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Comunicato stampa

Roma, 5 agosto 2004





I militari turchi applicano gli stessi metodi di al Qaida nei confronti dei kurdi.



Nei giorni scorsi siamo stati testimoni davanti alla tv della tragedia di un lavoratore turco che è stato ucciso con un colpo di pistola alla testa dai membri di al Qaida. ORRORE! Non c'è altra parola che possa definire tali gesti. Atti del genere non sono umani e non hanno scusanti. La stampa mondiale ha giustamente fatto circolare la notizia biasimandola. Ma, purtroppo nel nostro paese, in ogni parte del Kurdistan, abbiamo vissuto e viviamo quasi ogni giorno gli stessi orrori, che non vengono ugualmente riportati all'attenzione del mondo.



Già un mese fa parlammo dei militari turchi che avevano tagliato l'orecchio di un guerrigliero delle HPG (Forze di difesa popolare), ucciso nella zona di Mus durante uno scontro. Proprio tre giorni fa, nella zona di Dersim, in un'operazione avviata dall'esercito turco durante il Festival del Munzur, c'è stato uno scontro con alcune unità guerrigliere delle HPG. Secondo un comunicato dell'ufficio stampa delle HPG, hanno perso la vita 3 guerriglieri fra i quali una donna, di nome Ruhal Akyildiz (23 anni, di Mazgirt), insieme con i suoi compagni Serdar Morsumbul (30, Bingol) e N. Muhammed Kerim (Kerkuk). Non solo sono stati uccisi, secondo quanto riportato dai famigliari il corpo di uno dei guerriglieri è stato ritrovato senza testa, un altro senza un braccio, mentre sui corpi erano riconoscibili le impronte degli stivali dei militari, probabilmente prima di morire erano stati presi a calci (le foto sono a disposizione su www.kurdistan.it, www.uikionlus.com ).



Domandiamo perché quando al Qaida compie degli omicidi efferati si parla di orrori, mentre quando si tratta degli atti disumani perpetrati dall'esercito turco non è un orrore? Tutto quello che si pratica nei confronti dei kurdi, come dimostrato i fatti più recenti, non può essere definito in altro modo che ORRORE. Non dimentichiamo che violenza crea violenza, aggravando i contrasti. Quello che sta succedendo è il ripetersi di atti avvenuti anche negli anni passati, il popolo kurdo non dimenticherà queste immagini, come non ha dimenticato quelle del passato. Anche la peggiore delle guerre segue dei principi, nei confronti dei kurdi i turchi e il mondo non hanno principi. Nessuno è mai stato processato, gli atti perpetrati non hanno giustificazione, ciò non è compatibile con nessun valore molare e umano. Gli orrori che si perpetrano sui kurdi vengono sempre rimossi e dimenticati.



Nessuna pace duratura sarà possibile se la Turchia non rispetta l'esistenza del popolo kurdo e non abbandona le sue politiche tradizionali. Noi kurdi crediamo alla convivenza, fra tutti i popoli che vivono in quell'area. Tutti quelli che vivono nelle città o sulle montagne, ognuno di noi che si dice democratico, pacifico deve sentire la propria responsabilità per quanto sta accadendo al popolo kurdo, abbracciare tutti i coloro che soffrono e hanno sofferto per la barbarie degli uomini che non riconoscono l'umanità come valore e proseguono la guerra sporca nell'indifferenza del mondo.



Chiamiamo l'opinione pubblica democratica e i media italiani a condannare e prestare attenzione a quanto sta accadendo in Turchia nei confronti dei kurdi e delle kurde che si battono per i diritti, la libertà e la pace.

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