[NuovoLaboratorio] Appello Urgente Solidarieta'!

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Autore: Carlo Ghione
Data:  
Oggetto: [NuovoLaboratorio] Appello Urgente Solidarieta'!
Una mail ed un fax per Roberto!

ROMA: LICENZIAMENTO POLITICO ALLA COOP SOCIALE IL CIGNO DI CESENA

Roberto, 47 anni, coniugato con una figlia, è stato licenziato oggi, 30 luglio 2004, dalla cooperativa sociale il Cigno di Cesena.

Hanno aspettato la fine di Luglio per licenziare Roberto, un assistente di base che lavora da circa 15 anni nella Casa di Riposo Comunale Roma 1, in appalto alla cooperativa Il Cigno di Cesena.

Roberto ha solo questo lavoro che ha fatto sempre con dedizione, interagendo e relazionandosi positivamente con gli anziani della casa di riposo.

Roberto era iscritto ad un sindacato non concertativo ed era in causa con la cooperativa per una lettera di richiamo che aveva impugnato.

Inoltre aveva scritto nel luglio 2003 all'Osservatorio del Lavoro di Roma una raccomandata con ricevuta di ritorno in cui denunciava le gravi carenze sulla sicurezza della struttura e sulle dinamiche lavorative. quella lettera, pur giunta a destinazione, non è stata mai protocollata all'Osservatorio, tanto che a distanza di un anno ha dovuto riprodurla e consegnarla a mano.

L'accusa che gli viene fatta si basa su un controllo notturno straordinario, unico in 6 anni di appalto, fatto proprio nella notte in cui era in turno, accusando ingiustamente lui e la collega di essersi distesi a dormire lasciando incustodito il reparto. Un episodio sconcertante, anche per le modalità, che è stato oggetto di interrogazioni in Consiglio Comunale.

La cooperativa sociale Il Cigno di Cesena si definisce cooperativa onlus Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Marche, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Toscana e che approva i suoi bilanci (con più di 16 milioni di euro di fatturato) mediamente con poche decine di soci presenti su circa 700, che paga i suoi lavoratori 700/800 euro al mese mentre i suoi dirigenti centrali si "riconoscono" stipendi da super manager aziendali.

Una cooperativa che continua a prendere appalti dal Comune di Roma ma che non ha nessun interesse per i suoi soci lavoratori che usa spremere fino all'ultimo e gettarli via dopo che si sono rotti la schiena, nessuna formazione, nessuna supervisione, nessuna assemblea sociale decentrata, solo monarchia, autoritarismo piramidale e licenziamenti selvaggi.

Impegnadoci da ora ad ogni azione possibile di denuncia e di lotta, invitiamo tutti ad esprimere da subito solidarietà a Roberto inviando una nota di protesta all'Assessore al Lavoro di Roma, Luigi Nieri emal: l.nieri@???
e faxando alla sede della coop Il Cigno di Cesena 0547-22602 (all'attenzione della Presidente Anna Grazia Giannini) oppure un telegramma a 'IL CIGNO COOPERATIVA SOCIALE' Viale Europa, 654 - 47023 Cesena (FC).

