Author: Paola Manduca Date: Subject: [NuovoLaboratorio] domani in pzza de ferrari alle 18 -liberare i
rapiti, ritirare le truppe
care/i
stasera in pzz de ferrari con un sms-call eravamo in molti
da milano e roma ho notizia che anche li ci sono state immediate presidi in piazza e da fermiamo laguerra un comunicato ed una chiamata a manifestare (sotto)
per domani a genova
l'appuntamnto all'ora in silenzio a piazza de ferrari per manifestar ein molti per la liberazione dei 4 ostaggi operatori di pace in Iraq e fermamente ribadire la richiesta di ritiro delle truppe dall'iraq.
diffondete l'appuntamento, mostriamo la nostra solidarietò e rinforziamo la richiesta di ritiro delle truppe
a presto
pm
Inoltro alle liste il Comunicato inviato alle tv arabe, dopo una riunione svoltasi presso la sede di Unponteper...
a Roma ci stiamo organizzando per un sit-in domani sera presso la sede di Unponteper a piazza Vittorio alle ore 19.00 per ribadire il nostro messaggio pacifista. Chi raccoglie l'appello alla mobilitazione per una presenza in tutte le piazze italiane, segnali l'iniziativa. Credo che le iniziative sarebbero più visibili se si potesse coordinarle nella stessa fascia oraria. Saluti Nella Ginatempo
forwarded:
Noi, movimento italiano per la pace, fratelli e sorelle di Simona Pari e di Simona Torretta, operatrici di pace in Iraq, chiediamo alle persone che le detengono insieme ai due operatori iracheni, Ra'ad Alì Abdul-Aziz e Mahnaz Bassam, di liberarli subito. Vi chiediamo di considerare quanto danno state provocando alla causa della pace e a quella del popolo iracheno.
Come ha scritto l'Unione delle comunità islamiche in Italia, "testimoniate coscienza di un debito di riconoscenza nei confronti di coloro che hanno condiviso la sofferenza del popolo iracheno negli anni dell'embargo, che sono rimasti nel paese quando dal cielo piovevano le bombe, che non l'hanno abbandonato neanche in questi mesi orribili di confusione e violenza".
Vi chiediamo di non spezzare il filo di solidarietà che, nonostante e contro l'embargo prima e la guerra poi, nonostante e contro le scelte del nostro governo, persone come le nostre sorelle hanno mantenuto tenacemente e coraggiosamente, ad esempio rifornendo di acqua la popolazione assediata di Falluja e Najaf.
"Un ponte per", la loro Ong, insieme a centinaia di organizzazioni sociali e politiche del nostro paese, ha organizzato gigantesche manifestazioni a favore della pace e per il ritiro delle truppe straniere dall'Iraq, e ha cercato di non abbandonare gli iracheni all'arbitrio dell'occupazione militare.
In nome di questa lotta e della verità, vi scongiuriamo: liberateli subito.
Al popolo iracheno e a tutti gli amanti della pace nel mondo, e in Italia, chiediamo di aiutarci nel tentativo di salvare la vita di Simona Pari, di Simona Torretta, di Ra'ad Alì Abdul-Aziz, di Mahnaz Bassam. Erano a Baghdad a nome di tutti noi. Nella loro prigione siamo anche noi, oggi.
La loro liberazione sarebbe uno spiraglio di luce nel buio della violenza. Ancora in queste ore, in molte città irachene, la guerra miete vittime innocenti. Perciò continuiamo a chiedere con fermezza che tacciano le armi, che termini l'occupazione.
Ogni forma di mobilitazione, di pressione, gli appelli e le fiaccolate, i messaggi ai rispettivi governi sono i mezzi di cui disponiamo, noi popolo della pace. Usiamoli tutti, adesso.
Al movimento italiano chiediamo di scendere in piazza, in ogni città, da subito, con i colori dell'arcobaleno e nel nome delle nostre sorelle e dei nostri fratelli sequestrati in Iraq.
Il Comitato italiano Fermiamo la guerra, organizzatore delle marce del 15 febbraio 2003 e del 20 marzo 2004