[Lecce-sf] da antirazzismo: manifestazioni contro cpt

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Autor: Alessandro Presicce
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Assunto: [Lecce-sf] da antirazzismo: manifestazioni contro cpt
Message: 1
Date: Wed, 16 Jun 2004 16:08:20 +0200
From: "Tavolo Migranti" <felmarg@???>
Subject: 19 giugno: mobilitazione dei Migranti

                                                                                                       19 GIUGNO 2004
                                                                  GIORNATA DI MOBILITAZIONE 
PER UN PERMESSO DI SOGGIORNO SLEGATO DAL LAVORO 


CONTRO LA PRECARIETÀ E LA DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI


A due anni dalla sua approvazione, la legge Bossi-Fini sta producendo una situazione sempre più drammatica per i migranti e le migranti residenti in questo paese. Il suo intreccio con la legge 30 sul mercato del lavoro sta costringendo i migranti a condizioni di lavoro e di esistenza sempre più precarie. La prassi amministrativa è ormai quella di giudicare le nuove figure contrattuali insufficienti a garantire la concessione di permessi di soggiorno di uno o due anni, richiedendo la presenza di un contratto a tempo indeterminato o a tempo determinato di almeno un anno per rilasciare un permesso di sei mesi. In alcune situazioni si assiste a rinnovi per tre o quattro settimane, legati a contratti di lavoro altrettanto precari e temporanei, mentre contemporaneamente le attese per ottenere l'appuntamento per il rinnovo, anche alla luce dell'intensificarsi delle richieste, si prolungano sempre di più, producendo periodi di "vuoto" in cui il migrante è privo di ogni altra tutela e sempre a rischio di essere deportato nei CPT. Si tratta di una condizione alla quale ormai tutti i migranti sono costretti, a prescindere dal loro tempo di permanenza in Italia.

Tutte le migranti e tutti i migranti sono costantemente minacciati di espulsione, e questa minaccia può investire intere famiglie la cui permanenza è a sua volta legata al permesso e al salario di uno solo. Precarizzazione e clandestinizzazione si confermano gli effetti della Bossi-Fini. E la cosiddetta sanatoria non fa che aggravare quegli effetti. La prassi della maggior parte delle Questure italiane, anche su questo terreno, è sempre più restrittiva, arrivando a negare i sei mesi di permesso per ricerca lavoro a quanti abbiamo usufruito della sanatoria. Contemporaneamente, quelli che nel frattempo siano riusciti a sottrarsi al lavoro dipendente aprendo piccole attività autonome si ritrovano imbrigliati nelle maglie di una legge che nega ai migranti qualsiasi spazio di autonomia, poiché li vuole legati a doppio filo a un padrone, e alle esigenze di un mercato del lavoro sempre più precarizzato e di fatto chiuso da un'economia sull'orlo della recessione.

Per tutto questo, il Tavolo Migranti dei Social Forum Italiani lancia un appello affinché tutte le realtà di lotta dei migranti presenti in Italia, a partire dalla loro specificità, facciano sentire con forza la loro voce contro il contratto di soggiorno per lavoro e contro la precarietà, per una casa, una sanità, un'istruzione che non siano determinate dal contratto di lavoro. Chiediamo inoltre che indipendentemente dal contratto di lavoro il permesso di soggiorno sia di almeno un anno.

Tavolo Migranti dei Social Forum Italiani, Gruppo Immigrazione Brescia Social Forum, Comitato Immigrati di Bergamo, Gruppo Migranti Torino Social Forum, Rete per il Lavoro Migrante Padova, Rete antirazzista di Venezia, Coordinamento Migranti Bologna, Sincobas Migranti Livorno, Tavolo Migranti dei Social Forum del Vicentino, Razzismo Stop nordest, Sportelli degli Invisibili, Rete precariato sociale, M21 Treviso, Mobilit/azione Verona, Gruppo Immigrazione del Forum Sociale di Modena, Comitato Immigrati uniti per i Diritti di Varese, Forum Associazioni Immigrati di Brescia


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Message: 2
Date: Wed, 16 Jun 2004 16:31:34 +0200
From: "ass.del2000" <ass.gentedel2000@???>
Subject: Manifestazione nazionale contro i Centri di Permanenza Temporanea - Comunicato stampa.
Sent: Wednesday, June 16, 2004 4:22 PM
Subject: Manifestazione contro i Centri di Permanenza Temporanea - Comunicato stampa.


