[Badgirlz-list] Happy Birthday Larry Kramer

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Massimo Consoli wrote:

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25 giugno 1935, nasce Larry Kramer

La prima volta che ho scritto di Larry Kramer e' stato
il 23 ottobre
1987.
Una pagina intera sul quotidiano Paese Sera: "Aids,
perche' Reagan
tace". Un
articolo importante visto che introduceva il
personaggio in Italia, ma
anche
perche' il giornale mi censuro' le sue dichiarazioni.
Kramer aveva
detto che
"Reagan e' un figlio di puttana", "Un testa di c.", ed
altre
piacevolezze
del genere, ma gli italiani non poterono saperlo: il
capo-redattore mi
disse
che avremmo rischiato una denuncia per vilipendio di
capo di Stato
estero,
se lo avessimo fatto!
Pero' i giornali americani pubblicarono le sue
testuali parole.
Come dire: la stampa USA poteva riportare le ingiurie
di un personaggio
pubblico contro il proprio Presidente, la stampa
italiana, no!
Tra l'altro, quell'articolo era il primo di una serie
in due puntate,
ma il
giornale decise di non pubblicare il seguito, per
evitare guai. Fu la
prima
e unica volta che Paese Sera mi fece una scorrettezza
del genere.
Dopo quella volta ho intervistato molto spesso Larry
Kramer, ho
pubblicato
molti articoli su di lui o sulle cose che ha fatto.
Il personaggio, del resto, merita tanto interesse.

Commediografo famoso ("The Normal Heart"), scrittore
("Faggots",
"Reports
from the Holocaust"), sceneggiatore e produttore
cinematografico (il
suo
"Women in Love" ha vinto una nomination all'Oscar),
giornalista, e'
stato
tra i fondatori della ³GMHC², la prima organizzazione
che si e'
occupata
delle persone con aids, dapprima nell¹ambito della
comunita' gay, per
poi
allargarsi al resto della popolazione. Sconfessata la
³GMHC² perche'
troppo
burocratizzata, cooptata dal sistema ed integrata a
suon di milioni di
dollari, nel 1987 ha fondato "ACT UP" ("Agisci
Subito", una sigla che
vuol
dire "Aids Coalition to Unleash Power" = "Coalizione
Aids per
Sprigionare
Energia") che si e' subito imposta come la struttura
piu' radicale ed
importante degli Stati Uniti.
Nel suo "invito a manifestare" contro la Conferenza di
San Francisco
del
1990, gli insulti si sprecarono. Il Presidente George
Bush venne
definito, e
senza giri di parole, "testa di c.", "fucking
shithead", uno al quale
"non
gliene frega un c. dell'aids", come al suo "vacillante
e imbecille
predecessore (Reagan, ndr), con la sua machiavellica
moglie".
Anche la contestazione di Montreal, nel giugno
dell¹89, veniva dalla
sua
"scuola", cosi' come l¹occupazione della cattedrale di
san Patrizio (la
chiesa cattolica USA ha una responsabilita' enorme
nella diffusione
dell'aids) nel dicembre dello stesso anno, che per gli
americani e' un
po¹
come il loro "Vaticano".
La forza del movimento GLBT americano ha raggiunto il
suo apice proprio
in
coincidenza della crisi dell'aids, soprattutto (anche
se non
esclusivamente)
per merito della strategia di Act Up dietro la quale,
per molto tempo,
si e'
sentita la sua mano.

