[Lecce-sf] Fw: [fori-sociali] APPELLO PER LA CAP ANAMUR

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Autor: luisa rizzo
Datum:  
Betreff: [Lecce-sf] Fw: [fori-sociali] APPELLO PER LA CAP ANAMUR

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From: fabio raimondi
To: Forum ; Antirazzismo
Sent: Tuesday, July 13, 2004 4:20 PM
Subject: [fori-sociali] APPELLO PER LA CAP ANAMUR


Il Tavolo migranti dei social forum italiani a fronte della situazione
vergognosa venutasi a creare in questi giorni a seguito delle operazioni di
salvataggio di un'imbarcazione di naufraghi da parte della nave tedesca Cap
Anamur, ritiene che non siano stati violati soltanto i diritti umani di
persone che, fuggendo da zone di guerra e fame, avrebbero dovuto trovare
accoglienza e asilo, ma anche la decenza con l'incriminazione per
favoreggiamento dell'immigrazione clandestina dei responsabili della Cap
Anamur.

Tutto questo mostra ancora una volta che l'Europa che si sta costruendo è,
materialmente e giuridicamente, una fortezza che sta progressivamente
innalzando un muro di ferocia nel mar Mediterraneo. E contro questo muro
dobbiamo far sentire la nostra voce!

Accogliendo l'appello (che trovate qui sotto) lanciato dai compagni
siciliani, il Tavolo invita tutte le realtà che in questi ultimi anni in
Italia si sono impegnate sul terreno delle lotte a fianco dei migranti a dar
vita a manifestazioni di appoggio a quella che si terrà ad Agrigento giovedì
15 luglio (sempre qui sotto trovate l'appello) e di solidarietà ai profughi
e agli arrestati. Facciamoci sentire davanti alle prefetture, davanti ai
cpt, alle ambasciate e ovunque lo si ritenga opportuno.

Iniziative:
Vicenza: stiamo discutendo di un presidio davanti alla prefettura per
giovedì 15 o venerdì 16 luglio

Se volete comunicare le vostre iniziative potete scrivere a questo
indirizzo.

