[Badgirlz-list] 12 luglio 1978 Gay House text

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12 luglio 1978 Gay House text
From:    "Massimo Consoli" <diama@???>  


Era il 12 luglio di 26 anni fa. O, se vogliamo, di
piu' di un quarto di
secolo or sono.
Ero appena uscito dall'Ompo's, il 24 maggio
precedente, oberato dai
debiti
che, ovviamente, gravavano quasi tutti su di meŠ
Anselmo, per un po',
continuera' nel tentativo di mandarlo avanti per conto
suo.
Mio fratello insisteva affinche' abbandonassi l'Italia
e lo
raggiungessi a
New York.
Mi telefonava spesso per dirmi che uno dei suoi
ragazzi di bottega, il
piu'
scrauso, lavorando solo tre giorni a settimana,
guadagnava molto di
piu' di
me. Il che doveva essere piuttosto vero visto che, in
realta', io non
guadagnavo proprio nienteŠ o quasi!
Mi raccontava di esser stato in un locale gay con la
sua fidanzata (che
poi
diverra' sua moglie) e mi magnificava l'organizzazione
degli americani,
il
loro spirito affaristico, il loro senso della
comunita'Š tutto nel
tentativo
di convincermi a fare il gran passo.
Ma io nicchiavo. L'America non aveva alcuna attrattiva
su di me e poi,
speravo ancora di riuscire a far qualcosa in questo
mio povero paese
cosi'
maltrattato e incapace di avere un movimento gay degno
di questo nome.
Eppure, quell'anno era cominciato bene. Tutto esaurito
quasi ogni sera
per
"Solo i Froci vanno in Paradiso", subito seguito,
pero', dal flop di
"Nonostante tuttoŠ Viva l'Omosessualita'". A marzo era
tornato Mario
Mieli e
si era esibito in un suo happening travolgente. Io e
Dario pensavamo di
aver
assistito a qualcosa di unico, indimenticabile,
straordinario, ma
qualcuno
ci disse: "Con schifezze del genere finirete col
perdere tutti i
clienti!"
Il problema, forse, era che noi non avevamo mai
pensato di avere dei
"clienti"! Non avevamo mai visto l'Ompo's come un
locale commerciale,
un
qualcosa per farci i soldi, ma come un laboratorio
eccezionale nel
quale
fare continue sperimentazioni nel tentativo di creare
una comunità gay
compatta, coesa, solidale, cosciente dei propri doveri
ma anche dei
propri
diritti.
Il 7 marzo c'era stata una conferenza-dibattito sul
caso di Carlo di
Marino,
il giovane internato dalla famiglia perche'
omosessuale. Pubblicammo
anche
l'intera storia su "Ompo". Una cosa agghiacciante!
Chissa' se i giovani
di
oggi riescono veramente a capire che cosa fosse
l'Italia degli anni
Settanta.
Il 3 aprile avevamo inaugurato la prima edizione del
"Festival Gay
della
Stampa Omosessuale". Un altro flop, ma l'entusiasmo
rimase tanto in
ogni
caso. L'anno successivo, invece, si trasformera' in un
evento che
entrera'
prepotentemente nella storia del nostro movimento.
L'ultima iniziativa, il 17 aprile, sara' una
conferenza su "Femminismo,
Liberazione Maschile e Omosessualita'".
Poi, la chiusura forzata. I creditori che cercavano di
avere indietro i
loro
soldi. Io che non sapevo piu' che vendermi.
L'Ompo's era stato il primo locale, in quell'area di
Roma che poi
diventera'
la piu' alla moda, la piu' piena di club, bar, pub,
teatrini,
discoteche,
palestre, ristorantiŠ Sembra quasi incredibile pensare
che i nostri
soli
vicini, nel 1976, erano i cani randagi che avevano
trovato il loro
rifugio
sul Monte Testaccio, e che spaventavano gli amici che
ci venivano a
trovareŠ
Anselmo contribui' a scuotermi. Come sempre.
Approfitto' del fatto che stavo in Libia, a lavorare.
Anzi, proprio
quel
giorno mi trovavo a Sirte, nel pieno del deserto piu'
caldo del mondo
(e
venitemi a dire che sto esagerandoŠ!). Questo perche'
gli avevo
proibito di
occupare quella palazzina sulla quale sognava da un
po' di tempo. Lui,
pero', fece di testa sua. E fece bene!
(Io tornero' in Italia il 24 luglio, ed il 28
successivo, incazzato per
la
sua azione, me ne andro' con Dario Bellezza in
Lucania, a trovare il
pittore
Gaetano Dimatteo. Il 16 agosto, poi, comincero' a
lavorare alla
Trattoria
degli Studenti di via Galvani).
Insieme ad Antonio O.P., ai suoi amici di Poggio
Catino (mi sembra), ai
ragazzi (eterosolidali ed eteropartecipi) di Testaccio
e agli ultimi
coraggiosi dell'Ompo's, nella notte schifosamente
bollente tra
mercoledi' 12
e giovedi' 13 luglio del 1978 ruppe le catene che
chiudevano la porta
di una
palazzina del vecchio mattatoio ormai in disuso, quasi
di fronte alla
vecchia sede dell'associazione. Sali' le scale di
quella che, una
volta, era
l'abitazione del veterinario che controllava gli
ammazzamenti delle
mucche,
si affaccio' alla finestra (piena di sbarre!) che dava
sulla strada, e
isso'
la nostra gloriosa bandiera verde. La nostra bandiera
gay!
Avevamo conquistato un pezzo di citta'.
Da li', piu' tardi, ed una volta accettata la
situazione anche da parte
mia,
combattemmo le nostre battaglie piu' coraggiose. Da
li' insegnammo a
tanti i
primi rudimenti di una comunita' solidale e in piena
attivita'. Li'
vennero
decine e decine di giornalisti a scrivere i primi
articoli che
presentavano
in maniera realistica la nostra realta', la nostra
identita', la nostra
storia. Venne perfino il TG2!
Fu un'esperienza esaltante. Un'avventura eccitante che
ancora ricordo
con un
brivido, su' per la spina dorsaleŠ
Come posso negare di aver vissuto una vita
eccezionale?

Massimo Consoli


        
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