ASSOCIAZIONE MIGRO
DIRITTI SENZA CONFINI
VIA M. D´AZZEGLIO, 4
45030 GRIGNANO POLESINE (RO)
P. IVA: 93022620293
Rovigo, 17 luglio 2004
OGGETTO: appello per la nave Cap Anamur.
L´associazione Migro-diritti senza confini- di Rovigo fa appello a tutta la società civile locale, in modo che anche dalla nostra città, terra per storia e tradizione di migranti e di profughi, si gridi forte lo sdegno e la vergogna riguardo il modo in cui il nostro governo sta decidendo sul destino delle 37 vite umane tratte in salvo dalla nave Cap Anamur tre settimane fa all´argo delle nostre coste.
Essendo in contatto diretto con i missionari Comboniani (padre Giorgio Poletti) che, assieme ad altri volontari e rappresentanti di associazioni, sindacati e partiti stanno seguendo tutta la vicenda da vicino, siamo venuti a conoscenza giornalmente di come le nostre autorità hanno ostacolato in tutti i modi prima l´attracco della nave a Porto Empedocle, e dopo averne finalmente concesso lo sbarco, i 37 profughi siano stati subito rinchiusi in un Centro di Permanenza Temporanea (un luogo che è molto peggio della galera), mentre un ufficiale della nave , il comandante e il presidente dell´associazione umanitaria Cap Anamur (che opera da più di 25 anni e ha salvato finora un numero altissimo di profughi dalla fame, guerre e carestie) venivano arrestati per favoreggiamento dell´immigrazione clandestina. Ora sono stati rilasciati ma con l´intimazione che la loro nave non potrà più attraccare nei porti del sud Italia. Tutto questo perché? Viene quasi in mente il motivetto:"Se sei buono, ti tirano le pietre!"
Oggi, sabato 17 Luglio è avvenuto l'incontro tra il prefetto di Caltanisetta e i rappresentanti di diverse città italiane ( per Venezia Beppe Caccia) che si sono offerti di dare accoglienza ai profughi della Cap Anamur, ormai ridotti a 23. Questa notte infatti 14 di loro sono stati già portati a Fiumicino per l´espulsione.
L'incontro di questa mattina rivela ancora una volta come in materia d' immigrazione i prefetti non abbiano alcuna autorità, ma siano semplici pedine, dipendenti in tutto e per tutto dal ministero: siamo di fronte ad una vera e propria sospensione dei principi democratici e alla completa inosservanza delle leggi. Gli avvocati testimoni di questo incontro hanno invocato in vano il rispetto degli articoli della nostra Costituzione. Il prefetto, in chiara difficoltà, ancora una volta ha dimostrato palesemente come tutto si decida a Roma, indipendentemente dalle leggi e del rispetto dei diritti umani.
Il nostro governo è solo preoccupato di non poter creare con l´accoglienza dei richiedenti asilo un precedente "devastante" per il futuro ordine pubblico della nostra nazione: orde di profughi che si riverserebbero sulle nostre coste, disturbando il nostro "civile" equilibrio e tenore di vita, comunque reso possibile dallo sfruttamento selvaggio con cui le multinazionali e le potenze economiche occidentali stanno abusando delle risorse "a buon mercato" dei paesi più poveri, gli stessi da cui questi stanno scappando.
Ma del destino di queste persone, di ciò che comporterebbe il ritorno di ognuno di loro dal loro stato di provenienza, cioè tanto per essere espliciti una vita di stenti o morte sicura, non importa a nessuno?
Vorremo inoltre ricordare che in Italia manca (a questo punto pensiamo volutamente) una legge chiara e organica sul diritto d´asilo e sulla protezione umanitaria, e la legge Bossi/Fini (dichiarata più volte da noi e altre associazioni incostituzionale, ma in questi giorni anche dalla consulta della Corte Costituzionale) non ha fatto altro che aggravare la situazione dei richiedenti asilo, costringendoli il più delle volte, per le lente procedure burocratiche, quando va bene alla clandestinità, altrimenti vengono reclusi, come è successo a quelli raccolti dalla Cap Anamur, in luoghi di detenzione "speciali" per immigrati, i C.P.T., ormai tristemente noti per gli scandali (vedi rapporto di Medici Senza Frontiere) e i processi in corso per torture e abusi perpetuati da chi li gestisce ( vedi il Regina Pacis di Lecce).
Ecco allora che dimostrare con forza il nostro sostegno alla Cap Anamur e i tretasette richiedenti asilo è principalmente una semplice questione di CIVILTA´, e farlo basta così poco.
Nello specifico i missionari Comboniani e le associazioni che hanno seguito in questi giorni la vicenda chiedono:
1) inviare mail al MINISTERO DELL´INTERNO chiedendo la concessione dell´asilo politico o del permesso di soggiorno per motivi umanitari ai 37 profughi sbarcati dalla Cap Anamur, prima che siano tutti rimpatriati;
2) Presentare la stessa nota di protesta e richiesta al PREFETTO della nostra provincia.
Per il ministero degli interni utilizzare queste due possibilità:
a) ufficiostampa@???
b) www.interno.it/form/mailform.htm
Ad ogni modo ogni manifestazione o forma di sostegno no è solo ben accetta, ma necessaria!
Pineda Bruna Giovanna
La presidente