per il Tavolo migranti
Fabio Raimondi



ACCOGLIENZA DIETRO LE SBARRE.
Il calvario dei 37 profughi africani salvati dalla nave tedesca Cap Anamur,
ormai ormeggiata a Porto Empedocle e sottoposta a sequestro, sembra
aggravarsi ora dopo ora senza una prospettiva certa di sbocco. Malgrado le
richieste presentate da diverse associazioni e da rappresentanti politici, e
malgrado i contatti con i governi italiano e tedesco, non è chiaro se
l'Italia concederà l'ammissione alla procedura di asilo.
L'unica cosa certa è che i profughi appena sbarcati dalla Cap Anamur sono
stati rinchiusi nel centro di detenzione di San Benedetto ad Agrigento,
adesso ridefinito "centro di identificazione", e poi forse saranno
trasferiti in Germania, o addirittura rimpatriati nei paesi di provenienza,
con accompagnamento forzato.
Da quanto dichiarato dal governo italiano, dopo le prime sommarie audizioni
da parte delle forze di polizia nel CPT di Agrigento, senza interpreti e
mediatori indipendenti, si tratterebbe di africani di diversa nazionalità ma
non di sudanesi.
Ci auguriamo che le garanzie fornite al Cir ed all'ACNUR consentano a tutti
un accesso effettivo alla procedura di asilo ed una detenzione limitata al
tempo della identificazione.
Ma ancora più grave sembra la condizione del comandante della nave, del suo
secondo e di Elias Birdel responsabile dell'associazione umanitaria Cap
Anamur. Tutti sono stati arrestati e sono adesso accusati del reato di
agevolazione dell'ingresso di clandestini, punito dalla legge italiana con
la detenzione che può superare anche dieci anni. Come risultato del
tentativo di trovare una mediazione, si può dire, un risultato veramente
sconcertante.
La vicenda ha già in sé significati gravissimi, per il comportamento assunto
innanzitutto dal governo italiano ed anche dagli altri Paesi "coinvolti".
Per lunghi giorni è sembrato proprio di assistere al gioco del gatto con il
topo. Promesse, aperture, e poi smentite. Senza tenere conto che comunque i
profughi avrebbero (avuto) diritto a chiedere l'asilo ai sensi dell'art. 10,
co. 3, della Costituzione italiana, che prescinde da qualsiasi accordo
convenzionale o internazionale, ciò che doveva imporre, sin dall'inizio, di
farli attraccare nel porto italiano, senza i patetici rinvii e richiami a
norme comunitarie, utilizzate solo per non assumersi alcuna diretta
responsabilità.
La richiesta di asilo rivolta alla Germania si sta rivelando un passo che
rischia di compromettere il futuro dei profughi e dello stesso equipaggio
della nave che li ha salvati.
Ormai è chiaro che la Germania non accoglierà le richieste di asilo. Ed il
governo italiano considera gli stessi profughi come clandestini.
L'unica certezza è dunque la deportazione da un centro di identificazione
italiano( leggasi centro di detenzione) ad un altro, forse in Germania, e il
rischio, dopo un accertamento sommario delle posizioni individuali, in caso
di diniego del diritto di asilo, di una espulsione verso i paesi di
provenienza e di transito, in violazione dell'art. 33 della Convenzione di
Ginevra che vieta il rimpatrio forzato di quanti rischiano di subire
trattamenti inumani e degradanti.
Di fronte a questa situazione il vasto fronte di solidarietà che si è
costituito in Italia ed in Europa deve chiedere con determinazione che
l'Italia, paese di ingresso effettivo dei profughi nell'area Schengen,
riconosca il diritto di asilo costituzionale e che a quanti sono scampati ad
un naufragio, oltre che dalle tante guerre del continente africano, venga
evitata la detenzione nei "centri di identificazione", con il rischio di una
successiva deportazione.
Questo il frutto avvelenato della "cooperazione rafforzata", conseguenza
degli accordi tra il governo tedesco e quello italiano, consacrata la scorsa
settimana nel vertice a sei di Sheffield, in Gran Bretagna. Una politica di
chiusura anche nei confronti dei richiedenti asilo, che sembra
caratterizzare queste prime fasi dell'Europa allargata.
Bisogna rimettere in discussione i contenuti ed i criteri applicativi delle
Convenzioni di Schengen e di Dublino, che dopo l'allargamento dell'Europa a
25, hanno dimostrato tutta la loro tragica ferocia, oltre che la effettiva
inapplicabilità.
Sono ormai centinaia i profughi morti in mare o nei deserti africani. Le
leggi sempre più repressive, e la loro rigida applicazione da parte delle
autorità amministrative, gli accordi di riammissione che ignorano nella
sostanza il rispetto dei diritti fondamentali della persona umana,
costituiscono un fattore oggettivo che arricchisce sempre di più le
organizzazioni criminali, senza avere significativi risultati nel contrasto
del "traffico di clandestini".
I parlamentari italiani ed europei dovranno denunciare in tutte le sedi
nazionali e comunitarie le violazioni dei diritti umani fondamentali
perpetrate ai danni dei profughi della Cap Anamur.
Il "respingimento collettivo" inizialmente praticato al limite delle acque
internazionali, poi il blocco navale davanti a Porto Empedocle, adesso
l'internamento dei profughi in quelli che la stampa definisce ancora come
"centri di accoglienza", sono state le uniche risposte che i rappresentanti
della "nuova Europa" hanno saputo dare a chi chiedeva soltanto un minimo di
umanità e di ragionevolezza.
Speriamo di non dovere assistere ad altri casi di espulsioni collettive,
sanzionate dalla Carta di Nizza e dalla Convenzione Europea a salvaguardia
dei diritti dell'uomo.

Rete siciliana antirazzista, Forum sociale Palermo, Osservatorio regionale
sull'immigrazione CGIL, CISS-CEPIRE, ICS (Consorzio italiano solidarietà),
Attac-Catania, Commissione regionale immigrazione-PRC.




L'odissea della Cap Anamur non è finita.
Arrestati tre membri dell'equipaggio.
Naufraghi relegati al C.P.T.
Nave sotto sequestro.

Chiediamo

Immediato asilo politico per i naufraghi.
Immediata scarcerazione per gli uomini dell'equipaggio.
Chiusura del C.P.T. di Agrigento.
Solidarietà alla Cap Anamur.

Liberi tutti, nessuno è clandestino!

Manifestazione regionale Movimento Antirazzista Siciliano
giovedì 15 luglio ore 16.00. Concentramento p.zza Cavour
(V.le della Vittoria) Agrigento





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