[Cpt] appello dalla cap Anamur

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Autore: morbidezza@libero.it
Data:  
Oggetto: [Cpt] appello dalla cap Anamur

firmiamolo come gruppo no-cpt. Lo sottoscrive anche la rete no-cpt di Bari.
un abbraccio
anna


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From      : cpt-bounces+morbidezza=libero.it@???
To          : "lista comune" cpt@???
Cc          : 
Date      : Mon, 5 Jul 2004 07:33:13 +0200
Subject : [Cpt] appello dalla cap Anamur


> Ciao,
>
>
>
> questo è il testo dell'appello che arriva dalla nave. Direi di firmarlo anche come gruppo no-cpt
>
>
>
> (fatelo girare il più possibile e raccogliete le firme da inviare poi a me, credo che il manifesto lo pubblichi domani)
>
>
>
> ciao
>
> federica
>
>
>
>
>
> Appello dalla Cap Anamur
>
> Da giovedì mattina la nostra nave incrocia 15 miglia davanti a Porto
> Empedocle in Sicilia. Noi insistiamo a voler entrare nel porto così come
> avevamo progettato ed eravamo anche stati autorizzati a fare. Finora le
> autorità non ci hanno comunicato perché venga ora negata l'autorizzazione
> che ci era stata originariamente concessa.
> Il confronto con diverse forze armate dello Stato italiano è grottesco e
> mira evidentemente a gettare nell'ansia se non nel terrore il nostro
> equipaggio e i passeggeri a bordo. Protestiamo contro questo trattamento.
> I naufraghi che abbiamo salvato non sono "clandestini", non avendo ancora
> oltrepassato le frontiere europee. Conformemente agli ordini e in ossequio
> ai precetti del diritto internazionale, così come della prassi abituale, noi
> abbiamo immediatamente comunicato la lista di tutte le persone a bordo.
> Tutto questo non può in alcun caso essere interpretato come "tentativo di
> entrata illegale". Non abbiamo intenzione di scontrarci con il governo
> italiano o di fare pressione su chicchessia. Chiediamo semplicemente il
> diritto di entrare a Porto Empedocle, perché la situazione a bordo diviene
> sempre più difficile. E' certo che coloro che ci impediscono di portare i
> naufraghi in un porto sicuro, sono anche pienamente responsabili delle
> conseguenze.
> Non ci lasceremo dirottare in un altro porto. Abbiamo 37 naufraghi a bordo e
> non siamo perciò nella condizione di metterci a giocare con le autorità.
> Deve essere trovata una soluzione adeguata agli standard internazionali dei
> diritti dell'uomo e sulla base dei principi umanitari. La domanda su come
> debba essere trattata una simile situazione deve trovare risposta sul piano
> dell'Unione europea: è la politica dell'Unione europea, condotta
> violentemente dalla guardia costiera, dalla marina e dalla guardia di
> finanza italiane, che ci impedisce di aiutare altre persone in condizione di
> bisogno.
> Facciamo appello a tutti gli europei, e soprattutto ai cittadini e alle
> cittadine italiane, affinché rendano chiaro che una simile politica non
> viene condotta in loro nome.
> Noi continueremo a salvare tutte le vite umane che possiamo. Lo facciamo
> perché non vogliamo che la morte di centinaia, forse miglia di persone venga
> considerata come un "caso normale" europeo.
> Come organizzazione umanitaria indipendente dobbiamo continuare nella nostra
> opera di salvataggio perché altrimenti nessuno lo fa.
> Chiediamo alle donne e agli uomini d'Europa di farsi carico di questa
> situazione.
>
>