Articolo pubblicato su Liberazione di sabato 19 giugno 2004
LA LOTTA INDETTA PER LUNEDI' DAI SINDACATI DI BASE
COOP SOCIALI, "FINALMENTE SI SCIOPERA"
Salari da fame e diritti negati alla base della protesta bloccata a maggio dalla commissione di garanzia. Assemblea dei precari di tutti i settori il 21 al Campidoglio
Gli ultimi tra gli ultimi, i soci delle cooperative, finalmente scioperano.
Finalmente, perchè la commissione di garanzia ha fatto di tutto pur di fermarli.
Alla fine, la protesta ci sarà: lunedì prossimo. Ad indire l' astensione dal lavoro è stato il coordinamento dei sindacati di base (RdB/Cub servizi, Cobas Lavoro Privato, Usi Ait Commercio Turismo Servizi).
Il Coordinamento Nazionale di Lotta delle Lavoratrici e Lavoratori delle cooperative sociali motiva la proclamazione con una lunga serie di rivendicazioni, innanzitutto salariali e poi anche per il pieno godimento dei diritti, a partire da quello, mai effettivo, dell' agibilità sindacale.
"Per un contratto con aumenti salariali adeguati e il pagamento di tutti gli arretrati - scrivono in un comunicato - per il versamento dei contributi previdenziali sul salario reale, l' applicazione dei contratti nazionali in tutti gli appalti, il riconoscimento dei diritti sindacali, il riassorbimento pubblico dei servizi esternalizzati".
Nelle ultime settimane, i tre sindacati confederali hanno concordato una ipotesi di contratto che lascia molto amaro in bocca.
A partire dalla scandalosa vicenda degli arretrati.
I "dipendenti" delle cooperative, infatti, hanno maturato ben tre anni di arretrati, a vario titolo. In sede di trattativa si e' deciso di trasformare questa cifra, che ammonta a circa 2.500 euro, in una sorta di "conguaglio". Ma la cifra che si sono sentiti proporre non supera i 500 euro.
La logica è quella della "grande famiglia". Una famiglia che lascia languire i propri figli, però. In Italia sono più di 150mila.
Il loro stipendio non supera quasi mai i 700 euro al mese. L' orario di lavoro, in pratica, non esiste. I sindacati parlano di un aumento di 120 euro, ma in realtà si tratta di un aumento fantasma in quanto verrà non solo scaglionato fino al 2005 ma sottoposto alla cosiddetta "clausola di gradualità". In base a questa norma, che grida vendetta, le parti padronali hanno la possibilità di posticipare l' aumento fino alla fine del 2006. Ovviamente, nell' ipotesi di accordo ci sono ampie concessioni alla Legge 30. Due i punti sui quali le cooperative cercano di fare il "pieno": i contratti di inserimento e il part-time.
Quello delle cooperative è un settore dove ci sono scarsi controlli e dove la deregulation è "pane quotidiano". Innanzitutto, l' attività sindacale, sempre nella logica della "grande famiglia", è un tabù. E come tale viene trattato dai "grandi sacerdoti" dirigenti. Chi ci prova viene adeguatamente "mobbizzato".
Lunedì, nel giorno dello sciopero, a Roma si terrà una grande assemblea contro la precarietà in Piazza del Campidoglio (ore 16).
Fabio Sebastiani
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