On Friday 10 September 2004 09:57, Dario Biagetti wrote: > Buongiorno a tutti,
> vi invio quanto era uscito dai due incontri prima dell'estate
> sul tavolo della proprieta' intellettuale.
>
> "
> Precarieta' e proprieta' intellettuale
>
> Nell'economia della flessibilita' totale si richiede al precario di
> essere piu' intelligente possibile: per adattarsi, mettersi in
> relazione con il "team" e per imparare e auto-innovarsi. Ma
> l'intelligenza e' la nostra facolta' piu' incontrollabile. Proprio per
> tenere sotto controllo l'intelligenza dei precari al lavoro nuove
> catene globali sono state messe a punto: la ricattabilita', che
> caratterizza ogni forma di flessibilita', e la proprieta'
> intellettuale, che consente al potere economico di controllare i
> flussi di conoscenze e innovazione.
>
> Grazie alla proprieta' intellettuale (brevetti + copyright) si
> impedisce l'accesso ai farmaci fino al genocidio, bloccando anche
> sviluppi alternativi della ricerca farmaceutica, si ostacola la
> cooperazione sociale bloccando le reti peer-to-peer, si alzano
> barriere artificiali contro l'accesso alle conoscenze e alla
> formazione, soprattutto a danno della formazione permanente.
>
> Proprio la formazione permanente e' ormai un diritto fondamentale del
> lavoratore precario, che innovandosi e acquisendo nuove competenze da
> spendere sul mercato del lavoro puo' sfuggire, almeno in parte, alla
> ricattabilita'. E la proprieta' intellettuale, ponendo balzelli sulla
> distribuzione materiale e immateriale delle competenze, ostacola la
> formazione permanente.
>
> In poche parole, se le conoscenze costituiscono una risorsa economica
> prodotta dalla comunita', la loro riappropriazione collettiva
> attraverso la lotta alla proprieta' intellettuale e la creazione
> di un "sapere di cittadinanza" diventa una posta in gioco
> attualissima.
>
> Durante Incontrotempo vorremmo creare questo collegamento tra
> proprieta' intellettuale e precarieta'. Vorremmo per esempio creare,
> durante i giorni del festival, un'area di autoformazione permanente e
> libera. Oltre alla condivisione digitale, per la quale saranno messe a
> disposizione reti e macchine, si vuole creare anche una sorta di
> peer-to-peer sociale (precariato-to-precariato?), riproducendo
> socialmente cio' che avviene sulle reti. Vorremmo dare spazio per
> workshop, scambi individuali di saperi e esperienze varie di
> autoformazione che possano diventare, automaticamente, autoproduzione
> di diritti. Questa esperienza di "workshop diffuso", tuttavia, rischia
> l'invisibilita' proprio a causa del suo carattere informale: sarebbe
> dunque opportuno presentare il progetto all'inizio di Incontrotempo,
> con una presentazione logistica ma anche politica del progetto.
> "