[Cm-milano] cm biblio

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Autor: pesce
Data:  
Assunto: [Cm-milano] cm biblio
Il giorno 26-08-2004 14:44, ajorn@??? scrivette:
> ...avete da suggerire titoli di libri pubblicazioni e quant'altro vi viene in

mente???

questo è un disordinato taglia incolla fatto di segnalazioni bibligrafihe
passate su questa lista:

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"La filosofia morale della bicicletta" di Sabina Morandi
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Usi del disordine : identita personale e vita nella metropoli / Richard
Sennett. - (Genova) : Costa & Nolan, (1999). - 186 p. ; 22 cm. ((Trad. di
Loriano Salvadori.

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Bicycling Science
Third Edition
David Gordon Wilson
Paper / April 2004
A new, updated edition of a popular book on the history, science,
and engineering of bicycles,
by MIT mechanical engineering professor emeritus David Gordon Wilson.
Price $22.95

http://mitpress.mit.edu/images/products/books/0262731541-f30.jpg

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Titolo: Il ciclismo nel delitto / Cesare Lombroso ; incisioni originali di
Alberto Manfredi
Pubblicazione: Milano : F. Sciardelli, 1988

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Comunicazione-guerriglia : tattiche di agitazione gioiosa e resistenza
ludica all'oppressione / Autonome A.f.r.i.k.a. gruppe (Luther Blissett,
Sonja Brunzels) ; prefazione di Wu Ming Yi (Roberto Bui). - Roma :
DeriveApprodi, 2001. - 191 p. ; 23 cm. (Trad. di Mirna Campanella, Elena
Modolo) tit. orig.: *Handbuch der Kommunikationsguerilla.

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Piccolo trattato di ciclosofia / Didier Tronchet ; traduzione di Lorenzo
Bernini. - Milano : Pratiche, (2001). - 156 p. ; 20 cm.

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Film
Jours de Fête" di Jacques Tati.
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Il piccolo diavolo nero / Gianfranco Manfredi. - Milano : M. Tropea, 2001.
- 351 p. ; 23 cm.
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Tre uomini in bicicletta / Paolo Rumiz, Francesco Altan ; note tecniche di
Emilio Rigatti. - Milano : Feltrinelli, 2002. - 168 p. : ill. ; 21 cm.
consigliato!
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Gino Bartali : la vita, le imprese, le polemiche / Paolo Costa ; con
un'intervista di Marco Pastonesi. - Portogruaro : Ediciclo, c2001. - 220 p.
: ill. ; 21 cm.
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Provos : Amsterdam 1960-67: gli inizi della controcultura / Matteo
Guarnaccia. - Bertiolo : AAA edizioni, 1997. - 155 p. : ill. ; 21 cm.
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Piccolo trattato di ciclosofia / Didier Tronchet ; traduzione di Lorenzo
Bernini. - Milano : Pratiche, (2001). - 156 p. ; 20 cm.
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Dopo l'automobile / Colin Ward. - Milano : Eleuthera, (1992). - 167 p. ; 19
cm. (Trad. di Andrea Buzzi)
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Stephen Kern, Il tempo e lo spazio. La percezione del mondo tra otto e
novecento, Bologna, Il Mulino, 1995, p.143ss.:

«La bicicletta era circa quattro volte più rapida dell'andatura a piedi, e
furono lanciati allarmi sul pericolo di procedere 'frontalmente con la
bicicletta' muovendo contro il vento a velocità così elevate [agosto 1896].
Il disegno della bicicletta la rendeva difficile da montare, ma ciò divenne
più semplice dopo il 1886, quando le ruote furono fatte di misura uguale e
rese più comode nel 1890 con l'uso dei cerchioni pneumatici. In America
Sylvester Baxter osservò [ottobre 1892] che la bicicletta 'accelerava le
facoltà percettive dei giovani e li rendeva più vigili'; un critico francese
attribuì l'eccitazione per il ciclismo al semplice piacere del movimento,
intensificato da un senso di padronanza sull'ambiente [1896]. Una
valutazione penetrante della sua influenza sulle facoltà sensibili umane e
sulle relazioni sociali fu fatta nel 1898 da Maurice Leblanc in un romanzo
sul ciclismo dal titolo Voici des ailes!: sul frontespizio, il disegno di
una donna a petto nudo, con una camicia sbottonata che pende sotto la
cintura, i capelli che fluttuano nel vento, ai polsi nastrini che volano
liberi mentre pedala su una bicicletta alata... il che nell'insieme lascia
presagire la liberazione sessuale, sociale e spaziale che le due coppie
sposate del libro sperimentano durante un giro in bicicletta. Nel primo
giorno di uscita, Pascal osserva al suo amico Guillaume che nulla evoca
l'idea della velocità più del ronzio dei raggi di una bicicletta. Sulla
strada le coppie sentono un nuovo ritmo del movimento, un senso
ineguagliabile di penetrazione nel mondo che li circonda, mentre i loro
sensi si dischiudono a nuovi luoghi del terreno. Essi sperimentano un senso
nuovo del tempo, come se muovessero in un sogno invece che nella campagna
francese. Il vapore e l'elettricità sono solo utili all'uomo, ma la
bicicletta trasforma il suo corpo con un paio di gambe più rapide».
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Il messaggero : l'arte di andare in bicicletta & il caos della
metropoli, Travis Hugh Culley. - Milano : Garzanti, 2002.

