Ciao a tuttu
ecco le statistiche dell'OMS sugli incidenti stradali in Europa,
coinvolgimento di ciclisti, velocita' consentita:
Pedoni e ciclisti costituiscono il 33% dei decessi per incidenti stradali,
corrispondente a circa 40.000 morti ogni anno. In media, nella regione
europea dellOMS pedoni e ciclisti ammontano a circa il 20% di coloro che
sono coinvolti in incidenti stradali gravi, ma il loro rischio di morte o di
infortunio è notevolmente maggiore rispetto agli utenti di autoveicoli.
Nella Regione Europea dellOMS (comprende 52 paesi) gli incidenti stradali
provocano 127.000 vittime lanno, che corrispondono a 350 morti lasciati
ogni giorno sulle nostre strade. E come se ogni anno lintera popolazione
di una città europea di medie dimensioni rimanesse uccisa in una catastrofe.
Almeno 2,4 milioni sono i feriti e coloro che restano invalidi. Degli oltre
2 milioni di incidenti annuali, circa il 65% avviene in ambito urbano, dove
i pedoni ed i ciclisti sono particolarmente esposti ai rischi della strada.
Le cifre più recenti sono contenute nel nuovo rapporto La prevenzione degli
infortuni stradali: una prospettiva per la salute pubblica in Europa,
(Preventing road traffic injury: a public health perspective for Europe)
La velocità è il killer più spietato sulle strade. Le stime per i paesi
dellUnione Europea indicano che ridurre la velocità media di 3 km/h
salverebbe dalle 5.000 alle 6.000 vite lanno ed eviterebbe da 120.000 a
140.000 incidenti, con un risparmio di 20 miliardi di euro. Aumentare la
velocità di guida da 30 a 50 km/h aumenta di 8 volte il rischio per il
pedone di essere ucciso in un incidente. Per coloro che viaggiano in
automobile, il rischio di morte ad una velocità dimpatto di 80 km/h è 20
volte più alto che a 32 km/h.
In Europa, i bambini ed i giovani pagano il prezzo più alto. Gli incidenti
stradali sono la prima causa di morte per il gruppo di età 5-29, che
rappresenta il 30% delle vittime. Tra i giovani dai 15 ai 29 anni, i maschi
costituiscono l80% del numero totale delle vittime. Lalta velocità e la
guida in stato di ebbrezza rappresentano i principali fattori di rischio.
Tuttavia, è possibile ridurre decessi ed infortuni tramite azioni efficaci
per aumentare la sicurezza di ciclisti e pedoni. Ad esempio, la cittadina
austriaca di Baden ha attuato una strategia di trasporto che presta grande
attenzione agli utenti più vulnerabili della strada e include misure
restrittive del traffico (in circa il 75% della rete stradale cittadina la
velocità massima consentita è 30 km/h o meno). Ciò ha portato ad una
riduzione del 60% di morti e feriti in incidenti stradali fra il 1986 e il
1999. Oggi Baden è una delle città a più alta sicurezza stradale in Austria.
Anche se è difficile attribuire un costo alla vita umana, le stime
dimostrano che, in alcuni paesi, la perdita economica dovuta agli incidenti
stradali ammonta al 2% del PIL. Per i paesi dellUnione Europea, questo
significa circa 180 miliardi di euro allanno. Secondo il rapporto europeo,
lEuropa centrale e orientale sono più colpite dellEuropa occidentale, ed è
probabile che il numero di morti e feriti salirà ulteriormente con laumento
del numero dei veicoli.
Questo pesante fardello di perdite di vite umane si aggiunge ad altri
effetti negativi del trasporto sulla salute, quali quelli provocati
dallinquinamento dellaria, dal rumore, dagli stili di vita sedentari, dal
riscaldamento globale.
Se volete potete trovare vari studi (se volete sul sito c'è anche uno studio
sull'impatto sanitario dell'inquinamento atmosferico nelle 8 maggiori città
italiane)
scaricabili dal sito:
http://www.euro.who.int/transport
http://www.euro.who.int/healthimpact
baci&bici, maria teresa
ps: venerdi e' confermato al macchia rossa alle 20?
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