Lähettäjä: claorsi@inwind.it Päiväys: Aihe: [Forumlucca] Fwd: Cecenia, stuprate e martiri
Grazie. Ora sappiamo perché ci sono stati tutti quei morti nella scuola. E possiamo dormire sereni.
> Cecenia, stuprate e martiri
> http://www.peacereporter.org/it/canali/storie/031204cecenia/ >
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> Le donne cecene vittime di violenze sessuali da parte
> dei soldati russi reagiscono spesso votandosi al
> martirio in nome della causa indipendentista
>
>
>
> Grozny (Cecenia, Fed. Russa) 4 dicembre 2003 - La
> famiglia Kugayev viveva alla periferia del villaggio
> di Tangi-Chu. Quella notte, come ogni altra, Visa e
> Rosa avevano messo a letto i loro cinque figli vestiti
> di tutto punto, pronti per fuggire rapidamente in caso
> di pericolo. E quella notte il pericolo si
> materializzò intorno all´una, quando il silenzio del
> villaggio che dormiva fu spezzato dal rombo dei motori
> di tre camion militari russi e dalle secche raffiche
> di fucili mitragliatori. Così i soldati russi
> annunciano solitamente il loro arrivo.
>
> I coniugi Kugayev si svegliarono di soprassalto. Visa
> corse a svegliare la figlia maggiore, Elsa, di
> diciotto anni, dicendole di svegliare i suoi fratelli
> e sorelle minori e di scappare. Ma non fecero a tempo.
> Quattro soldati della 160esima divisione corazzata
> dell´esercito russo sfondarono la porta e fecero
> irruzione in casa. Tutti si aspettavano il solito
> comportamento, la solita perquisizione in cerca di
> guerriglieri fuggiaschi o di armi, condita da urla,
> insulti, minacce, botte e distruzione delle povere
> suppellettili della casa. Invece no.
>
> Quella notte i militari entrarono in silenzio,
> puntarono dritti verso la camera dei figli e presero
> Khava, la sorella mezzana di tredici anni. Ma subito
> mollarono la presa accorgendosi della presenza di
> Elsa, la maggiore. La presero e la portarono via,
> mentre lei urlava chiedendo aiuto ai familiari, che
> non potevano fare nulla sotto la minaccia dei
> kalashnikov puntati addosso. Usciti dalla casa i
> militari, Adlan, il fratello più piccolo, corse fuori
> dalla porta per inseguire la sorella, ma un soldato lo
> colpì alla testa col calcio del fucile facendolo
> svenire.
>
> Elsa venne portata in una caserma, violentata
> ripetutamente e infine strangolata. I Kugayev sono
> fuggiti in Inguscezia, da dove hanno lottato per
> chiedere giustizia. E dopo tre anni hanno vinto. Il
> colonnello Yuri Budanov, che quella notte del 26 marzo
> 2003 guidava l´operazione dal cassone di un camion,
> dopo essere stato assolto in primo grado, è stato
> condannato in appello a dieci anni di prigione per
> rapimento, omicidio e stupro. Purtroppo Budanov è uno
> dei pochi ufficiali russi ad aver pagato per le
> proprie azioni: la giustizia russa tende ad insabbiare
> ogni caso che riesca ad arrivare fino in tribunale.
>
> I casi di violenza sessuale su ragazze cecene da parte
> di militari russi sono all´ordine del giorno. E
> costituiscono, oltre che una tragedia e un´ingiustizia
> che pesano come macigni sull´immagine del Cremlino, la
> principale causa di un fenomeno triste e inquietante.
> Gli stupri sono la causa principale di conversione
> delle donne alla lotta armata, o meglio al terrorismo
> suicida. Le vittime delle violenze, che nella società
> cecena subiscono il biasimo e l´emarginazione da parte
> della collettività, si chiudono in loro stesse e
> spesso si votano alla morte diventando shaheed,
> martiri.
>
> E´ stato, ad esempio, il caso delle sorelle Ganiyevys,
> due kamikaze del commando ceceno che il 23 ottobre
> 2002 parteciparono alla famosa azione al teatro
> Dubrovka di Mosca. Tutto si risolse con un blitz delle
> forze speciali russe che, facendo uso di gas letali,
> uccisero 118 persone tra ostaggi e sequestratori.
> Aminat e Khadizhat, nel 2001 erano state rapite dai
> soldati russi come Elsa, e come lei violentate dai
> militari. Vennero rilasciate. Tornate al loro
> villaggio non parlarono più con nessuno. In quel
> silenzio di vergogna e rancore maturarono la loro
> decisione di sacrificare le loro vite per la causa
> dell´indipendenza cecena.
>
> Purtroppo, la risposta di Mosca a questo fenomeno
> nuovo delle donne kamikaze è stata la peggiore
> possibile. Dopo la tragedia del teatro il Cremlino ha
> avviato un´operazione militare in Cecenia mirata a
> colpire le donne cecene sospettate di partecipare alla
> lotta armata separatista. L´operazione "Fatima",
> questo il suo nome in codice, è stata ovviamente
> pretesto di nuove violenze contro le donne. E produrrà
> nuove martiri e nuovi martirii.
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> Enrico Piovesana
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