The bicycle is a revolution, an assault on civilian territory, intent
upon taking, from the ground, responsibility for the shape of our cities. It
is a mutiny, challenging the ever-one-way street. The bicycle is a
philosophy, a way of life, and I am using it like a hammer to change the
world and to redeem our war-torn cities."
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Gianni Brera: "Coppi e il diavolo" (Baldini & Castoldi). Brera era un
grande scrittore prestato allo sport. La descrizione dell'ammazzamento
del porcello è straordinaria.
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Luigi Bario: "Bella bici" (Stampa Alternativa). E' solo un manualetto,
ma mosso da ottime intenzioni.
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Vasco Pratolini: "Cronache dal Giro d'Italia (maggio-giugno 1947) -
introduzione di Goffredo Fofi postfazione di Alberto Polverosi (Edizioni
La Vita Felice)
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Vasco Pratolini: "Al giro di italia - V.P. al 38° giro d'Italia (14
maggio - 5 giugno 1955) a cura di Ermanno Paccagnini (Edizioni La Vita
Felice). Per ciclostorici e ciclofilologi. O forse non solo.
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Mario Debiasi: "5 continenti in bici" - Prefazione di Claudio Gregori
(Motta editore). Fotografie, e che fotografie. Bella prefazione. L'ho
recensito tempo fa su questa mail-list.


un noir a tema ciclistico, può interessare. recensione in:
http://www.diario.it/cnt/articoli/libri/359duridamorire.htm)


marco pastonesi
"vai che sei solo"
storie di gregari (e non solo)
prefazio di fracisco moser
libreria dello sport


Sempre l'espresso on-line ha una discreta sezione bibliografica sulla
bicicletta, andare a vedere:
http://www.espressonline.it/ESW_articolo/0,2393,26560,00.html
se non è uno di quegli indirizzi che cambiano sempre. Se no frugare
dentro www.espressonline.it/ cercando sport>>in bici>>libri

"Bicicrazia. Pedalare per la libertà", edito da Nonluoghi Libere
Edizioni.

Si tratta di un breve saggio nel quale guardo alle problematiche della
mobilità (e dell'urbanistica) nel quadro generale del sistema di
mercato e dei costi sociali che genera (tra i quali quelli
addebitabili al trasporto motorizzato) nonché dell'inerzia e dei
ritardi istituzionali che caratterizzano l'Italia (dal governo
centrale alle amministrazioni locali).

Il volume, che ha una prefazione di Michele Boato del quale da oltre
vent'anni condivido l'impegno ecologista, ha una prima parte in cui
affronto sommariamente le questioni della velocità degli spostamenti e
del consumo energetico, cui si aggiunge un'analisi dei costi sociali
del mercato con particolare riferimento ai trasporti (sono riportate
alcune indagini che rivelano dati empirici impressionanti). Le
politiche di promozione della bicicletta sono al centro di un lungo
capitolo nel quale riporto gli appunti presi a una conferenza
internazionale in Norvegia cui partecipavano tecnocrati, militanti
ciclofili e altri studiosi della materia che esponevano nel dettaglio
le esperienze dei Paesi nordici, ma anche della Gran Bretagna e
dell'Australia. Il libretto, descrive alcune forme di impegno civile
per una mobilità libera e pulita (citando tra l'altro gli Amici della
bici e Critical mass) e una serie di esempi concreti di follia
politica, tecnica e amministrativa in termini di mobilità e di spazi
negati alle biciclette. Inoltre, c'è un accenno al totale impazzimento
del trasporto merci (su gomma) in Europa, un altro dei fenomeni
generati da un modello economico irrazionale e dannoso. Nella parte
finale sono descritte alcune esperienze di percorso urbano (a Roma, a
Napoli e altrove) e alcuni viaggi; in appendice, alcune note utili a
chi va in bicicletta e un manifesto americano per l'urbanistica
sostenibile.

