[Cerchio] Afghanistan: "Welcome home"

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Autore: leonid ilijc brezhnev
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Oggetto: [Cerchio] Afghanistan: "Welcome home"
Afghanistan: "Welcome home"            
di  Bianca Cerri
13 Jul 2004    
I reduci afgani, tornati in patria da località lontane come Guantanamo, 
hanno avuto la sorpresa di scoprire che le loro case erano state distrutte. 
Bisognava armarsi di cazzuola e cucchiaio e darsi da fare a ritirarle su e 
per fortuna che prima ancora che venisse steso il primo strato di calce 
sono arrivati degli esperti americani a sconsigliare di rifare il solito 
modello squadrato, col tetto di fango che per migliaia di anni gli afgani 
hanno chiamato casa.


Con una pazienza non priva di competenza scientifica, gli esperti USA hanno
avvertito gli afgani senza tetto che costruire alla carlona non paga
perchè, al primo terremoto, le capanne col tetto di fango si sbriciolano
come savoiardi inzuppati.

Henry Kelly, presidente delle Federazione Scientifica Americana (sic..) si
è impegnato a fare subito qualcosa: chiamati alcuni ingegneri del
prestigioso MIT, li ha messi senza indugio al lavoro. Dopo misteriose
elaborazioni, gli scienziati sono giunti ad una brillante soluzione:
sostituire fango e mattoni con il più stabile polistirolo espanso, meglio
ancora se prodotto dalla Dow Chemicals.

Ma come hanno fatto i brillanti studiosi a giungere ad una conclusione
risolutiva tanto presto? Semplice, ha risposto Roger Rasbach, architetto di
Houston, molte case americane usano già il polistirolo per isolare i tetti,
perchè non usarlo per realizzare case in Afghanistan?.

In quattro e quattr'otto, sono giunti nel paese asiatico enormi pannelli di
polistirolo il cui aspetto ricorda quello delle fette di pane in cassetta.
Li ha spediti la Thermsave, garantendone la stabilità. Il segreto risiede
nel modo in cui vengono incollati: se lo si fa per bene, i pannelli non si
spostano di un millimetro, nemmeno se si verificano acquazzoni della durata
di un mese. Per la verità, è difficile che questo avvenga in Afghanistan,
dove piove ogni tre anni, ma meglio restare sul sicuro.

All'inizio, gli afgani si sono mostrati un pò scettici, poi si sono decisi
e nei prossimi due anni, almeno il 15% delle loro abitazioni sarà
realizzato in polistirolo. A convincere quelli che proprio non volevano
saperne ci ha pensato Henry Kelly, con l'aiuto della Shelter For Life
(Rifugio per la Vita - ndr.), un'associazione senza fini di lucro da anni
gira per l'Asia ricostruendo case dove le bombe americane hanno portato
sufficiente distruzione a giustificare il suo intervento.

Gli operai della Shelter hanno tirato su in un battibaleno 20 casette di
polistirolo per mostrare agli afgani la bontà dei progetti di Kelly. Unico
problema: far tirare fuori 100.000 dollari per il piccolo impianto per la
lavorazione del polistirolo da cui ricavare pareti. Anche questa volta è
andata bene: la Shelter è stata abile nel dimostrare che con soli 523$ si
può realizzare una bella villetta di polistirolo di 226 metri quadri,
contro i 1000 necessari per la stessa metratura realizzata in fango e
mattoni: come resistere a un vero affare?.