[Cm-roma] messianesimo nonviolentista astratto eterribile ma…

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Autore: cicloviet
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Nuovi argomenti: Aria fritta e voluminosi mucchi di parole Era: [Cm-roma] messianesimo nonviolentista astratto e terribile materialità del conflitto
Oggetto: [Cm-roma] messianesimo nonviolentista astratto eterribile materialità del conflitto
bella a tutt*,
mi immetto anche io con la mia consueta pesantezza nel dibattito partito dal tread "Libero arbitrio e assunzione della responsabilità". Sono stato sollecitato a intervenire sopratutto dopo l'appello del Giobbo, per me è sempre un piacere dare un modesto contributo nel processo di evasione spirituale dal contesto lavorativo.


Un po' di premesse
Non ho mai purtroppo partecipato a una critical mass ahimè. Con molto dispiacere non ho potuto prendere parte alla ciemmona per uno stiramento al polpaccio che mi ha fatto stare fermo parecchio. Uso comunque la bicicletta per tutti gli spostamenti nel mio territorio, la sabina romana, e durante il frequente spostamento verso la metropoli faccio uso di treni e mezzi pubblici non disdegnando lunghe camminate a piedi. Mi sento spiritualmente vicino al mondo del ciclismo critico, pur non avendo partecipato fisicamente alle iniziative dell'ultimo venerdì del mese, cosa a cui cercherò di rimediare al più presto.

Lungi da me la volontà di fare ipoteche su Critical Mass, quello che scriverò d'ora in avanti e frutto di una riflessione da "osservatore" purtroppo non ancora partecipe. Per i ricchissimi spunti di riflessione sono debitore alle innumerevoli mail delle mailing list Cm-Roma, Cm-Crew, Dadaciclo, al saggio a cura di Chris Carlsson "Critical Mass, l'uso sovversivo della bicicletta, nonché alle lunghe conversazioni con attivisti di varie cm locali.


Ma ora veniamo all'argomento, il "come comportarsi" durante una massa, cosa è giusto fare e cosa non fare, quali atteggiamenti devono essere incoraggiati e quali scoraggiati.
Ammetto un certo imbarazzo, pari a quello manifestato dal caro hektish, nel leggere in questa lista termini come DEPURARE, o addirittura sapere che in questa lista ci sono soggetti disposti anche a consegnare alla polizia possibili "teppisti". Ma proprio partendo da questo imbarazzo penso che sia necessario incominciare da lontano.


Partiamo allora dalla domanda cardine: Che cosa è la Critical Mass? Penso l'unica spiegazione che possa metter d'accordo tutti è quella più tecnica: un'incontro causale di ciclisti ogni ultimo venerdì del mese che decidono sul momento quale percorso fare, variandolo anche a seconda delle circostanze in modi e termini non definibili. Da questa base la massa è una grande scatola vuota dove tutt* poi immettono il loro contributo creativo per far si che la cosa funzioni, sia divertente e aumenti il valore qualitativo e quantitativo dell'iniziativa.

La prassi plasma la massa, la massa sfugge a ogni regolamentazione formale tipica del pensiero astratto/borghese, è questa la sua forza. La massa è un processo reale irriducibile e inafferrabile nei confronti della violenza di uno status quo che definisce/regola/incasella per poi colpire e disarticolare. Nella massa c'è posto per tutti: per chi vuole urlare la sua rabbia; per chi vuole urlare la sua gioia; per chi è annoiato e vuole vedere/conoscere cose e persone nuove; per chi vuole comunicare alla gente distribuendo caramelle; ma anche per chi, su mandato di un "Associazione amatoriale formalizzata" si infiltra in essa per accalappiare possibili nuovi soci e rieducarli secondo le norme sociali esistenti.

Nello "stato di cose presenti" c'è la classe politica espressione dei potentati economici che comanda e legifera e la cosiddetta "società civile", in realtà espressione solo dei ceti medio-alti, che delega e viene cooptata in minima parte. La cosiddetta società civile non è un blocco unidimensionale, all'interno della società civile ci sono tanti interessi particolari in conflitto tra loro, l'associazionismo stesso è solo una delle tante espressioni, in quando questa società civile di cui in tanti si riempiono la bocca si palesa anche non formalizzata e tesse le sue alleanze con la classe politica in situazioni non ufficiali, a volte anche al di fuori della legge.

Ma per ciò che riguarda l'associazionismo, in questo caso quello di "sinistra", quello magari "ecologista" (qui le virgolette sono di rigore) l'attitudine ai grandi proclami impregnati di buoni e sani principi morali, di rispetto per l'ambiente, di nonviolenza come a-priori di ogni interazione umane e di tutto ciò che riguarda SOLO "il cielo stellato delle idee" dove tutto è puro e tutto è limpido, è finalizzato solamente a tentare di offuscare la terribile realtà che abbiamo sotto gli occhi, dove niente è puro e limpido, dove i rapporti sociali sono contrassegnati dalla sopraffazione sistematica, dove la violenza ricorre in ogni anfratto dell'esistenza, dove chi non ha voce in capito, ovvero la maggior parte dell'umanità, sopravvive e tenta di resistere ben lontano da quei comodi salotti dove la cosiddetta società civile tenta di accaparrarsi una fetta di torta in più al cospetto del potere reale.