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I TENTACOLI DELLA COOP. IL CIGNO CHE HA LICENZIATO ROBERTO

Dietro il licenziamento. Storie di clientele e malaffare negli appalti che l'Assessorato alle Politiche Sociali affida alla cooperativa Il Cigno.
Chi è la cooperativa che ha licenziato Roberto? Come sta espandendo i suoi tentacoli a Roma? Cooperativa bianca da 19 milioni di euro di fatturato annuo e 890 soci. Gestisce appalti a Iesi, Milano. Cesena, Forlì, Roma ecc ecc. Una sede centrale con una ventina di stanze. Una presidente in carica da parecchi anni legata ad un personaggio della confcooperative.
Sono entrati nel mercato romano dopo una gara sulle case di riposo comunali. Dopodichè hanno preso di tutto senza gara. L'assunzione di personaggi chiave legati al V° Dipartimento V° fa espandere i servizi in maniera esponenziale: Viene nominato tra i responsabili romani della cooperativa un certo "Pinuccio", legato da relazione sentimentale con una funzionaria del Dipartimento. Insieme inventano un servizio di teleascolto notturno e diurno formando in proprio personale strettamente raccomandato. All'inizio qualcuno di essi possiede appena la terza media.
Apre il centro diurno anziani fragili "Il Pineto". La responsabile comunale dell'area case di riposo chiede alla coop. Il Cigno che venga nominata una sua "nipotina" prediletta. Così avviene. Il cigno esegue ed incassa. Un funzionario sindacale del Dipartimento V° chiede l'assunzione di un'intera famiglia: fratelli mogli fidanzate. Così avviene. Il Cigno esegue. Decolla così il servizio di portineria della Cooperativa Il Cigno.
Questa è sola la parte più romantica del racconto. Alla successiva puntata parleremo del ruolo della CGIL FP all'interno della cooperativa Il Cigno. Ci fermiamo qui per ricordare che Roberto è stato licenziato ieri 30 luglio su commissione "mafiosa". Egli aveva denunciato senza timore l'irregolarità dei mezzi di trasporto fuorinorma degli anziani. Ad alta voce nei corridoi parlava di un grave incidente ad una anziana causato da un cantiere aperto nella casa di riposo senza misure di sicurezza. Roba nascosta e fatta passare come caduta accidentale per coprire qualcuno. Roberto diceva sempre che la cooperativa non può gestire la pensione di un anziano e favorirlo negli accompagni col pulmino rispetto ad altri anziani. Roberto parlava troppo, nelle riunioni chiedeva al Responsabile nazionale lo straordinario festivo. Ma gli hanno dato invece qualcosa di più, come nella Sicilia del prefetto MOri: lo hanno licenziato. AIUTIAMOLO !. Continuiamo a tartassare di email l'Assessore Nieri del PRC l.nieri@??? l'Osservatorio del lavoro m.pica@??? E di fax LA COOPERATIVA IL CIGNO 054722602, e di messaggi il sito della cooperativa http://www.coopilcigno.it. Chiediamo che Roberto sia reintegrato. Grazie
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Qui di seguito ho fatto un taglia e cuci delle news sulle ispezioni che sono il preambolo a questo licenziamento.

CONTROLLATI I LAVORATORI DELLE CASE DI RIPOSO

E' successo stanotte dalle 12.15 all'una: contemporaneamente nelle 4
case di riposo per anziani del Comune di Roma un responsabile del
Comune di Roma e un responsabile della cooperativa Il Cigno hanno
fatto il bliz per cogliere eventualmente in flagrante i lavoratori(
portieri e assistenti domiciliari) in tenuta non conforme al piano di
lavoro.

Clap clap: è l'istintiva battuta di mani che ci viene da fare su
questo lavoro straordinario notturno dei dirigenti.

Vorremmo che la stessa attenzione l'avessero sui pulmini non a norma
senza elevatore e senza climatizzatore, sulla scadente qualità del
vitto che viene dato agli anziani, sulla carenza di personale, sulle
infiltrazioni di acqua piovana, sulle uscite di sicurezza, sul
salario indecente.....

Grazie Walter!





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NOTA STAMPA 13 LUGLIO 2004

ROMA/ CASE DI RIPOSO COMUNALI
AZIONI POLIZIESCHE SUI LAVORATORI DELLE CASE DI RIPOSO.
INTERROGAZIONE AL SINDACO DELLA CONSIGLIERA COMUNALE ADRIANA SPERA, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE LAVORO (TESTO ALLEGATO ALLA PRESENTE EMAIL).

E' stata depositata oggi un'interrogazione urgente dalla Presidente della Commissione Lavoro del Consiglio comunale di Roma, on. Adriana Spera, sul blitz effettuato nel mese scorso dalla Cooperativa sociale Il Cigno, assieme a funzionari e dipendenti comunali, nei confronti di 6 assistenti domiciliari e 4 portieri, soci lavoratori della cooperativa stessa, che erano in turno di notte nelle case di riposo comunali.
E' successo nella notte tra il 16 e il 17 giugno u.s. dalle 00.20 alle ore 01.00: Contemporaneamente nelle 4 case di riposo per anziani del Comune di Roma 4 dipendenti del Comune di Roma, in tandem con 4 dirigenti della cooperativa Il Cigno, hanno fatto un blitz notturno per cogliere in flagrante i lavoratori in eventuale tenuta non conforme al piano di lavoro.
L'episodio assume un aspetto grottesco se si considera che non è mai stata istituita la commissione paritetica per la qualità prevista anni fa dal V° dipartimento. Inoltre, dirigenti, dipendenti e funzionari, che dovrebbero essere soggetti a controllo per la gestione dei servizi, assumono loro stessi la veste di controllori e cercano di individuare nelle ultime pedine della catena lavorativa una qualche responsabilità.
Quando nei servizi sociali alla persona i lavoratori vengono vissuti come controparte unica cartina di tornasole della qualità mentre il fulcro dei servizi sociali si sposta sul volontariato si tende, a nostro avviso, a minare le serene relazioni di cui questi servizi hanno bisogno, proprio per il compito delicato da svolgere a favore delle persone.
Vorremmo suggerire al Comune di Roma e alla ASL RME qualcosa da controllare veramente, ad esempio nella casa di riposo Roma 1:
1)Assenza di sistemi antiscivolo e di protezione alle scale nonostante vi siano anziani disabili carrozzati. (Circa 10 anni fa nella struttura Roma 3 (Pineta sacchetti) è morta un'anziana carrozzata a seguito di una caduta dalle scale);
2) Carrelli portabiancheria non a norma;
3) Percorsi e ascensore della biancheria sporca non differenziati da quelli del trasporto del vitto ai piani;
4) Armadietti degli operatori senza il doppio scomparto per lo sporco e il pulito;
5) Inadempienza su Formazione, aggiornamento e qualificazione degli operatori;
6) Visite ortopediche specifiche di medicina del lavoro per le patologie muscolo-scheletriche degli operatori non effettuate;
7) Pulmino per il trasporto degli anziani senza aria condizionata e pedana di sollevamento.
8) Ambienti non climatizzati;
9) Fili elettrici e d'antenna penzolanti in più parti delle struttura;
10) ecc ecc ecc.

