A Milano la candidata del centrodestra inonda gli elettori di Sms pubblicitari, questa volta in violazione palese della legge. Ma non servono a vincere.
[ZEUS News -
www.zeusnews.it - News, 28-06-2004]
Non si è ancora spento l'eco delle polemiche contro l'invio dell'Sms, arrivato sui display di tutti i telefonini italiani, per ricordare la data e l'orario di apertura dei seggi elettorali per il 12-13 Giugno e già si apre un nuovo fronte polemico. Anche se, detto per inciso, pare quasi scientificamente provato che l'invio degli Sms non giova ai fini elettorali a chi li invia: sia Berlusconi che la Colli hanno subito una grave sconfitta alle elezioni.
A Milano la candidata alla Presidenza della Provincia Ombretta Colli, e presidente uscente della stessa amministrazione, ha promosso un vero e proprio bombardamento di Sms di propaganda elettorale,su decine di migliaia di telefonini.
La Colli ha infatti commissionato a un'agenzia pubblicitaria questa operazione che si è servita dell'archivio di Ricaricagratis.it: un sito che offre 2,65 centesimi di ricarica per ogni Sms pubblicitario a chi si registra sul suo sito, accettando di riceverli.
A differenza di quelli di Berlusconi, non si tratta di Sms "istituzionali", autorizzati per decreto, e inviati per ragioni di ordine pubblico, cioè far conoscere gli orari dei seggi per evitare code, ma di un Sms di propaganda per un candidato.
Il Garante per la Privacy, con una apposita delibera, aveva proibito l'invio di Sms di propaganda elettorale (come pure di e-mail) se non a quei cittadini che avessero accettato, esplicitamente, un invio di Sms elettorali, e non a quelli che hanno genericamente accettato di ricevere Sms pubblicitari.
In sostanza, per il Garante la propaganda elettorale è una cosa diversa dalla pubblicità commerciale: se uno accetta la pubblicità commerciale non è scontato che accetti e gradisca quella di un candidato o partito.
Questa è la prima volta che si introduce il pagamento (anche se la cifra è ridicola) di un messaggio elettorale, Sms o altro, a chi lo riceve; in passato, moltissimi candidati spendevano cifre folli per organizzare cene a cui invitavano gratis gli elettori, in cui si facevano piccoli regalini (a volte costosi), senza parlare dei pacchi di pasta o delle scarpe in cambio dei voti che, qualche volta, si usano ancora nel Sud d'Italia, e in passato si usavano molto di più.
Si entra quindi in un terreno scivoloso: è voto di scambio? No, perché la cifra è bassa; è legittimo l'invio perché c'è il compenso?
Chiaramente si entra in una fase in cui la lotta politica si fa con qualunque mezzo, in cui si entra nella privacy dei cittadini senza farsi troppi problemi, in cui chi ha più mezzi economici si fa sentire sempre di più.
La questione degli Sms è stato un altro degli errori di sottovalutazione da parte del centrosinistra delle problematiche moderne dell'uso dei media in politica.
Quando fu approvata l'attuale normativa sulla par condicio, che non prevede nessuna regola in materia di telefonini, anche un giovane autorevole esponente nazionale del centrosinistra come Dario Franceschini, ammise che poteva esserci un problema ma che non potevano farci niente.
Anche in Piemonte fioccano le polemiche sull'uso del telefono come strumento di propaganda elettorale: a Torino Forza Italia e An hanno commissionato a un call center migliaia di telefonate agli elettori di Biella, Vercelli, Novara, interessati dai ballottaggi. Molte delle telefonate sono arrivate nella notte; Forza italia sostiene che siano stati gli avversari per screditarla e ora la vicenda è in mano alla magistratura.
Sempre a Milano, il Comune avrebbe voluto inviare degli Sms per ricordare l'orario dei seggi, come quelli inviati da "PresDelCons" al primo turno; ma il prefetto non ha ritenuto che ci fossero sufficienti ragioni per questa operazione.
Forse spaventata da un assenteismo troppo elevato e penalizzante, la Colli ha pensato di inviare gli Sms in proprio, aggirando i divieti. Con i risultati che si sono visti.
Pier Luigi Tolardo
VAMPIRE SHADOW - FRANZ
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