[Cpt] ARTICOLO IMPORTANTE

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Car* Tutt*,
Vi giro quest'articolo della Repubblica. Credo che il giornalista che lo
ha redatto abbia scritto qualche inesattezza ( non è possibile, infatti,
che un richiedente asilo si trovi in un Cpt), ma il valore simbolico
della vicenda resta inalterato. L'avvocato citato, Membro dell'ASGI (
associazione studi giuridici sull'immigrazione ) è uno dei massimi
esperti di immigrazione che ci siano in circolazione. Questa importante
decisione, necessaria anche a fare da apri pista per situazioni
similari, genera un precedente positivo: la legge bossi-fini può essere
smantellata anche così. Quello del reale diritto alla difesa è uno dei
punti più dolenti, non l'unico chiaramente, della legge 189/02. Invito
tutti coloro che leggono la mail e che conoscono casi similari di
segnalarli al fine di seguire l'esempio dell'avv. Vitale e cercare di
ricostruire di nuovo un minimo di stato di diritto in questo paese.
Gianluca NIGRO


Il clandestino sconfìgge Bossi di Niccolò Zancan
tratto da Repubblica.it
7 settembre 2004


Un nigeriano si appella ai giudici di Strasburgo: non sarà espulso.
Cronaca di Torino - Forse questa è una storia gigantesca. La Corte
europea per i diritti dell'uomo a Strasburgo ha invitato il governo
italiano a non eseguire l'espulsione di un nigeriano rinchiuso nel
centro di permanenza temporanea di corso Brunelleschi. Lui è un uomo che
da un anno aspetta l'esito di una richiesta di asilo politico.

È un immigrato di fede cristiana scappato da una persecuzione religiosa.
Strasburgo ha stabilito un principio che le legge Bossi-Fini nemmeno
contempla. E cioè che non si può espellere dall'Italia un uomo senza
permesso di soggiorno mentre un tribunale sta valutando le sue ragioni.
In buona sostanza: la clandestinità non può essere una condizione che
priva gli esseri umani dei loro diritti giuridici. Come il diritto alla
difesa e a una conduzione corretta del procedimento penale. Quest'uomo e
il suo avvocato hanno aperto una strada nuova. Inedita. Sono scampati a
un decreto di espulsione, dalla parte della ragione. La prefettura di
Torino è stata costretta ad annullare il provvedimento.

L'avvocato si chiama Gianluca Vitale. Nel suo ricorso ha affermato che
le legge italiana viola la convenzione europea dei diritti dell'uomo e
della libertà. Articolo tre: «Nessuno può essere sottoposto a
trattamenti inumani e degradanti». Articolo tredici: «Ognuno ha di¬ritto
ad un ricorso effettivo». E allora si capisce che questa è la storia di
un immigrato, ma è anche molto di più.

È la storia delle gabbie e dei container di corso Brunelleschi. Dei
tantissimi nuovi immigrati, in fuga dagli orrori del mondo, che fanno
domanda di asilo politico. Lui stava per essere rimpatriato prima ancora
che venissero discusse le sue istanze, cacciato senza diritto di parola:
«Mentre in Nigeria la situazione è tutt'altro che pacificata».

Lui era un numero sulle statistiche della polizia, un uomo invisibile.
Adesso cammina per la città, è tornato a essere una persona.

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