Carissimi,

ringraziamo tutti per il tempo e l'impegno che vorrete dedicare a questa iniziativa, anche (e soprattutto) con una presenza al presidio durante la giornata di venerdì 18 giugno, a partire dalle ore 11,00 in Piazza del Plebiscito a Napoli. E' importante che la negazione dei diritti umani, definitivamente sospesi per ogni immigrato che entra in un CPT (Centri permanenza temporanea), non ci passi dinanzi, come tante immagini e vicende della storia dei nostri giorni, senza vederci prendere una posizione, anche perchè siamo certi che l'indifferenza non ci appartiene.

COMUNICATO STAMPA

      Il giorno 18 giugno è stata indetta dal comitato promotore costituito dall'Associazione "3 febbraio", dal Centro Agorà appartenente al Cantiere "Città dal basso" e dalla Rete di Lilliput Nodo di Napoli, una manifestazione contro i Centri di Permanenza Temporanea che si terrà in Piazza del Plebiscito, con forme e modalità di sit-in, a partire dalle ore 11,00 e per tutta la giornata. Tale manifestazione, che si svolgerà contemporaneamente nelle maggiori città italiane è CONTRO il progetto del Ministero dell' Interno finalizzato alla costruzione di luoghi dove ogni diritto umano è sospeso e, spesso, calpestato, i CPT (Centri di Permanenza Temporanei), nei quali viene limitata la libertà degli immigrati oggi considerati i "nuovi schiavi"  del nostro sistema produttivo;  PER una comunità con valori di rispetto, dialogo, solidarietà. Le associazioni sociali , culturali, laiche e religiose di Napoli e provincia promotrici del presidio davanti la Prefettura di Napoli (Piazza Plebliscito) chiedono, in particolare, alla Regione Campania che esprima un impegno concreto a manifestare, nell'ambito del proprio statuto, il costante diniego alla realizzazione di strutture destinate ai Centri di Permanenza Temporanea . A tal fine chiediamo a tutte le forze politiche democratiche e antirazziste di adottare un programma unitario per la chiusura dei CPT attualmente esistenti e che gli investimenti deliberati dalla Finanziaria 2004 per il potenziamento dei CPT esistenti e la costruzione di nuove strutture simili, siano impiegati nell'attuazione di progetti di prima accoglienza, di assistenza ed inclusione sociale delle persone migranti.



P.S.: il comunicato verrà inviato, oltre che ai mezzi di informazione, al Presidente della Regione Campania On. Antonio Bassolino, Al Sindaco di Napoli On. Rosa Russo Iervolino e al Presidente della Provincia di Napoli;



Sarà presente al presidio p. Alex Zanotelli

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  Perché diciamo no ai CPT!
                                     CENTRI DI PERMANENZA TEMPORANEA



Persone in gabbia. Ce ne sono in questa città, oppure ce ne saranno se i progetti di espansione delle galere etniche andranno in porto.
Serviranno a rinchiudere uomini e donne colpevoli solo di voler esistere in un paese che non è il loro, in cui i loro diritti sono sospesi. "Non persone" in un continente che si celebra come la culla dell'accoglienza e del rispetto dei diritti, che proclama la propria democrazia come unica forma di convivenza possibile e intanto esclude, discrimina, elimina, chi non è conforme ai propri interessi. I Centri di permanenza temporanea per migranti sono questo e sono molto di più.

Sono luoghi in cui si viene rinchiusi per sessanta giorni in attesa di essere identificati e rispediti al proprio paese. Sono luoghi da cui molto spesso si viene espulsi con un foglio senza essere stati identificati, condannando la persona ad una perenne fuga, una continua clandestinità.

Sono luoghi in cui non esistono neanche le garanzie giuridiche degli istituti penitenziari, dove ci si ferisce o si tenta il suicidio, dove non è spesso garantita assistenza legale.

Luoghi in cui possono entrare solo i parlamentari, in cui anche il diritto di far sentire la propria voce è impedito. Luoghi in cui si somministrano farmaci per impedire tumulti e disordini, istituzioni totali in cui operano organizzazioni come la Croce Rossa, Le Misericordie o settori marginali del terzo settore, ma la cui sorveglianza è affidata alle mani e alla discrezionalità dell'autorità del Ministero dell'Interno, del Prefetto, delle forze dell'ordine con l'obbligo di impedire con qualsiasi mezzo la fuga di quelli che con ipocrita censura vengono definiti "ospiti".

