Autore: Andrea Agostini Data: Oggetto: [NuovoLaboratorio] a ciascuno le sue scuole pubbliche
da espresso
25-7-04
> A scuola con i Nasi Forati
di michele serra >
>
> Scuole cattoliche, scuole ebraiche e ora anche le scuole islamiche. E se un > nativo americano pretendesse una scuola tutta per se? In democrazia, la
> minoranza è sacra
>
>
> Sono un nativo americano della tribù dei Nasi Forati. Abito in Italia da
> qualche anno e mi trovo benone, nonostante io sia l'unico Naso Forato di
> questo paese. Ho un figlio e vorrei farlo studiare. Secondo la legge
> italiana, tra l'altro, l'istruzione è un obbligo. Ero molto contento di
> mandarlo alla scuola pubblica, che mi piace perché è uguale per tutti. Ma
> ho saputo che, dopo le scuole cattoliche e le scuole ebraiche, si sta
> decidendo di introdurre anche le scuole islamiche.
>
> Allora mi sono detto: perché loro sì e mio figlio no? Mi è stato risposto
> che esiste un problema di quantità, grosso come una casa. I cattolici sono
> moltissimi, gli ebrei sono una comunità piccola ma con identità e
> tradizioni culturali forti e radicate, i musulmani sono ormai il secondo
> gruppo religioso del paese. Mio figlio, invece, è il solo studente Naso
> Forato italiano, e probabilmente l'unico in Europa. Ho risposto che il
> ragionamento non regge, da nessun punto di vista: i diritti non sono mai un > problema di quantità, sono un problema di qualità. Il mio diritto non è
> diverso da quello di cattolici, ebrei e musulmani solo perché loro sono
> tanti. In democrazia, la minoranza è sacra. E nessuno è più minoranza di
> mio figlio.
>
> Ho dunque presentato al Tar, al Provveditorato, al Ministero e a una decina > di altre istituzioni un capitolato molto ben scritto (ho tre lauree),
> giuridicamente agguerrito, chiedendo che venga istituita una scuola
> parificata per Nasi Forati. Naturalmente, ho vinto: nessun giurista, nessun > democratico, nessuna persona dotata di buon senso poteva negare a mio
> figlio lo stesso trattamento che può spettare, qualora lo vogliano, ai
> ragazzi cattolici, ebrei e musulmani. Se le radici sono importanti, allora
> devono esserlo per tutti, nessuno escluso. E se si decide che le radici
> comuni offerte dalla scuola pubblica non bastano più, allora mi prendo
> anche io la mia giusta porzione di diversità.
> Dal primo settembre, dunque, mio figlio frequenterà il primo Liceo
> Parificato Gufo Pedante (fu il più celebre pedagogista del nostro popolo).
> Non avrà sede: la nostra cultura non sopporta la stanzialità, e gli edifici > in muratura ci opprimono. Sarà dunque un liceo all'aperto, che stabilirà di > giorno in giorno dove tenere le sue lezioni, seguendo l'antica traccia
> delle migrazioni dei bisonti (come concessione alle usanze del paese
> ospitante, e per ovviare alla mancanza di bisonti in Italia, la scuola
> seguirà la migrazione delle beccacce). Le lezioni di tiro con l'arco
> saranno sospese durante l'attraversamento dei centri urbani. L'ora di grido > di guerra avrà luogo solo a debita distanza dagli ospedali. L'accampamento
> per i nove docenti e le loro famiglie, e per l'unico alunno, comprenderà
> anche un wigwam palestra e un totem al quale legare il motorino di mio
> figlio.
>
> Le materie principali sono caccia al bisonte, concia dei pellami, guerra,
> teoria e pratica dello scalpo, astronomia e orientamento, cavallo, arti
> sciamaniche, acconciatura, pagaia, epica orale e, ovviamente, religione.
> Mio figlio sarà educato nel culto del Grande Spirito, Manitù. Non
> disponendo di aule, non sarà possibile appendere al muro il simbolo del
> nostro culto, un tronco di sequoia lungo quaranta metri. Mio figlio, che
> l'hanno scorso ha frequentato le scuole medie pubbliche, ha provato ad
> appenderlo accanto al crocifisso facendosi aiutare dal genio civile, ma il
> parziale cedimento della parete lo ha dissuaso. In sostituzione, mio figlio > ha appeso gli scalpi dei ministri Buttiglione e Moratti, ottenendo
> l'imprevisto e clamoroso appoggio di docenti e compagni di scuola. I costi? >
> Secondo i principi della nuova riforma della scuola, anche i costi delle
> scuole private parificate sono in buona parte a carico della collettività.
> Mio figlio pagherà la retta simbolica dei nostri avi, un tacchino vivo, che > verrà consegnato solennemente al capo del governo, in segno di deferenza.
> La somma restante (un milione e settecentomila euro all'anno) la pagherete
> voi contribuenti. Ma non vi lamentate: se la vostra scuola di Stato vi sta
> così poco a cuore, dovete rassegnarvi a mantenere anche le scuole
> confessionali. Dice un antico proverbio dei Nasi Forati: chi ha ucciso il
> bisonte non lo rimproveri perché è morto. Augh!
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