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> Simona Torretta e Simona Pari sono state rapite.La pace è stata rapita.In
> questa guerra che miete vittime di ora in ora, non vi è più alcuna
> distinzione tra chi è in Iraq a muovere guerra e sottomettere un popolo, e
> chi è lì con enormi sacrifici a cercare di rendere meno dura e triste la
> vita di civili. Simona e Simona sono state rapite.Loro stanno pagando per
> chi, come i ministri occidentali della guerra, sta cercando di far credere
> che questa non è una guerra di conquista ma uno scontro di civiltà.Questo
> messaggio viene lanciato puntualmente in ogni tragica occasione e ad ogni
> ricorrenza attraverso la stampa e attraverso iniziative "solenni" come
> quella di questo 11 settembre che si terrà ad Otranto,città nota come centro > di prima accoglienza dei profughi sbarcati sulle nostre coste in cerca di
> aiuto, ma anche città emblema della resistenza occidentale alle invasioni
> turche nel XV secolo, simbolo quindi dello scontro atavico tra due religioni > e due civiltà.
> La pace è stata rapita.La storia di Simona e Simona, giovani donne umili,
> generose e altruiste,verrà raccontata e riplasmata da chi, cercherà di
> strumentalizzarle per farci credere che il popolo iracheno è un popolo
> barbaro, violento, incivile e per questo va
> sottomesso,educato,democratizzato.
> Simona e Simona sono state rapite. E con loro si riapre la strada della
> fuga, la strada che viene presentata come unica alternativa alle ONG che sul > fronte di guerra e di terrore terrorismo e guerriglia, sono gli occhi
> dell'"altra" verità: quella che "altri" non vogliono farci conoscere. L'
> opposizione irachena viene demonizzata, la guerra viene osannata come unico > rimedio per porre fine a questa ondata di terrore.La parola diplomazia è
> stata cancellata dal dizionario sempre più ridotto dei nostri politici e
> riapparirà soltanto quando gli stati vincitori (se ce ne saranno) dovranno
> spartirsi il petrolio iracheno o gli appalti per la ricostruzione di quella > terra ingrassata di sangue, e ci ribadiranno il concetto che questa guerra è > stata fatta per preservare noi,la nostra sicurezza e il nostro benessere.
> NOT IN MY NAME!, non in mio nome, noi singoli cittadini e aderenti alle
> associazioni pacifiste sentiamo di dire ancora più forte in questo momento. > Chiediamo al governo italiano il ritiro delle truppe dall'Iraq per
> permettere finalmente l'autodeterminazione di un popolo, la speranza ad una > vita serena senza esplosioni e per permettere che le nostre amiche pacifiste > siano liberate in nome della pace.
> Noi non ci aspettiamo molto ma sperare è l'unica cosa che ci rimane.Oltre
> alle mobilitazioni che faremo.In questi giorni dimostreremo la nostra
> vicinanza ideale alle ragazze rapite e esprimeremo la richiesta di fare
> tutto ciò che è possibile, e forse più, per la loro liberazione. Il nostro
> grido pace senza se e senza ma si unisce al grido di centinaia di giovani
> vite innocenti, di piccoli corpi straziati di vite violentate, ricordando
> anche i 156 bambini morti a Beslan e le migliaia di vittime del terrorismo e > della guerra globale.
> Le associazioni pacifiste del Salento si sono riunite in questi giorni per
> organizzare una grande mobilitazione l'11 settembre a Otranto in alternativa > e non opposizione alla celebrazione commemorativa delle vittime del
> terrorismo organizzata dalle istituzioni e in contestazione pacifica e
> pacifista all' altra pubblica manifestazione nel Castello di Otranto,in cui > si terranno collegamenti da Washington, New York, Mosca e Nassirya che
> ribadiranno le loro insulse e ipocrite motivazioni a questa in-utile guerra. > La società civile è invitata a prendere parte.
> RETE SALENTINA CONTRO LA GUERRA
> (L'appuntamento è a Otranto alle 16,30 di sabato 11 settembre, in una piazzetta che verrà meglio specificata da chi ha fatto richiesta. Daremo un
appuntamento epr andare la Lecce con le auto.) > _________________________________________________________________
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