SI ALLEGA ALLA PRESENTE NOTA L'INTERROGAZIONE DELL'ON. ADRIANA SPERA.




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1 luglio 04
Cari forumisti,
Oggi il Corriere della Sera Roma, nella rubrica "La città ne parla", mette in evidenza l'episodio del controllo notturno in grande stile fatto da dipendenti comunali e dirigenti della cooperativa Il Cigno nelle 4 case di riposo comunali sui soci lavoratori della cooperativa il Cigno ( 6 assistenti domiciliari e 4 portieri)
Il Corriere ha operato tagli ad arte sulla segnalazione facendola così apparire anche nel titolo come una lamentela dei controllati che vogliono sapere in anticipo quando passa il controllore. Invece così non è...
Di seguito per chi è interessato il link della pubblicazione e il "succo" della richiesta di rettifica.

http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=CRONACA_DI_ROMA&doc=LATELLA2

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Caro Corriere della Sera cronaca di Roma,

Mi permetto di chiedervi di pubblicare una precisazione sul taglio che oggi avete dato alla lettera centrale de "La città ne parla".
Premetto che ringrazio per la pubblicazione e che comprendo la necessità redazionale di fare dei tagli ma mi dispiace il senso dato alla mia lettera. In essa non c'è assolutamente una pretesa del controllando di sapere in anticipo quando avverrà il controllo ma si richiede trasparenza nelle procedure di verifica e, soprattutto, un controllo totale della qualità dei servizi nelle case di riposo.
Inoltre, credo che esistano delle normative nazionali, locali e prefettizie che disciplinano la materia dei controlli nei luoghi pubblici.
Spero di essere riuscito a spiegare meglio il mio pensiero. In ogni caso, vi rimando di seguito le parti della lettera che non sono state pubblicate:


"....neanche dove opera il presidio di vigilanza armata (casa di riposo Roma III). "

"Nella casa di riposo Roma 1 il funzionario direttivo e il responsabile della coop. Il Cigno, vestiti con abbigliamento sportivo e calzando scarpe da ginnastica, forse per poter meglio realizzare l'effetto sorpresa, hannoprovocato una certa agitazione del portiere che stava seduto davanti alla Tv e gli hanno intimato di non seguirli nel giro di controllo interno."

"Mi chiedo quale legittimità e formazione professionale abbiano avuto l'assistente domiciliare comunale e il tecnico comunale (livello B5 e B4) per un delicato controllo notturno su assistenti domiciliari, soci di una cooperativa. "

"Quale garanzia di imparzialità ed equilibrio può offrire un controllo senza un preliminare accordo con le organizzazioni sindacali per stabilire procedure di verifica e risorse umane impiegate. Oltretutto, paradosso dei paradossi, uno dei controllori era il padre di uno dei lavoratori controllati."

"Ricordo che, secondo direttive del Dipartimento V°, dovrebbero già funzionare commissioni paritetiche sulla qualità dei servizi dove tutte le parti, lavoratori compresi, siano rappresentati. Propongo di mettersi veramente tutti intorno ad un tavolo per analizzare le carenze e risolverle. Senza trascurare i mezzi usati per il trasporto degli anziani che non sono climatizzati e non hanno pedane di sollevamento. Senza trascurare gli ausilii per la movimentazione delle persone non autosufficienti al cui utilizzo gli operatori non sono stati addestrati. Non mi sembrerebbe irrilevante parlare anche di quel minimo di ore annue di formazione e qualificazione dovute agli operatori di cui ci si è dimenticati. E via dicendo. Altrimenti, i "passi felpati" dei controlli, mirati e unilaterali, rischiano solo di minare le relazioni e il clima lavorativo senza produrre quei miglioramenti che gli anziani e gli operatori delle case di riposo si aspettano."




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