[Lecce-sf] Fw: [fori-sociali] Appello per la liberazione del…

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Autore: Cinzia Nachira
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Oggetto: [Lecce-sf] Fw: [fori-sociali] Appello per la liberazione delle ragazze e dei ragazzi rapiti in Iraq

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From: "Cristiano Lucchi" <cricco@???>
To: <fori-sociali@???>
Sent: Tuesday, September 07, 2004 9:28 PM
Subject: [fori-sociali] Appello per la liberazione delle ragazze e dei
ragazzi rapiti in Iraq


Appello per la liberazione delle ragazze e dei ragazzi rapiti in Iraq

"Noi, movimento italiano per la pace, fratelli e sorelle di Simona
Pari e di Simona Torretta, operatrici di pace in Iraq, chiediamo alle
persone che le detengono insieme ai due operatori iracheni, Ra'ad Alì
Abdul-Aziz e Mahnaz Bassam, di liberarli subito. Vi chiediamo di
considerare quanto danno state provocando alla causa della pace e a
quella del popolo iracheno. Come ha scritto l'Unione delle comunità
islamiche in Italia, "testimoniate coscienza di un debito di
riconoscenza nei confronti di coloro che hanno condiviso la sofferenza
del popolo iracheno negli anni dell'embargo, che sono rimasti nel
paese quando dal cielo piovevano le bombe, che non l'hanno abbandonato
neanche in questi mesi orribili di confusione e violenza".
Vi chiediamo di non spezzare il filo di solidarietà che, nonostante e
contro l'embargo prima e la guerra poi, nonostante e contro le scelte
del nostro governo, persone come le nostre sorelle hanno mantenuto
tenacemente e coraggiosamente, ad esempio rifornendo di acqua la
popolazione assediata di Falluja e Najaf. "Un ponte per", la loro Ong,
insieme a centinaia di organizzazioni sociali e politiche del nostro
paese, ha organizzato gigantesche manifestazioni a favore della pace e
per il ritiro delle truppe straniere dall'Iraq, e ha cercato di non
abbandonare gli iracheni all'arbitrio dell'occupazione militare.
In nome di questa lotta e della verità, vi scongiuriamo: liberateli
subito. Al popolo iracheno e a tutti gli amanti della pace nel mondo,
e in Italia, chiediamo di aiutarci nel tentativo di salvare la vita
di Simona Pari, di Simona Torretta, di Ra'ad Alì Abdul-Aziz, di Mahnaz
Bassam. Erano a Baghdad a nome di tutti noi. Nella loro prigione siamo
anche noi, oggi. La loro liberazione sarebbe uno spiraglio di luce nel
buio della violenza. Ancora in queste ore, in molte città irachene, la
guerra miete vittime innocenti. Perciò continuiamo a chiedere con
fermezza che tacciano le armi, che termini l'occupazione.
Ogni forma di mobilitazione, di pressione, gli appelli e le
fiaccolate, i messaggi ai rispettivi governi sono i mezzi di cui
disponiamo, noi popolo della pace. Usiamoli tutti, adesso. Al
movimento italiano chiediamo di scendere in piazza, in ogni città, da
subito, con i colori dell'arcobaleno e nel nome delle nostre sorelle e
dei nostri fratelli sequestrati in Iraq.

Il Comitato italiano Fermiamo la guerra, organizzatore delle marce del
15 febbraio 2003 e del 20 marzo 2004
Un ponte per Baghdad


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