Allego qui sotto il testo della quarta di copertina e di una notizia
sul libro diffusa venerdì dall'agenzia Ansa.

Resto a disposizione per eventuali richieste di informazioni o altri
contatti e/o iniziative.

Un saluto cordiale,

Zenone Sovilla

z.sovilla@???

(Tel. 0461858452)

www.nonluoghi.net

www.nonluoghi.info

______________________

LA QUARTA DI COPERTINA


Uno dei risultati del pensiero unico neoliberista applicato alla
società è l'esplosione del traffico motorizzato Le conseguenze dannose
di questo fenomeno si articolano su vari livelli: tra i più vistosi,
il soffocamento dei centri abitati, che genera malattia e morte di
esseri umani. In un sistema complessivo nel quale l'individuo e la
collettività devono accollarsi i costi sociali provocati dalle
dinamiche del mercato, sono in ritardo, eternamente alla rincorsa di
un'emergenza, anche le iniziative istituzionali per rendere
all'universalità dei cittadini, almeno, l'aria pulita.

I fallimenti di queste politiche sono addebitabili, tra l'altro,
all'ottuso ostruzionismo nei riguardi di uno strumento come la
bicicletta, che nell'ambito delle scelte italiane di urbanistica e
mobilità viene ancora relegata al rango di giocattolo per il tempo
libero.

L'Autore, avvalendosi di una mole di dati empirici e delle
testimonianze di numerosi esperti stranieri, dimostra che la
bicicletta può essere, al contrario, il mezzo di trasporto sano
attorno al quale costruire una svolta radicale, per una mobilità
libera e pulita.

La bici, integrata ai mezzi collettivi, con le innovazioni
urbanistiche e sociali derivanti da questa rifondazione, consentirebbe
di ripristinare condizioni decenti nell'atmosfera e di catalizzare il
benessere delle persone, svolgendo funzioni di prevenzione sanitaria.

Inoltre, nel roboante contesto attuale annichilito dai motori e dalla
mercificazione bellica della vita, bicicletta è sinonimo di socialità,
partecipazione democratica, nonviolenza, convivenza solidale.
Dall'emergenza dello smog all'utopia della bicicrazia.

***

Zenone Sovilla (Belluno, 1964), già attivo in movimenti ecopacifisti
italiani e stranieri, è un giornalista-editore che va in bicicletta.

Michele Boato, tra i fondatori delle prime liste verdi d'Italia, è
direttore dell'Ecoistituto del Veneto Alex Langer e della Rivista
Gaia, ecologia, nonviolenza, tecnologie approriate.


BICICRAZIA. PEDALARE PER LA LIBERTA' Saggistica, maggio 2004, 156
pagine, 10 euro.

