo tempo un
collaboratore della CIA e prima ancora dei Servizi segreti
britannici -- proprio come Saddam. Ora sembra stia facendo
esattamente quello che faceva l'ex dittatore iracheno quando prese
il potere 40 anni fa con la sponsorizzazione di Washington.
Allawi ha ripristinato la pena di morte, ha istituito il coprifuoco
e ora potrebbe apprestarsi ad usare gli squadroni della morte per
eliminare fisicamente l'opposizione in vista delle elezioni di
gennaio prossimo (se non slitteranno). Solo che non ci devono
essere testimoni oculari del regno di terrore che sta per iniziare.
Non ci devono essere pacifisti ficcanaso, giornalisti non
allineati, ONG incontrollate, gente che potrebbe scattare delle
foto. Quindi occorre spaventarli, allontanarli -- come ha fatto il
primo Saddam e come hanno fatto i dittatori latinoamericani portati
al potere dalla CIA. (Ricordate quei film sui giovani volontari
americani in Honduras o in Cile, eliminati -- insieme a preti e a
suore e allo stesso Mons. Romero -- da misteriosi squadroni di
rapitori/assassini che volevano poter agire contro la popolazione
con le mani libere?)
Ora, dopo i recenti rapimenti, "la maggior parte del personale
delle Ong internazionali si appresta a lasciare l'Iraq" scrive
Televideo (8.9.04). E' fantapolitica, dunque, pensare che questo è
proprio ciò che si auguravano Allawi e, dietro le quinte,
Negroponte?
Alla luce di ciò si comprende perché i guerriglieri iracheni
indipendentisti non vogliano deporre le armi: semplicemente perché
non vogliono fare la fine di Enzo Baldoni. Sanno che senza armi per
difendersi saranno arrestati dalla polizia (se il governo riesce a
trovare accuse) oppure, nel caso contrario, rapiti dagli squadroni
della morte. Proprio come avviene non solo in America Latina ma
anche, in questi ultimi anni, in Algeria e altrove.
Coprifuoco di sangue, dunque. Eliminazione di chi si oppone agli
USA. Poi il governo indice le "elezioni libere" e... indovinate
chi vince.
Perché sto parlando di tutto ciò in un momento così terribile come
questo?
Perché dobbiamo sì chiedere la restituzione delle due coraggiose
italiane rapite, ma a chi di dovere, senza farci abbindolare.
Non dobbiamo fare appelli a presunti "guerriglieri islamici" finché
sussistono dubbi sulla loro reale identità. Non dobbiamo
interrogarci sul perché i rapitori non abbiano pietà di due ragazze
che tanto hanno fatto per aiutare gli iracheni a svilupparsi, per
potersi gestire come popolo indipendente, perché è proprio QUESTO
il loro torto (per chi le ha fatto rapire).
Se invece, malauguratamente, dovessimo accettare di usare gli
schemi razzisti proposti dai mass media ("gli islamici non hanno
pietà per nessuno, nemmeno i pacifisti, nemmeno le donne"), non
faremmo altro che avvalorare il mito di una mente islamica deviata.
E ciò è proprio quello che vogliono le menti davvero deviate che
potrebbero aver commissionato questo rapimento, menti al 100%
cristiane e che si trovano non a Saddam City ma nei palazzi del
potere occidentale.
Le manifestazioni di solidarietà vanno benissimo. E' giusto che ci
riuniamo davanti alla sede di "Un Ponte per..." E' giusto che
esprimiamo il nostro dolore ai familiari ed ai colleghi.
Ma
- per dire NO ai sequestri e SI alla restituzione dei volontari
rapiti,
- per dire che questi eventi non ci disorientano e non ci
intimoriscono,
- per dire che, anzi, questa svolta non fa che avvalorare gli
indizi appena elencati,
organizziamoci per chiedere la liberazione degli ostaggi a chi di
competenza: davanti a Palazzo Chigi e davanti all'ambasciata degli
Stati Uniti.
08/09/04
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