Il presidente dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI), Arrigo
Bolfrini, lancia l'allarme: il governo sta tagliando i fondi all'Anpi;oltre
ad essere a rischio le celebrazioni del 60° anniversario della Liberazione,
si sta cercando di cancellare la Resistenza.
per questo viene lanciato un appello: ognuno sottosciva a favore dell'ANPI,
facendo un versamento sul conto corrente postale n° 36053007, intestato
ad Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, Comitato nazionale, via degli
Scipioni 271 00192 Roma; il contributo può essere portato anche presso tutte
le sedi dell'Anpi.
massimiliano
27.08.2004
Vogliono cancellare la Resistenza
di Arrigo Boldrini
C?è chi vuole farla finita con la Resistenza.
L?Associazione Nazionale Partigiani d?Italia (ANPI) è nata nel giugno 1944,
quando era ancora in corso la guerra di Liberazione dall?occupante nazista
e dalla dittatura fascista. Noi che verso la metà del secolo scorso ci battemmo
perché all?Italia venissero restituite la libertà e la dignità di cui il
fascismo l?aveva defraudata, ci impegnammo a far sì che restasse viva e
venisse tramandata la memoria storica della Resistenza e che i princìpi
ispiratori, i valori e gli ideali della lotta di Liberazione divenissero
patrimonio del popolo italiano ed essenziali nella formazione e maturazione
delle generazioni successive alla nostra.
Eravamo - e siamo tuttora - profondamente convinti che la nostra esperienza
possa essere di esempio e di monito per far comprendere il valore della
Libertà, il rischio di perderla, il sacrificio che occorre per riconquistarla;
per far nascere nelle coscienze, quindi, la volontà di affermarla, difenderla,
arricchirla. Dunque abbiamo difeso sempre gli ideali dell?antifascismo e
della Resistenza.
Ideali trasfusi in gran parte nella Costituzione della Repubblica, ci siamo
battuti contro ogni rischio di ritorni autoritari, abbiamo contribuito alla
formazione di una coscienza civile che è il più saldo cemento dell?identità
e dell?unità nazionale, garanzia di pace e di collaborazione tra i popoli.
Oggi l?Anpi è fortemente impegnata perché il 60° della guerra di Liberazione
sia degnamente celebrato in tutta Italia. Finora ha dovuto far fronte con
mezzi esclusivamente propri agli enormi oneri che ne derivano - non è stata
ancora approvata la legge per il 60° - e per giunta si vede sostanzialmente
privata anche del contributo statale che pure era stato sancito da una legge
a suo tempo approvata dai due rami del Parlamento. Infatti, l?attuale maggioranza
ha ridotto di ben il 55% un modesto contributo che era già stato decurtato
del 10% nel 2002. Questo in vigenza di una legge triennale, scaduta proprio
con il 2003, quindi senza nessuna garanzia per i prossimi anni.
A questo si aggiunge lo scandalo del recente voto con cui la commissione
Difesa del Senato ha approvato il disegno di legge di An, che riconosce
come legittimi belligeranti gli appartenenti al cosiddetto esercito della
sedicente repubblica sociale italiana. Ricordo che queste formazioni furono
costituite da un ente, la Rsi, che non è mai stato un governo legittimo,
ma sorto per volontà del nazismo e alle sue dirette dipendenze. E che quelle
formazioni ebbero quasi esclusivamente funzione antipartigiana, al servizio
e sotto il comando del Terzo Reich, contro cui il legittimo governo italiano
aveva dichiarato guerra nell?ottobre 1943. I militari della Rsi parteciparono
a numerose efferate stragi di civili perpetrate nei venti mesi della lotta
di Liberazione, collaborarono all?arresto e alla deportazione di cittadini
italiani e stranieri di religione ebraica, furono responsabili di collaborazionismo
con il nemico e di torture e sevizie contro i combattenti della libertà.
Un insulto, insomma, alla memoria dei Caduti e ai sentimenti di chi si battè
per la libertà. Una grave ferita alla Costituzione e alla storia dell?Italia
libera e democratica.
Sono due episodi, a torto considerati minori, che hanno un forte valore
simbolico e pratico, avvenuti entrambi in Parlamento. Ecco perché appare
difficile non ipotizzare che dietro questi fatti ci sia un preciso disegno
politico per farla finita una volta per sempre con la Resistenza, la memoria
storica, il ricordo di pagine che a taluno possono essere indigeste. E che
quindi vorrebbe cancellare e riscrivere.
L?ANPI lancia una sottoscrizione nazionale, facendo appello alla sensibilità
di tutti gli antifascisti, di quanti operano nelle istituzioni, nel mondo
del lavoro, nell?associazionismo, perché possa continuare una battaglia
che riguarda tutti i cittadini sensibili ai valori fondanti della nostra
Repubblica.
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