Solo con il conflitto si può sperare di recuperare qualcosa, cercando di mettere radicalmente in discussione lo stato di cose presenti, il conflitto non conosce a-priori, il conflitto si evolve e si rafforza sulla basse della prassi. Questa massima molto generale vale anche per la Critical Mass, almeno secondo me. Le strade sono state costruite ad uso e consumo dei veicoli a motore, questa è la terribile realtà, anche se non c'è una legge che vieta la circolazione a mezzi a trazione umana, puché non in "massa" , altrimenti è una manifestazione non autorizzata. Gli automobilisti come gli scooteristi si sentono padroni della strada, lo status quo è dalla loro parte, li tutela e li difende, continua a violentare le città con tangenziali e superstrade, trasforma aree verdi in parcheggi, tutto deve essere a misura di veicoli a motore. Nelle città disegnate in questo modo non c'è spazio per noi, se non nei ghetti delle piste ciclabili. La Critical Mass nasce e si sviluppa partendo da un esigenza di riappropriazione di ciò che anche nostro, e il conflitto nasce da solo.

Rimango quindi abbastanza sorpreso quando leggo che la massa non deve muovere conflitto, è la massa è conflitto e la reazione verso la massa è ancora più conflittuale, in ballo c'è il predominio sulla strada, mica cazzi.
Qui sorge allora la questione della comunicazione, ma mi pare di aver capito che in questa sede non si valuta a dovere un aspetto essenziale, ovvero:
per un soggetto che comunica ci deve essere un altro soggetto disposto ad ascoltare e purtroppo non è sempre così, checché ne dicano le anime belle dell'associazionismo borghese. La comunicazione verso l'altro, sia esso un automobilista, uno scooterista o un pedone è un costituente e essenziale della massa e le forme di comunicazione sono e devono essere le più disparate e il fine deve essere l'aumento del consenso, ok. Ma quando ci si trova innanzi agli autoproclamatisi "padroni della strada" non c'è discorso, né estetica che tenga, care le mie anime belle, loro vogliono ribadire il loro dominio senza se e né ma, e a noi non resta altro che ribadire con altrettanta forza il nostro diritto di esistenza.

La storia dell'umanità è stata da sempre contrassegnata dalle lotte per il miglioramento delle condizioni di vita portate avanti da una classe di individui verso un altra e il conflitto, anche e soprattutto quello radicale, è stato il fattore essenziale che ha portato al riconoscimento di diritti fino ad allora non contemplati da chi era al potere. Gli operai non hanno convinto con il dialogo i padroni ad avere salari più alti, e le donne non hanno convito con le argomentazioni i loro padri o mariti o datori di lavoro che era giusto essere trattate da pari. Ci sono volute rotture, scontri, conflitti che hanno portato anche repressioni. Chi ha potere non lo cede né lo estende così facilmente come pretendono di farci credere le anime belle.

Ma ora entriamo nello specifico, riguardo ad accadimenti successi alle varie iniziative di critical mass. Ho letto spesso e volentieri i resoconti di queste iniziative, assai più volentieri ne ho discusso con amici che li hanno animati. Ma poi da taluni qui sento usare termini come "guerriglia urbana", "andare a far danni" "teppisti" "provocatori" etc etc... C'è un problema di comprensione, anzi un problema di comunicazione.

Il Linguaggio è molto importate, mi vien subito da pensare alla svolta linguistica della filosofia de novecento, il linguaggio fonda un mondo, o a Michel Foucault quando nel celebre "L'ordine del discorso" afferma "le parole sono una violenza che facciamo sulle cose". Assistiamo poi quotidianamente alla mistificazione tramite mezzo linguistico della realtà, giusto per fare qualche esempio: il bombardamento della Serbia è stato chiamato "missione arcobaleno" e la guerra imperialista ora è "guerra umanitaria, chi si oppone a ciò non è più un dissidente bensì un terrorista, per non parlare poi che oggi la sistematica distruzione di città palestinesi con le conseguenti uccisioni di bambini è considerata una "dolorosa necessità atta a preservare il processo di pace". Questa mistificazione a quanto pare arriva dappertutto anche nelle liste di cm. La Critical Mass è una guerriglia urbana, con tanto auto rovesciate, autosaloni incendiati, automobilisti malmenati... bah sinceramente ste cose non le vedo e non le sento da svariato tempo. I violenti poi sarebbero quelli che rispondono a tono a automobilisti esagitati... ma dico io... giusto per fare qualche esempio... Un atteggiamento, magari anche un po' coatto, può dare fastidio ma non essere considerato violento! Se io entro in un bar a prendere un caffè e sento da dietro un avventore che esprime a voce alta giudizi pesantemente offensivi sul mio vestiario, sulla mia capigliatura o sulla mia persona, a me viene naturale girarmi e mandarlo a fare in culo, da li può nascere uno strattonamento o una scazzottata con il tizio, ma cari miei, queste sono cose che succedono, per fortuna non quotidianamente, ma succedono, non dipende da noi, è il mondo che palesa a volte la sua merda, e io penso di essere in diritto di rispondere agli insulti, soprattutto se gratuiti.

Quindi invito ad essere un attimino più obiettivi e non cercare il diavolo dove non c'è, onde evitare un processo di demonizzazione totalmente gratuito. Inoltre ribadisco il concetto che la Critical Mass è bella proprio perché è una situazione creativa non autorizzata né formalizzata e c'è spazio per tutti, sia per i coatti che per le anime belle dell'associazionismo borghese.

Penso di aver detto tutto
grazie dell'attenzione
cicloviet






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