Autor: pkrainer Data: Assumpte: [Cerchio] Fw: A tutta manetta
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> A tutta manetta
> ANDREA COLOMBO
> Ipolitici italiani, in stragrande maggioranza, fanno tutti un doppio
> lavoro: all'attività politica affiancano quella di guardie carcerarie in
> pectore. Quando grava nell'aria l'olezzo di galera, le pur lievi
> differenze tra i due poli scompaiono per trasformarsi in identità
> completa. E' stato così ai tempi non lontani della sciagurata campagna
> contro l'«emergenza microcriminalità», e poi di nuovo in occasione delle
> manovre congiunte atte a vanificare l'«indultino». E' ancora così in
> quest'estate del 2004, con le forze maggiori di destra e di sinistra che
> si coalizzano per esorcizzare ogni proposta di amnistia. «Non basterebbe
> a risolvere il problema delle prigioni», ripetono concordi diessini e
> berluscones, nazionalalleati, leghisti e margheritini. In effetti
> servirebbe solo a rendere meno insopportabili le condizioni in cui
> versano alcune decine di migliaia di detenuti. Faccenda secondaria.
>
> Il copione si ripete quando dai detenuti stipati nelle patrie galere si
> passa al latitante Cesare Battisti. Il ministro della giustizia accusa
> la sinistra europea «di difendere assassini e latitanti». I
> rappresentanti italiani della stessa sinistra passano al contrattacco e
> addossano al guardasigilli leghista la responsabilità di essersi fatto
> scappare il serial killer. Se la Lega avesse vistato il mandato europeo,
> il turpe Battisti starebbe già dietro le meritate sbarre. Nobile
> competizione.
>
> Sarebbe il caso di fare chiarezza. Il fatto strano, nella vicenda che
> riguarda l'ex leader dei Pac, non è la fuga del medesimo, comprensibile
> per chiunque e giustificata dal diritto elementare a evitare la galera
> se appena possibile. E' la determinazione degna di miglior causa con la
> quale il governo italiano persegue l'obiettivo di incarcerare un signore
> che ha rotto ogni ponte con il suo passato e che non rappresenta da
> decenni alcun pericolo per l'ordine pubblico, né italiano né francese.
> Un uomo la cui biografia «criminale» andrebbe inscritta, interpretata e
> giudicata nel quadro di una fase storica lontana e passata. Superata per
> tutti tranne che per i politici italiani.
>
> Neppure le argomentazioni del ministro degli interni Pisanu, pur di
> tutt'altro livello rispetto agli sbraiti del collega guardiasigilli,
> valgono a controbilanciare la palese necessità di chiudere anche nelle
> aule di tribunale un capitolo che nella storia del paese è chiuso da
> un'eternità. Il rischio di una nuova ondata terroristica, che potrebbe
> risultare incoraggiata dal'«impunità» di Battisti, è, se non
> inesistente, certo inattuale. Lo dimostra il recente pentimento della
> neo brigatista Cinzia Banelli, che sta ai pentimenti degli `80 come la
> ripetizione in farsa alla tragedia originale. La deposizione di Antonio
> Savasta, nel 1982, portò a un paio di migliaia di denunce. In quella
> della «compagna So», non c'è una sola denuncia nuova.
>
> Non si tratta di reticenza: è solo che il «nuovo terrorismo», fatti
> salvi i lutti e le tragedie che ha prodotto e può ancora produrre, è una
> faccenda più che marginale, limitata a pochi singoli individui. Per
> dargli qualche spessore occorre scomodare l'anarco-insurrezionalismo,
> poco più di una leggenda metropolitana.
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> Sarebbe già qualcosa se la ferocia con cui il nostro governo e la nostra
> opposizione inseguono un manipolo di persone che non rappresenta più
> alcun pericolo si spiegasse con una semplice, ancorché selvaggia, sete
> di vendetta. Ma il ministro padano non è un giustiziere della notte. E'
> un cacciatore di teste che insegue la preda sperando di incassare in
> cambio, al posto della taglia, un gruzzolo di voti sonanti.
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> Purtroppo non sono migliori né più nobili le motivazioni di quei partiti
> d'opposizione che lo inseguono e di fatto lo spalleggiano, anch'essi a
> caccia di voti forcaioli. Pardon: moderati.
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