[NuovoLaboratorio] sentenza dell'aia sul muro della vergogna

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Aihe: [NuovoLaboratorio] sentenza dell'aia sul muro della vergogna
La sentenza, consultiva e non vincolante, stabilisce
che la barriera viola il diritto internazionale: "Smantellatelo"
La corte dell'Aia condanna Israele
"Illegale il muro in Cisgiordania"
Governo Sharon: "Non considerato il pericolo terrorismo"
Per la Casa Bianca, la decisione della Corte "non è appropriata"


 GERUSALEMME - Il muro costruito da Israele in Cisgiordania è illegale. Lo
ha stabilito la Corte Internazionale di giustizia dell'Aia, emanazione
giudiziaria dell'Onu, in una sentenza che verrà resa pubblica oggi. Il
pronunciamento della Corte, atteso da quattro mesi, è stato anticipato
stamane dal quotidiano 'Haaretz' nel suo sito web. E mentre il premier
palestinese Abu Ala parla di "giorno storico" per il popolo dei Territori,
gli Stati Uniti giudicano "non appropriato" il parere della corte.

Secondo i giudici dell'Aia, chiamati a pronunciarsi con una risoluzione
approvata lo scorso dicembre dall'Assemblea Generale dell'Onu, la
costruzione del muro viola il diritto internazionale e dunque l'esecutivo
israeliano deve smantellare quella che chiama "barriera difensiva".

Secondo i documenti ottenuti dal quotidiano israeliano, l'organismo
internazionale - la cui giurisdizione sulla questione era stata contestata
dal governo di Airel Sharon - ritiene che si dovranno pagare dei
risarcimenti ai palestinesi le cui proprietà sono state confiscate per
permettere la costruzione del muro. Israele dovrà inoltre "garantiere il
libero accesso ai luoghi santi che sono sotto il suo controllo".

Nel documento la Corte contesta la tesi difensiva di Israele, cioè che il
muro viene costruito per ragioni di autodifesa dagli attacchi terroristici.
La corte si dice "non convinta che la direzione che Israele ha scelto per il
muro necessariamente porti alla realizzazione dei suoi obiettivi nel campo
della sicurezza". Secondo 'Haaretz', la decisione è stata approvata con 14
voti favorevoli e solo uno contrario, quello del giudice americano Thomas
Buerghenthal.
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"Il muro - si legge ancora nel documento - insieme con il percorso scelto
viola in modo grave una serie di diritti dei palestinesi che vivono nei
territori occupati dagli israeliani. Violazioni che non possono essere
giustificate da esigenze militari o richieste per la sicurezza nazionale e
l'ordine pubblico". E si conclude parlando di "violazioni da parte di
Israele di diversi obblighi di applicazione delle leggi umanitarie e dei
diritti umani".

La Corte ha anche difeso la sua autorità e ha affermato di avere
giurisdizione sulla questione, attraverso una lunga analisi storica e legale
della situazione a Gaza e in Cisgiordania. Mentre non è stata contestata la
costruzione di barriere difensive all'interno della "linea verde", cioè il
confine israeliano prima del 1967.

Anche se la sentenza non è ancora ufficiale, c'è già la replica del
ministero degli Esteri israeliano: "Non si è assolutamente tenuto conto del
terrorismo palestinese, si parla solo degli effetti ma non della causa" ha
detto il portavoce Yonatan Peled all'agenzia Dpa. "Non ci aspettavamo una
sentenza positiva per noi e quindi non siamo sorpresi - ha aggiunto - ma non
bisogna dimenticare che si tratta di un parere consultivo e non di un
verdetto". La sentenza della Corte dell'Aia infatti non è vincolante, e ora
i giudici consegneranno il loro parere all'Assemblea dell'Onu che l'ha
richiesto.

Ma intanto anche la Commissione Europea ha rivolto un appello a Israele
affinché rimuova il muro dai Territori, "compreso il tratto dentro e attorno
Gerusalemme Est". Lo ha reso noto il portavoce Jean-Christophe Filori. Per
l'Unione europea "l'allontanamento del tracciato del muro dalla linea verde
rappresenta un serio motivo di scontro e rende praticamente impossibile la
soluzione di due stati indipendenti".

"Si tratta di un giorno storico per il popolo palestinese", commenta Abu
Ala. Mentre la Casa Bianca si limita a definire "non appropriata" la
sentenza dell'Aia. E anche sul fronte democratico, i senatori Hillary
Clinton e Charles Schumer si apprestano a rilasciare dichiarazioni contro la
decisione della Corte internazionale di Giustizia

(9 luglio 2004)