Luoghi che gravano sul bilancio dell'ultima legge finanziaria per 105 milioni di euro, soldi che potrebbero servire per accogliere e fornire servizi sociali a migranti e autoctoni e che invece ingrassano i bilanci di chi gestisce ogni singolo centro. Poco è dato sapere a coloro che vogliono conoscere dal di dentro queste realtà: ogni informazione sembra vincolata da segreti riguardanti la sicurezza nazionale tanto che persino ai parlamentari è spesso negato l'accesso ai procedimenti che regolano le convenzioni di appalto fra lo Stato e gli enti gestori. Quello che giunge, dopo molte fatiche, sono solo cifre insignificanti e ambigue. Ma sono soprattutto luoghi inaccettabili di sofferenza: possono avere l'aria condizionata come a Modena o essere ritenuti inaccettabili per qualsiasi criterio di abitabilità come a Lamezia Terme o a Torino, dove non è raro veder correre fra una gabbia e l'altra di quelle che recintano i container in cui sono ricevuti gli "ospiti", topi più grossi di un gatto. La sofferenza di essere privati della libertà personale senza alcuna ragione, di ritrovarsi un momento prima al lavoro, al bar con gli amici, in casa e di colpo in una gabbia, vedendo frantumati i sogni di una vita migliore senza neanche capire perché. I CPT, come ormai sono chiamati da noi, sono una istituzione presente in tutti i paesi del mondo ricco, servono anzi a delimitare i confini, fra chi ha diritto ad un futuro e chi deve tornare a casa propria. In Italia, con una scelta scellerata, li ha istituiti un governo di centro sinistra, li ha inaspriti un governo di centro destra. Unico il disegno, adeguarsi alle scelte e alle imposizioni dell'Europa che segna e ridisegna continuamente le proprie frontiere con il trattato di Schengen. Esiste, si consolida, trova spazi però un pensare comune che ripudia questi strumenti. Crediamo che i Cpt, come ogni altro strumento di privazione immotivata delle libertà personali, segnino un pericoloso arretramento etico prima ancora che politico. E' questa l'accettazione e l'istituzionalizzazione di una divisione gerarchica fra persone a cui sono garantiti i diritti fondamentali e persone da utilizzare come merce e poi rispedire via quando non servono più. Per questo oggi siamo qui, soggetti diversi, uomini e donne che a questo pensiero non si adeguano a denunciare l'esistenza di questi immondi luoghi di ingiustizia, per affermare col nostro gesto di disobbedienza, un no senza se e senza ma a questi muri a queste sbarre, a questi fili spinati. I Cpt vanno chiusi perché luoghi della vergogna. A coloro che hanno già la sventura di averne nel proprio territorio chiediamo di attivarsi insieme a noi per imporne la chiusura, a coloro che ancora sono immuni chiediamo di imporre alle proprie amministrazioni locali che si diano da fare per impedire che se ne realizzi alcuno. Sarebbe un segnale profondo verso una democrazia reale nel nostro paese.



Le associazioni organizzatrici:



  Comunità Le Piagge (Firenze)                                   Padri Sacramentini  (Caserta)


  Tam-Tam per Korogocho (Rovereto di Trento)        Torino Social Forum  (Torino)


  Comitato delle Associazioni Per la Pace                   Todo Cambia (Milano)


  e i  Diritti Umani (Rovereto-Trento)                         Rete Antirazzista (Venezia)


  Medici del Mondo (Firenze)                                     Pax Christi Punto Pace (Roma)          


Agorà - Cantiere Città dal Basso ( Portici-Napoli) Laici Comboniani (Palermo)

  Missionari Comboniani                                             Associazione La Pulce ( Venegono Sup-Va)


  Dipartimento Immigrazione PRC  (Roma)                 Centro Sociale Excanapificio (Caserta)            


  Chiesa Libera (Avellino)                                           ARCI (Nuoro)


  Centro Sociale (Reggio Calabria)                              Beati i Costruttori di Pace


  Naga (Milano)                                                            Centro Sociale LeonCavallo (Milano)


  Associazione 3 Febbraio                                            Comunità S:Benedetto (Genova)


  Parrocchia S.Cristina, Gruppo Ya Basta,                  Amnesty International (gruppo Italia 232) 


  Gruppo Ciac (Parma)                                                Pax Christi (Napoli)


  Associazione interculturale Grammelot                     A.I.S. seguimi - Seme di pace


  Socialismo Rivoluzionario                                        Rete di Lilliput Nodo di Napoli         


                                                                                     Pax Christi(Caserta)


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