______________________

'BICICRAZIA - PEDALARE NELLA LIBERTA»
(ED. NONLUOGHI LIBERE EDIZIONI, PP.154, EURO 10).
La bicicletta con la sua carica «dolcemente eversiva» può essere
l'arma solidale e non violenta per sconfiggere il traffico motorizzato
e inquinante dannoso per corpi ed anime. Lo sostiene con entusiasmo e
cifre alla mano Zenone Sovilla, giornalista-editore che va in
bicicletta, in un saggio, dedicato a Daniela che (naturalmente) «ama
pedalare».
Attivo in movimenti ecopacifisti, Sovilla vede nel traffico
motorizzato il risultato del «pensiero unico neoliberista» con
conseguenze dannose quali il soffocamento dei centri abitati e, quel
che è peggio, gravi danni alla salute degli uomini.
Secondo un rapporto diffuso dall'Agenzia nazionale per l'ambiente,
citato da 'Bicicrazia', gli italiani che vivono ad alto rischio smog,
sono almeno 9 milioni e il principale elemento aggressivo per la
salute sono le polveri sottili, pm10, ritenute responsabili di 3.500
decessi l'anno, 1.900 ricoveri per disturbi respiratori, 2.700
ricoveri per problemi cardiovascolari, 31.500 attacchi di bronchite
acuta e 30 mila crisi d'asma nei bambini.
Cifre che da sole dovrebbero indurre, cittadini e amministratori, a
un decisivo cambiamento di rotta facendo della bicicletta il mezzo di
trasporto strategico negli spostamenti urbani. Invece Sovilla,
analizzando lo status di alcune città Italiane, in particolare Roma,
sottolinea come per amministratori e politici, la bicicletta sia «al
massimo uno strumento per il tempo libero (da usare nei parchi o qua e
là lungo il fiume), non un mezzo di trasporto che potrebbe alleviare
il forte impatto del traffico che deturpa la città».
Il che fa passere i ciclisti per degli sfaccendati gaudenti quando
invece sono persone molto serie, determinate a riprendersi spazi
urbani, tempi di vita e aria pulita per tutti, e riuniti in diverse
organizzazioni la più famosa di tutte 'critical mass' che
periodicamente organizza manifestazioni su due ruote (ma vanno bene
anche gli skateboard e i pattini) per riprendersi le strade cittadine.
«La bicicletta - sostiene Sovilla - può essere il mezzo di
trasporto sano attorno al quale costruire una svolta radicale per una
mobilità libera e pulita». «La società che investe nella bicicletta -
conclude nell'ultimo paragrafo - semina dialogo e rispetto tra gli
esseri umani e nel rapporto con l'ambiente naturale, restituisce ai
bambini e ad altri soggetti deboli il diritto di vivere gli spazi
urbani senza rischiare la vita, destabilizza il metodo gerarchico
introducendo prassi libertarie, indica che un'economia dell'altruismo
e del confronto rispettoso è possibile per attenuare le perdite
causate dal moloch della competizione ed è conveniente per l'individuo
e per le comunità». L'autore non manca di ricordare Marco Pantani e
la tragedia del doping. (ANSA).


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da "Guerra agli umani", Wu Ming 2 (2003)


"Per questo, quattro anni fa ho venduto l'automobile. Lavoravo fuori città
Facevo il casellante. Ogni mattina, quaranta minuti di coda per arrivare
allo svincolo. La sera stessa musica. L'esaurimento nervoso non s'è fatto
aspettare.
Cado in depressione ogni volta che il semaforo sgocciola auto nel gorgo di
un incrocio.
Il traffico metropolitano è un trafico d'armi. Guerra umanitaria per
difendere il sacro diritto al risparmio di tempo. Ma pensando ai soldi,
cioè ore di lavoro, spesi per acquistare un'auto e rifornirla di
carburante, per pagare lavaggi e pagare posteggi, più il tempo bruciato nel
portarla dal carrozziere e i soldi della manutenzione e le giornate
trascorse a scegliere il modello adatto, mi sono chiesto dove sia finito il
tempo risparmiato. Una bella bicicletta me ne regalava di più.
Eppure c'è voluto l'esaurimento per convincermi. Vendere l'auto e spostarsi
in bici. Morale: lacrime, bruciore agli occhi, tosse cronica. Ho provato a
tornare indietro - fermi tutti, mi sono sbagliato - ma il nuovo stipendio
non me lo permetteva. Avevo cambiato lavoro: il casello dell'autostrada era
troppo lontano per la bicicletta. Da allora niente più auto. Ho pure
disimparato a guidarla. Allo stesso modo, ho deciso di vivere nei boschi
perchè quaggiù non vado bene nemmeno come lavacessi. Allo stesso modo, non
mangio carne perchè non posso permetterla. Poi , certo, trovo l'allevamento
intensivo una terribile crudeltà che riversa sul genere umano cascate di
karma negativo, vaste e imponenti come il Niagara degli sciacquoni,
l'Iguazù dei piatti sporchi, l'Oceano mare dei bidet. Acqua potabile per
pulirsi il culo: non conosco ingiustizia più odiosa."
(Capitolo 2. pagine 11 e 12)

"Porteremo altrove la civiltà troglodita? La porteremo sull'asfalto delle
città, per bloccare il traffico insieme a centinaia di ciclisti?"
(Capitolo 48. pagine 307 e 308)