Il suo libro, "Faggots" (1978), gli aveva attirato gli
odi e le
antipatie di
quasi tutti gli amici perche', con una straordinaria
capacita'
profetica,
con anni di anticipo si era scagliato contro la
subcultura gay basata
sul
sesso vissuto come davanti ad una catena di montaggio.
"Per quale cazzo
di
motivo", aveva scritto, "i froci devono scopare cosi'
tanto? E¹ come se
non
avessimo nient¹altro da fare se non vivere nel nostro
ghetto e ballare
e
drogarci e scopare... C¹e' un mondo intero la' fuori,
che e' tanto loro
quanto nostro... Io mi sono stufato di essere un
finocchio da New York
a
Fire Island, mi sono stufato di usare il mio corpo
come un qualcosa
senza
volto per attrarre un altro qualcosa altrettanto senza
volto. Voglio
amare
una Persona!... Nessuna relazione al mondo potrebbe
sopravvivere alla
merda
con cui la copriamo".
Bisogna cambiare, insisteva Kramer, facendo dire ad
uno dei suoi
personaggi,
"bisogna cambiare prima che c'inculiamo da soli fino
alla morte".
Nessuno aveva parlato cosi' chiaro, prima dell¹aids, e
nessuno parlera'
altrettanto chiaro, quando l¹epidemia sara' gia'
scoppiata.
"E¹ difficile aiutare chi non vuole essere aiutato". A
casa sua avvenne
la
creazione di un nuovo organismo che aveva lo scopo di
raccogliere fondi
per
la ricerca su quello che allora tutti chiamavano
"cancro gay", per
assistere
le persone ammalate, per sollecitare i politici ad
intervenire in
questa
situazione di crisi che colpiva la comunita'. E per
riassumere quanto
piu'
possibile le loro intenzioni in una sigla, la
chiamarono ³GMHC², cioe'
"Gay
Men¹s Health Crisis" ("Crisi Sanitaria degli Uomini
Gay").
Piu' tardi, Kramer ha scritto e prodotto "Normal
Heart", il suo testo
teatrale piu' politicizzato dove concede poco ai
"buoni sentimenti" e
bada
al sodo attaccando subito il Sindaco di New York,
Edward Koch, per aver
fatto poco contro l¹aids, il presidente Reagan per non
aver fatto
niente, il
"New York Times" per non aver fornito la giusta
copertura giornalistica
ad
un fatto che sembrava troppo "gay", le istituzioni
sanitarie del suo
paese
per non aver capito cosa stesse succedendo e la stessa
comunita' gay di
New
York per aver continuato a suicidarsi allegramente
quando ormai era ben
chiaro che c¹era qualcosa che andava cambiato nei suoi
usi e costumi.
Il
protagonista, poco prima di morire, lancia un¹accusa:
"Non c¹e' una
sola
parola buona che puo' esser detta anche per una sola
persona, in tutto
questo casino". Ed e' veramente il pensiero di Kramer.

Due anni fa, Larry ha subito un trapianto di fegato.

Piu' recentemente, suo fratello ha donato un milione
di dollari ad una
organizzazione per gli studi gay e lesbici (FLAGS)
alla quale lui ha
ceduto
il suo archivio. Questo episodio mi ha ricordato che,
quando stavo in
trattative con gli americani per trasferire le mie
raccolte a New York,
piu'
di una volta si parlo' di contattare Larry per
chiedere il suo aiuto
nell'acquisto di una palazzina che a suo tempo aveva
ospitato due
banche
all'angolo tra la 14a strada e l'8a avenue (non troppo
lontano dalle
Torri
Gemelle), e nella quale avrebbero dovuto trovar sede i
nostri archivi.
Io
sarei stato nominato direttore delle Raccolte Europee.
Nel progetto
entrava
anche l'acquisto del bar Stonewall per farci un museo
(il tanto
sospirato
museo che sogno fin da quand'ero bambino!).
Mi commuovo nel rileggere, dopo cinque anni, la
lettera di John O'Brien
con
tutte queste proposte e idee e speranze (6 settembre
1999). O'Brien era
Executive Director dello "One Institute" di Los
Angeles, il piu' grande
archivio di storia e cultura gay di tutto il mondo.
Nell'estate del '98
era
venuto apposta a New York dalla California per
incontrarmi e farmi
questa
offerta straordinaria. Nell'ottobre del '98, un altro
funzionario, Bill
Kaiser (Director of The Performing Arts Collection,
ONE
Institute/International Gay and Lesbian Archives),
verra' in Italia, a
visitare il mio archivio, per fare un rapporto che, mi
dissero,
risulto'
"exceedingly positive".
Ma il Ministero dei Beni Culturali italiano fu
inamovibile: l'Archivio
Consoli doveva restare in Italia. L'avessi portato a
New York, sarei
stato
senz'altro denunciato per esportazione clandestina e
mi sarebbe stato
sequestrato. Poi, mi sono pure ammalato, e tutto si e'
complicato. Il
resto,
e' storia dei nostri giorni.

Auguri Larry,

Massimo Consoli



    
        
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