[Lecce-sf] MOVIMENTO

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Szerző: Silverio Tomeo
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Tárgy: [Lecce-sf] MOVIMENTO

                  MOVIMENTO
                  Discutere senza tabù, ma senza rompere l'unità dei pacifisti
                  RAFFAELLA BOLINI*
                  Il nostro movimento sta vivendo ore drammatiche. Quattro 
                  nostri compagni sono in pericolo di vita, mentre i 
                  bombardamenti in Iraq infuriano e ogni giorno aumenta il conto 
                  delle vittime civili. Ci siamo battuti limpidamente in questi 
                  anni contro la guerra permanente, contro ogni forma di terrore 
                  e di barbarie da qualunque parte provenisse, contro la 
                  distruzione del diritto e della ragione, per tenere aperta la 
                  strada a una alternativa di civiltà. Abbiamo fatto il 
                  possibile, milioni di cittadini e di cittadine in tutto il 
                  mondo, per evitare la guerra in Iraq. Siamo impegnati da più 
                  di un anno perché finisca l'occupazione e le truppe occupanti 
                  si ritirino, convinti che questa sia una condizione necessaria 
                  per aprire la strada a una soluzione pacifica della crisi che 
                  il proseguimento della guerra rischia ogni giorno di più di 
                  compromettere in modo irreversibile. Il sequestro delle due 
                  Simone e dei due operatori iracheni conferma drammaticamente 
                  la nostra analisi. Guerra chiama guerra, terrore chiama 
                  terrore: in queste condizioni, gli spazi per la iniziativa 
                  politica che mirano al dialogo e alla pace giusta diventano 
                  sempre più stretti. Proprio per questo, con tutte le nostre 
                  energie continueremo a praticarli perché non si chiudano per 
                  sempre, trascinando il pianeta in un baratro, lasciando il 
                  nostro mondo nelle mani di chi -da un lato e dall'altro della 
                  barricata dei costruttori dello scontro di civiltà - vuole 
                  affermare il primato della forza bruta.


                  In questi giorni bui, l'unica nostra forza è stata e rimane la 
                  profonda e sentita unità del movimento pacifista. Ci stiamo 
                  tenendo stretti, stringendo in un abbraccio solidale i 
                  compagni e le compagne di Un ponte per che stanno pagando un 
                  prezzo altissimo al loro impegno sul fronte della pace. 
                  «Contro la guerra, il terrore, la barbarie. Liberate la pace. 
                  Vita e libertà per tutti gli ostaggi e per il popolo iracheno. 
                  Tacciano le armi. Fine dell'occupazione e ritiro delle 
                  truppe». Sin dalle prime ore dopo il sequestro, questa 
                  semplice e chiara piattaforma unifica migliaia di persone che 
                  stanno dando vita alle mobilitazioni per salvare la vita dei 
                  nostri compagni e di tutti i civili iracheni. Sono i nostri 
                  slogan di sempre, quelli su cui si è costruita la grande 
                  «unità popolare» della maggioranza degli italiani, e che oggi 
                  sono riconfermati dalla dura realtà dei fatti.


                  Al governo italiano, che porta la tragica responsabilità di 
                  aver trascinato il nostro paese nella guerra e nella 
                  occupazione, abbiamo chiesto di non aggiungere errore ed 
                  errore e di svolgere con serietà il proprio dovere 
                  istituzionale: difendere ad ogni costo la vita delle sue 
                  cittadine. Un dovere che deve svolgere anche verso chi lo 
                  contesta, non condivide le sue scelte e si batte per la sua 
                  sconfitta. Con la stessa coralità ieri, dietro una precisa 
                  richiesta di Un ponte per abbiamo deciso di aprire la 
                  manifestazione di Roma con uno striscione che chiede la 
                  cessazione immediata dei bombardamenti su Falluja e le altre 
                  città irachene. Governo e opposizione cercano collaborazione: 
                  collaborino allora per arrivare a un effettivo cessate il 
                  fuoco, come prima misura immediata per creare un clima 
                  favorevole e un alleggerimento della crisi. Misura parziale, 
                  certo - che nulla toglie al proseguimento della mobilitazione 
                  per il ritiro - ma che avrebbe un valore simbolico e concreto 
                  importante, e che soprattutto sarebbe immediatamente 
                  realizzabile.


                  Su questi obiettivi convergono tutte le anime del movimento, 
                  dove convivono culture e pratiche diverse che sono sempre 
                  state capaci in questi anni, anche nei momenti difficili, di 
                  offrire un solido punto di riferimento unitario necessario 
                  alla iniziativa di cittadinanza attiva. Tanto più oggi è 
                  necessario che tutti e a tutte, da qualunque collocazione, 
                  valorizzino e difendano la nostra unità, il nostro bene più 
                  prezioso. La discussione è legittima e utile. Nessun argomento 
                  è tabù. Ma ora è utile che tutti sentano la responsabilità di 
                  non favorire strumentalizzazioni sulla pelle del movimento, in 
                  un momento in cui abbiamo bisogno di tutte le nostre energie e 
                  in cui stiamo riuscendo a produrre l'unico elemento positivo 
                  di questa orribile vicenda: la mobilitazione in Iraq e nel 
                  mondo arabo, che chiede la liberazione delle Simone, di Ra'ad, 
                  di Mahnaz e crea barriera allo scontro di civiltà.


                  A chi già oggi proclama la nostra crisi e la nostra divisione, 
                  credo che sapremo rispondere come sempre, con l'iniziativa e 
                  con la pratica, con la nostra autonomia - cercando di non 
                  perdere la testa né la bussola dentro questo orribile incubo.


                  *Presidenza nazionale dell'Arci 








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