[Cm-roma] Dubbio...

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Auteur: prupru@libero.it
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Sujet: [Cm-roma] Dubbio...
Per tutti i ciclisti con il portapacchi sotto il culo e una destinazione
esotica quanto il 5 all'esquilino
per i forzati a pedali dell'agosto capitolino
dove le smart inspiegabilmente si ostinano a non prendere la via del mare
e i sanpietrini riflettono
su decadi corrive di estate romana........

ps. (lo so l'avrete letto mille volte......ma questa volta è una dedica
speciale;-)......besos ..................sele)

VIETATO INTRODURRE BICICLETTE

Nelle banche e case di comercio di questo mondo a nessuno gli importa nulla che
qualcuno entri con un cavolo sotto il braccio, o con un tucano, o lasciando
uscire dalla bocca come un uccellino le canzoni che m'insegnò la mamma, o
portando della mano uno scimpanzè con maglia a righe. Ma appena una persona
entra con una bicicletta si produce un tumulto eccessivo, e il veicolo è
espellito con violenza alla strada mentre il suo proprietario riceve ammonizioni
veementi degli impiegati della casa.
Per una bicicletta, ente docile e di condotta modesta, costituisce
un'umiliazione e una vergogna la presenza di cartelli che la arrestano arroganti
davanti le belle porte di vetri della città. Si sa che le biciclette hanno
provato per tutti i mezzi di rimediare la loro triste condizione sociale.
Ma in assolutamente tutti i paesi sulla terra è vietato entrare con biciclette.
Qualcuno aggiunge: "e cani", e ciò raddoppia nelle biciclette e nei cani il loro
complesso d'inferiorità. Un gatto, una lepre, una tartaruga possono in un
principio entrare in Bunge & Born o nei studi degli avvocati nella via San
Martín occasionando solo sorpresa, grande incanto tra telefoniste ansiose o come
tanto un'ordine al portiere perché faccia uscire via questi animali alla strada.
Questo ultimo può succedere però non è umiliante, prima perché soltanto
costituisce una probabilità tra tante, e poi perché nasce come effetto di una
causa e non di una fredda macchinazione prestabilita, orribilmente stampata in
lastre di bronzo o di smalto, tavole della legge inesorabile che schiacciano la
semplice spontaneità delle biciclette, esseri innocenti.
Comunque, attenzione, amministratori! Anche le rose sono ingenue e dolci, però
forse sapete che in una guerra di due rose morirono principi che erano come
fulmini neri, accecati per petali di sangue.
Non occorra che le biciclette albeggerianno coperte di spine, che le aste dei
loro manubri crescano e urtino, che blindate di furore assalgano in legione
contro i vetri delle compagnie di assicurazione, e che il giorno luttuoso si
chiuda con congedo generale delle azioni, con lutto in ventiquattro ore, con
duelli salutati per biglietto.

(CORTAZAR)