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Autor: Federazione dei Verdi di Lucca
Data:  
Assumpte: [Forumlucca] Darfur: Amnesty chiede al governo sudanese di cessare gli arresti
Dal Gruppo di Lucca 201 di Amnesty International (www.amnesty.luccanet.com):

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COMUNICATO STAMPA
103-2004

DARFUR: AMNESTY CHIEDE AL GOVERNO SUDANESE DI CESSARE GLI ARRESTI E LE
INTIMIDAZIONI NEI CONFRONTI DI CHI PARLA CON GLI STRANIERI

Amnesty International ha sollecitato oggi il governo sudanese a rilasciare
immediatamente e senza condizioni tutte le persone imprigionate nel Darfur
soltanto per aver espresso le proprie opinioni su quanto sta accadendo
nella regione.

A partire dalla fine di giugno, svariate decine di persone sono state
arrestate per aver parlato con rappresentanti di governi stranieri (tra
cui il segretario di Stato Usa Colin Powell e il ministro degli Esteri
francese Michel Barnier), esponenti della Commissione per il
cessate-il-fuoco dell'Unione africana e giornalisti indipendenti o
semplicemente per aver denunciato la crisi in atto nel Darfur.

'Il governo deve assicurare che nessuno degli arrestati sara' torturato o
sottoposto a maltrattamenti nel corso della detenzione e che la
popolazione sudanese sara' libera di parlare del Darfur senza paura di
rappresaglie' ? ha dichiarato Amnesty International.

L'organizzazione per i diritti umani ha reso noti diversi casi recenti di
intimidazioni e arresti nel Darfur.

Darfur settentrionale
Tra il 26 giugno e il 3 agosto i servizi di sicurezza hanno arrestato
almeno 47 persone, nella maggior parte dei casi per aver parlato con
membri di delegazioni straniere. Tra i prigionieri figurano: 15 uomini del
campo di Abu Shawq, arrestati dopo la visita di Colin Powell del 30
giugno; 5 uomini del medesimo campo, arrestati il 27 luglio dopo la visita
del ministro degli Esteri francese Michel Barnier; 6 uomini, compreso il
capo del villaggio di Abu Jereda, arrestati tra il 15 e il 17 luglio in
questa localita', dopo aver parlato con rappresentanti della Commissione
per il cessate-il-fuoco dell'Unione africana; 2 altre persone, arrestate
dalle milizie janjawid a Kabkabiya e da queste tuttora trattenute; altre
persone, tra cui una donna, arrestate il 3 agosto a Mellit per lo stesso
motivo. Gli osservatori dell'Unione africana per il cessate-il-fuoco hanno
invano chiesto di incontrare i detenuti.

Darfur meridionale
Abazer Ahmad Abu a-Bashir, avvocato per i diritti umani, e' stato
arrestato a Nyala il 24 luglio dopo aver presentato al governatore della
provincia una petizione, sottoscritta da diverse etnie locali, in cui si
chiedeva la fine del conflitto. Non e' stato ancora formalmente
incriminato, ma puo' avere contatti con i suoi avvocati.
Buthayna Mohamed Ahmed, dirigente dell'Unione delle donne sudanesi, e'
stata arrestata il 29 luglio ed e' tuttora detenuta in stato di isolamento
nella prigione di Nyala, a causa delle sue iniziative per la pace e il
disarmo delle milizie janiawid.

Darfur occidentale
Quattro esponenti di primo piano del gruppo etnico Masalit sono stati
arrestati il 17 luglio nel campo di Ardamata, situato alla periferia di Al
Jeneina, per aver invitato le proprie comunita' di sfollati a non
rientrare nei villaggi fino a quando non sarebbero stati sicuri e per aver
parlato con non meglio identificati 'stranieri'. I quattro sono stati
rilasciati il 3 agosto.

Dopo il summit della Lega Araba sul Darfur, che ha avuto luogo lunedi' 9
agosto, il governo sudanese ha nuovamente promesso di migliorare la
situazione dei diritti umani. Amnesty International chiede che cessino gli
arresti di coloro che denunciano gli abusi dei diritti umani nel Darfur.

La necessita' di entrare nel Darfur, di verificare e di riferire sulla
situazione dei diritti umani si fa sempre piu' vitale. Amnesty
International chiede che sia consentito l'accesso immediato e senza
impedimenti, in tutte le aree (compresi i centri di detenzione) e in tutte
le comunita' del Darfur, ad avvocati, personale incaricato di verificare
il cessate-il-fuoco, osservatori sui diritti umani, operatori umanitari e
giornalisti.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 10 agosto 2004


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