[Lecce-sf] comunicato ARCI

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Author: Silverio Tomeo
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Subject: [Lecce-sf] comunicato ARCI
E' incredibile dover ammettere che finalmente per vedere la luna qualcuno ha tolto lo sguardo dal dito. Inaudito che si debba aspettare un gesto eclatante di alcuni giovani per mettere quel famoso dito sulla piaga dei CPT.
Chi passando da San foca non trova scandaloso, inquietante, terrorizzante vedere la convivenza che si vorrebbe normalizzata tra sedie, sdraio, palloni colorati e barriere, filo spinato, uomini armati?
In nome di cosa? La stessa Corte Costituzionale ha espresso un parere negativo su questi moderni centri di carcerazione preventiva, DOVE OGNI DIRITTO VIENE SOSPESO. La gestione della Chiesa Leccese non fa certo fare sogni più tranquilli ai cittadini democratici e a quanti vorrebbero garantite le minime norme di accoglienza a cui altra Chiesa ci ha abituati.
La Caritas nazionale da anni invita i cattolici a non gestire questi luoghi di detenzione e degrado degli esseri umani, invitando a ben altre iniziative di aiuto a chi arriva nella nostra terra per problemi economici, che chiameremmo vitali, visto che la mancanza di reddito porta conseguentemente alla morte per fame o malattia.
Unico caso in Italia qui si continua a rendersi correi nella detenzione arbitraria di centinaia di persone. Si potrebbe fare altro, così come ci insegnano quotidianamente i Padri Comboniani, piccoli gesti di disobbedienza, piccoli esperimenti di solidarietà, piccole rivolte contro leggi inique, mattone dopo mattone stanno costruento una casa di parole diverse dove immigrato non sta più per criminale, ma per fratello.
Chiediamo a tutti coloro che villeggiano a San Foca di chiedere la chiusura di quella vergogna di cui non si può far più finta di nulla. Si può essere sereni affianco a chi sofre? Si può spiegare ai nostri figli, i cui nonni probabilmente erano emigrati, quello che oggi l'Italia democratica fa ai migranti?
Noi di Arci abbiamo le idee ben chiare di come deve essere l'accoglienza infatti gestiamo diversi progetti del Programma Nazionale Asilo in tutta Italia, offrendo percorsi di inclusione sociale, formativi e di ricerca lavorativa e alloggiativa. La Chiesa con la sua forza millenaria può fare certo di più. Cosa aspetta Monsignor Ruppi a scendere dalla nostra parte, dalla parte degli ultimi?


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