da carta n. 29
IMPUTATI E PROMOSSI
Trentuno poliziotti alla sbarra a Napoli spartire da dicembre; ventinove
nell'udienza preliminare per i fatti della Diaz un'altra quarantina di
agenti - polizia, carabinieri, penitenziaria- che rischiano il processo per
le torture a Bolzaneto. Se non è un terremoto poco ci manca, specie se
consideriamo che tra gli indagati ci sono personaggi dl primo piano, a
cominciare del capo dell'antiterrorismo Francesco Gratteri protagonista con
altri dirigenti della notte dei manganelli alla scuola Diaz. Il terremoto
pero' si abbatte su un apparato dello stato che sembra dotato di misure
antisismiche prova di bomba. Le inchieste, i rinvii a giudizio, le accuse
sembrano lasciare indifferenti í vertici delle forze dell'ordine, per nor
parlare dei ministri o dei leader politici di maggioranza come
d'opposizione, tutti de voti alla consegna del silenzio.
Arriva un'eco debole perfino sui giornali, e bisogna andare in Gran
Bretagna a leggersi il Guardian per trovare un quotidiano nazionale che
dedichi una pagina intera all'apertura dell'udienza preliminare per i fattì
della Diaz. Per i telegiornali italiani la notizia vale ai massima qualche
secondo, come semplice fatto di cronaca. Guai a interrogarsi sulle
questioni politiche, etiche, amministrative delle indagini. Nessuno che
chieda quanto sia credibile l'istituzione Polizia con le notizie che
arrivano dai tribunali. che rammenti la recessita' di ristabilire il
primato della garanzie costituzionali.
Stiamo parlando di reati che vanno dalla falsificazione di prove, ai
pestaggi, addirittura sequestro di persona [contestato dai pin napoletani].
Eppure tutti restano al loro posti, nessuno viene sospeso, anzi fioccano le
promozioni. Nel caso della Diaz i dirîgenti di grado più alto presenziano
personalmente alle udienze. Qualcuno sostiene che sia un segno di rispetto
verso il giudice e anche un segno dl trantran di fronte alle accuse. Ma
sembra piu' un gesto d'arroganza, come dire: siamo qui e nulla ci spaventa,
perché nessuno può toccarci.
A Genova per avvocati, giudici, imputati sara' un'estate di riflessione.
Sia il processo ai manifestanti che quello ai poliziotti sono stati
sospesi. Il
primo riprenderà il 13 settembre: nei frattempo i pm Canepa e Canciani
avranno esaminato i memoriali presentati da alcuni difensori e proposto il
loro contro memoriale. Ci sara' anche da esaminare un'eccezione di militi
dell'intera udienza preliminare per violazione dei diritti della difesa: la
procura non avrebbe consegnalo tutti i filmati a sua disposizione ma sola
una parte. L'udienza preliminare per la Diaz riprenderà il 23 settembre,
nel frattempo saranno inviati tutti gli atti dei procedimento al ministero
degli Interni, indicato dai legali delle vìttime come "responsabile
civile", quindi tenuto a risarcire in caso di condanna, le parti lese nella
"perquisizione" del 21 luglio 2001. A settembre si annuncia una ripreso,
politico-giudiziaria caldissima. Ai procedimenti gia' in corso si
aggiungera' l'udienza preliminare per i fatti di Bolzaneto:
Il fatto che lungo i tronconi d'inchiesta contro chi organizzava le
manifestazioni o vi partecipava, si rincari la dose delle accuse, con il
rinvio a gìudizlo a Cosenza dei tredici attivisti della Rete del Sul
ribelle, non fa che aggravare il quadro. Le contestazioni sono da brivido:
cospirazioni politica, sovvertimento violento dell'ordinamento economico
dello stato, associazione sovversiva.
Gli uomini dello Stato pescati a firmare verbali falsi, a partecipare a
spedizioni punitive finite con decine di persone in ospedale a pestare
ragazzi laser ,restano protetti dal "muro antisismico" e conservano
tranquilli rasente i loro posti e le rispettive sicurezza convinti di farla
franca anche rispetto ad ac Cure tutto sommato lievi; dall'altra parte
tredici attivisti a Cosenza e ventisei a Genova rischiano pene a due cifre
e devono fare i corti con vite distrutte o gravemente compromesse. Quando
parliamo di giustizia ci riferiamo anche a questo.
Visto Genova, da Napoli, da Cosenza questa è una fase storica senza
dlgnita'. Nel senso comune, grazie a migliaia complicità, sta passando
l'idea che in queste aule giudiziarie non stia accadendo nulla di grave e
d'importante. Si vorrebbe già archiviare l'umiliazione inflitta alla
democrazia e alle centinaia di migliaia di persone che partecìparono ai
cortei di Napoli e Genova. in corso una pulizia delle menti, dopo la
lezione data ai corpi. La ricerca della verità in queste condizioni, fa
rima con riconquista della. dignita'..
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"Eppure il vento soffia ancora...."
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antonio bruno FORUM AMBIENTALISTA MOVIMENTO ROSSO VERDE 339 3442011
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visitate il sito del Comitato Verita' e Giustizia per Genova
www.veritagiustizia.it su cui c'e' una rassegna stampa sull'argomento
Il Comitato Verità e Giustizia per Genova raccolgie fondi per la difesa
dichi e' rimasto vittima della violenza delle forze dell'ordine a Genova
nel luglio 2001.
ccp 34566992 ABI 07061 CAB 01400 intestato Comitato Verità e Giustizia per
Genova
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