[Cm-roma] Re: dal manifesto

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Autore: pierfrancesco pontecorvo
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Oggetto: [Cm-roma] Re: dal manifesto
Ciao a tutti,
a proposito dell'articolo del manifesto, credo sia ancora più interessante
approfondire quanto la discussione scientifica sul cambiamento climatico sia
inquinata da interessi particolari. L'unico interlocutore della comunità
politica internazionale dovrebbe essere l'Ipcc, il Panel Intergovernativo
sul Cambiamento Climatico (che nell'ultimo rapporto ha inequivocabilmente
concluso "ci sono nuove e più forti evidenze della responsabilità dell'uomo
nel riscaldamento globale"), composto di 2500 scienziati che esaminano tutta
la letteratura mondiale sull'argomento e la sintetizzano in un rapporto
periodico. Loro rappresentano da soli tutto il panorama scientifico
mondiale. Per ostacolare il processo di riduzione delle emissioni di gas
serra, l'industria del petrolio si affida a due strategie: in primo luogo
sponsorizza scienziati "scettici", che lungi dal presentare prove contrarie
a quelle dell'Ipcc (cosa piuttosto difficile) tendono a smontare i modelli
di simulazione su cui si basano; quindi, sul piano politico, cerca di
spaventare i paesi in via di sviluppo presentandogli il conto del Protocollo
di Kyoto (senza però accennare a quanto spenderanno per i danni del
cambiamento climatico). La prima strategia abbassa il consenso scientifico
sull'effettiva portata dell'effetto serra, la seconda spinge fuori dal
Protocollo i paesi emergenti, e divide la comunità internazionale sulla sua
ratifica.
Negli anni '90 sono sorti organismi puramente di facciata, come la Global
Climate Coalition (dalla quale sono uscite schifate addirittura Shell, Bp e
General Motors) finanziata soprattutto dalla Exxon, che ha avuto un ruolo di
primo piano nel contestare le certezze sul cambiamento climatico e il
protocollo di Kyoto. Tutto questo, che la stampa non si preoccupa di
raccontare, è raccolto in un libro di J. Legget dal titolo "The Carbon War:
dispatches from the end of the oil century" di cui ho potuto leggere solo
qualche passo, perchè "out of print", ma che spero di poter presto ottenere.
Il futuro del Pianeta è in pericolo per colpa di questi colossi, della lobby
del petrolio che, specialmente negli Stati Uniti, ha assunto un peso
politico inimmaginabile: scatena guerre, blocca quel poco che si fa contro
il cambiamento climatico, condanna alla morte milioni se non miliardi di
persone. Un motivo in più per continuare a pedalare...
Pecco

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