Autore: Micky Data: Oggetto: [Gasfolist] Fw: consumo di carne e impatto ambientale
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From: "Andrea Agostini" <lonanoda@???>
To: "ECONOMIA" <economia@???>
Sent: Tuesday, June 22, 2004 7:06 AM
Subject: consumo di carne e impatto ambientale
> da cunegonda.org
> lunedi 14 giugno 2004
>
> Consumi. Nella carne viva del problema
>
> Molte prove dimostrano come l'alimentazione basata sul consumo di carne sia > negativa per l'ambiente, aggravi il problema della denutrizione nel mondo,
> sia crudele con gli animali e danneggi la salute. Come mai allora non c'è un > maggior numero di ambientalisti che diventa vegetariano?
>
> Il numero di gennaio-febbraio 2002 di E/The Environmental Magazine,
> autorevole pubblicazione ambientalista americana, affronta un aspetto
> controverso di un movimento, che (in tutto il mondo) sembra non vedere come > la produzione di carne e l'allevamento intensivo costituiscono, come
> affermato con incisivita' dalle parole del professor Peter Cheeke del
> dipartimento di agricoltura dell'Oregon State University, "un attacco
> frontale all'ambiente". Se gli ambientalisti non sposano le ragioni dei
> gruppi per la difesa dei diritti animali, in quanto le considerano troppo
> emotive, se non valutano i fattori di rischio per la salute, ne' le
> conseguenze di aggravamento del problema della fame nel mondo, non possono
> chiudere gli occhi di fronte alla distruzione dell'ambiente.
>
> In nessun momento, prima di oggi, diventare vegetariani è stato così
> semplice e in nessun altra situazione una simile scelta sarebbe più
> opportuna (se non obbligatoria) per gli ambientalisti.
>
> Le prove dell'impatto negativo sull'ambiente come risultato del diffondersi > e del persistere di un'alimentazione basata sull'utilizzo di prodotti
> animali emergono con forza sempre maggiore, contemporaneamente alle
> conseguenze mediche dell'allevamento intensivo, che favorisce la diffusione > di patologie legate al consumo di carne.
>
> Il primo caso di "mucca pazza" in Giappone, rilevato di recente, ha causato > un crollo delle vendite e un cambio di abitudini alimentari da parte di
> moltissime persone.
>
> Tutto ciò accade in un periodo in cui il consumo di carne sta raggiungendo
> livelli da record: negli ultimi 50 anni è quadruplicato, ci sono 20 miliardi > di capi di bestiame che occupano più del triplo dello spazio della
> popolazione umana. Secondo il Worldwatch Institute, il numero di bovini
> destinati all'alimentazione e' aumentato del 60 per cento dal 1961, nello
> stesso periodo la quantità di polli e tacchini è quadruplicata e, dal 1970, > il consumo di manzo e di maiale e' triplicato negli USA e più che
> raddoppiato in Asia.
>
> Produzione e consumo di carne crescono decisamente, anche se ogni aspetto
> del "ciclo produttivo" (dalla creazione continua di aree per il pascolo,
> all'assurdita' del voler destinare - in un mondo con enormi problemi di
> denutrizione - rilevantissime quantita' d'acqua e di cereali ad animali "da > carne", all'inquinamento causato dagli allevamenti intensivi) rappresenta un > disastro ambientale con ampie, e a volte catastrofiche, conseguenze.
>
> Per individuare i contorni della situazione e' sufficiente considerare che: >
> la sola produzione di carne bovina, negli Stati Uniti, utilizza una
> quantita' d'acqua maggiore di quanta ne viene impiegata per coltivare tutta > la frutta e la verdura della nazione
> le deiezioni provenienti dagli allevamenti intensivi USA (EPA 1996)
> inquinano l'acqua più di tutte le altre fonti industriali raggruppate
> piu' di un terzo dei combustibili consumati negli USA, e' utilizzato per
> l'industria della carne.
> la produzione di una sola hamburger richiede la medesima quantita' di
> combustibile che servirebbe a percorrere in automobile circa 50 chilometri
> si risparmia piu' acqua rinunciando a mezzo chilo di manzo che a non fare la > doccia per un anno.(John Robbins The Food Revolution)
> Alla luce di solo alcune delle conseguenze della produzione e del consumo di > carne, volendo di proposito trascurare il crudele sfruttamento degli animali > e la ricerca di un mondo in cui siano equamente distribuite le ricchezze,
> non e' davvero giunto il momento, anche per chi si professa ambientalista,
> di diventare vegetariano per tentare di garantire al pianeta un, ahime'
> sempre più improbabile, futuro?