Author: fat@inrete.it Date: Subject: [Cerchio] Contro il razzismo di Stato
Contro il razzismo di Stato
Libertà di circolazione per tutte e per tutti
La drammatica odissea dei trentasette profughi africani raccolti dalla nave tedesca "Cap Anamur" potrebbe essere considerata una metafora che nella sua concretezza aiuta a comprendere meglio il mondo in cui viviamo.
Il dato fondamentale che sottende la maggior parte dei passaggi politico-istituzionali dell'intera vicenda, è la sistematica violazione della legge da parte dello Stato, il soggetto che, "più di ogni altro", dovrebbe rendersi garante del rispetto della stessa.
Anche se qualcuno potrà rimanere sbalordito di fronte a questa semplice constatazione, noi non possiamo fare a meno di rimarcare che non c'è proprio nulla di cui stupirsi.
La "ragion di Stato" è un parametro istituzionale che non si può sottovalutare o considerare come un elemento di contorno. Il Potere, nella sua evoluzione storica, non ha mai esitato a piegare, di volta in volta a seconda delle proprie necessità - norme, consuetudini e cornici giuridiche.
Quando un diritto viene sancito e riconosciuto attraverso idonei strumenti giuridici non c'è nulla che possa garantire la sua inviolabilità. Ad esempio, tutte le costituzioni democratiche possono essere considerate "formalmente" le migliori del mondo: nella realtà, le violazioni dei diritti rappresentano una costante dell'azione di governo di tutti gli stati, democrazie comprese.
Dopo l'11 settembre, l'illegalità dell'azione statuale è diventata una prassi consolidata: stati membri dell'ONU dichiarano guerre al di là delle risoluzioni dell'ONU; stati di diritto fondati sull'habeas corpus praticano costantemente la detenzione preventiva al di là di ogni garanzia giuridica; forze dell'ordine di paesi democratici svolgono i loro compiti repressivi senza disdegnare il ricorso alla tortura o all'omicidio di piazza. Genova 2001 insegna.
L'intera vicenda "Cap Anamur" si inserisce pienamente in questo ragionamento: a trentasette profughi che si erano dichiarati richiedenti asilo è stato dapprima negato l'accesso al territorio italiano per poi venire sbattuti in strutture di dubbia legittimità giuridica che conosciamo tutti fin troppo bene: i Centri di Permanenza Temporanea.
Nel frattempo, i contatti con i legali e gli avvocati di riferimento sono stati pesantemente filtrati dalle autorità locali (prefetture e questure di Agrigento e Caltanissetta) che hanno così impedito agli immigrati di tutelare compiutamente e con cognizione di causa i propri diritti.
Infine, il diniego ufficiale delle richieste di asilo avanzate si è trasformato in un maxi-provvedimento di espulsione collettiva che costituisce, di per sé, un'anomalia rispetto alla legge vigente (la Bossi-Fini) già invalidata in alcuni punti dalla Consulta della Corte Costituzionale.
Dopo una miriade di contraddizioni, incongruenze, omissioni e palesi violazioni dei diritti sfociate anche in violenza repressiva (le cariche del 14 luglio ai manifestanti davanti il CPT di Agrigento, e il pestaggio di un consigliere regionale e di un assessore comunale che si erano rifiutati di uscire dal CPT di Caltanissetta alla fine di una visita), il ministro Pisanu ha espresso soddisfazione per l'esito di tutta la vicenda: non è vero che l'Italia è una frontiera-colabrodo, non è vero che i profughi scappavano dalla guerra in Sudan, non è vero che era compito dell'Italia accogliere chi non va accolto. Linea dura e inflessibilità senza compromessi.
La verità ufficiale la scrive chi detiene il Potere: tutto il resto (Convenzione di Ginevra, Convenzione di Dublino, Costituzione della Repubblica Italiana) se al Potere non è utile, è semplicemente irrilevante.
Dunque, a differenza di molti altri, noi non ci sentiamo particolarmente feriti o rattristati per questo scempio sistematico di convenzioni e trattati giuridici.
Come anarchici, riteniamo che i diritti fondamentali siano scolpiti nei cuori e nelle menti di tutte le donne e di tutti gli uomini in quanto tali.
Che quei profughi fossero o non fossero sudanesi, importa poco: chiunque ha il diritto di potersi spostare come e quando vuole, perché la terra è di tutti. Sono le frontiere che non hanno legittimità alcuna.
Abbiamo apprezzato il tentativo dell'associazione Cap Anamur di far scoppiare in Italia un plateale caso politico su un argomento così importante come l'immigrazione, anche se crediamo che forse qualcuno abbia commesso degli errori di valutazione e che tutto sia sfuggito di mano a causa della durissima reazione governativa, che non ha guardato in faccia nessuno: lo Stato italiano ha dichiarato guerra agli immigrati, e non si può non tener conto di questo.
Come anarchici, abbiamo partecipato attivamente alle mobilitazioni siciliane in queste giornate di luglio poiché pensiamo che è dalle lotte concrete nei territori che si possono innestare percorsi di autentica liberazione sociale.
In Sicilia si cerca di consolidare una rete di individualità e associazioni che si sono date alcune precise e condivisibili parole d'ordine: chiusura dei Centri di Permanenza Temporanea, libertà di circolazione per tutte e per tutti, riconoscimento del diritto d'asilo e costruzione di un'accoglienza vera, dal basso, per tutti gli immigrati.
Costruire e moltiplicare le mobilitazioni antirazziste in tutta Italia è il modo migliore per affrontare un clima di forte intimidazione e repressione messo in atto dai guardiani della Fortezza Europa. Una Fortezza che vogliamo distruggere.
Commissione Antirazzista della Federazione Anarchica Italiana