[NuovoLaboratorio] voto immigrati - parere positivo del Cons…

Delete this message

Reply to this message
Author: Roberto Faure
Date:  
Subject: [NuovoLaboratorio] voto immigrati - parere positivo del Consiglio di Stato
Il principio applicato dal Comune di Genova (voto agli immigrati residenti)
trova conferma da parte del massimo organo di Giustizia Amministrativa, in
un importante parere in materia di elezioni del Consiglio di Circoscrizione
richiesto dalla Regione Emilia. Il Consiglio di Stato conferma
indirettamente il principio sostenuto per la "riforma" genovese, cioè
l'assenza di limiti costituzionali e la legittimità di attribuire il voto
agli immigrati residenti da parte del Comune con il suo Statuto (e quindi,
ritengo, anche da parte degli altri enti locali con potestà statutaria:
Regione, Provincia, Città metropolitana).

C'è da notare che il Consiglio di Stato afferma quello che tanto sognamo di
sentirci dire dalla Corte Costituzionale: che "tutti i residenti, cittadini
e non, ivi compresi cioé gli stranieri che, per ragioni di lavoro, vivono
stabilmente nel territorio comunale" fanno parte della "popolazione";
e quindi, direi io e molti costituzionalisti più preparati di me, fanno
parte del "popolo" a cui appartiene la sovranità a sensi dell'art. 1 della
Costituzione. Penso che molti coglieranno l'immenso significato che avrebbe
il consolidamento di un simile principio a livello giuridico-politico e
quindi di Costituzione materiale.

Un altro punto a nostro favore.

Saluti a tutti

Roberto Faure


da: http://www.stranieriinitalia.it/
(e vedi Il Sole 24 Ore di giov. 9.9.2004, pag. 12).

<<BOLOGNA - Gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia potranno
votare alle elezioni dei consigli di Quartiere, se lo Statuto del Comune di
residenza lo prevede.

Questo, in sintesi, il contenuto del parere espresso dal Consiglio di Stato,
su richiesta avanzata dalla Regione Emilia-Romagna.

Lo ha reso noto ieri la Giunta. Il Consiglio di Stato ha chiarito che
l'affermazione secondo cui i quartieri rappresentano le esigenze della
"popolazione" - contenuta nell'art. 17 del testo unico delle autonomie
locali - va intesa nel senso che "di essa fanno parte tutti i residenti,
cittadini e non, ivi compresi cioé gli stranieri che, per ragioni di lavoro,
vivono stabilmente nel territorio comunale e sono quindi pienamente
legittimati, al pari dei cittadini, a fare valere di fronte alle istituzioni
le proprie particolari esigenze connesse con il loro radicamento nel
territorio".

In questo senso, per il Consiglio di Stato, sono legittimi gli Statuti di
quei Comuni emiliano-romagnoli, a partire da quello di Forlì, che hanno
esteso il diritto di elettorato attivo e passivo agli stranieri
legittimamente residenti in Italia nelle elezioni degli organi
circoscrizionali.

"Si tratta di un parere di grande importanza - ha detto l'assessore
all'Innovazione amministrativa e istituzionale della Regione Emilia-Romagna,
Luciano Vandelli - particolarmente per due affermazioni: il concetto di
'popolazione' che (nel ricomprendere anche gli stranieri regolarmente
residenti) prende atto della trasformazione delle nostre collettività
locali, di cui fanno parte pienamente tutti coloro che vivono, lavorano,
abitano nelle nostre città e nei nostri comuni; il riconoscimento
dell'autonomia di ciascun comune nel regolare le elezioni nei propri
Quartieri, potendo anche estendere il diritto di voto all'intera
popolazione.

Il Consiglio di Stato ha così accolto pienamente l'interpretazione della
norma sostenuta dalla nostra Regione. E' un arricchimento per la democrazia
locale, che può giovare, in maniera significativa, alla migliore
integrazione degli immigrati".
Ad avviso dell'assessore alle Politiche sociali e all' immigrazione della
Regione, Gianluca Borghi, "si tratta di un importante risultato che potrà
essere messo a frutto già nel 2006 quando in Emilia-Romagna saranno chiamati
al voto alcuni Comuni, tra cui Ravenna. Il passo successivo sarà ora quello
di sancire il principio che per il voto amministrativo ai residenti
stranieri (Regione, Province, Comuni) è sufficiente una legge nazionale e
non una modifica della Costituzione.

L'accesso all' elettorato attivo e passivo dei cittadini stranieri si dovrà
poi saldare con il sistema delle consulte e di rappresentanza previste dalla
nuova legge regionale 5/2004 per l'integrazione sociale dei cittadini
stranieri immigrati, approvata nel marzo scorso".

(10 settembre 2004)>>