Legge Urbani scatta la prima denuncia
> by da Punto Informatico Thursday June 10, 2004 at
01:29 AM mail:
>
> Legge Urbani, scatta la prima denuncia
>
> Il deputato europeo radicale Marco Cappato denuncia
i gestori del
sito
> web del ministero di Giuliano Urbani perché violano
la Legge Urbani.
> Messi in rete illegalmente molti documenti coperti
da copyright
>
> News - Roma - L'europarlamentare della Lista Bonino
Marco Cappato ha
> reso noto di aver presentato un esposto alla Polizia
amministrativa e
> postale nei confronti dei gestori del sito web del
Ministero dei Beni
> Culturali per violazione della Legge Urbani.
> Stando alla denuncia di Cappato, predisposta in
collaborazione con
> l'avvocato Fabrizio Veutro e con il direttore di
Linux Magazine
> Emmanuele Somma, il Ministero ha violato il comma 1
del Decreto legge
22
> marzo 2004 n.72 convertito in legge con
modificazioni dalla Legge 21
> maggio 2004 n.128, la Legge Urbani appunto.
>
> La violazione riguarda la pubblicazione via Internet
di una grande
> quantità di contenuti protetti da diritto d'autore
in un modo
ritenuto
> illegale. "Il sito del Ministero - afferma Cappato -
immette in rete
> numerose opere dell'ingegno prive dell'idoneo avviso
prescritto dalla
> legge".
>
> Come noto, la contestatissima Legge Urbani tra le
altre cose impone a
> tutti coloro che pubblicano materiale protetto di
aggiungervi un
"idoneo
> avviso circa l'avvenuto assolvimento degli obblighi
derivanti dalla
> normativa sul diritto d'autore e sui diritti
connessi". L'avviso,
stando
> alla legge, dev'essere di adeguata visibilità e deve
contenere
> l'indicazione delle sanzioni previste dalle
normative sul diritto
d'autore.
>
> Inoltre, sebbene le modalità tecniche di
pubblicazione dell'avviso
> debbano essere compilate seguendo un regolamento che
sarà emanato in
> futuro e in accordo con la SIAE, la Legge Urbani
prescrive che già
oggi
> tale avviso debba esistere con "caratteristiche tali
da consentirne
> l'immediata visualizzazione".
>
> "In questo momento - ha dichiarato Cappato -
praticamente tutti i
siti
> web potrebbero essere in violazione della Legge
Urbani, perfino
quello
> del Ministro che ha voluto la legge". "Non è chiaro
peraltro - ha
> continuato - l'ambito di applicazione di questo
idoneo avviso, che
forse
> si trasformerà in un bollino virtuale con il
regolamento tecnico e
> l'intervento della SIAE. Forse dovrà applicarsi a
tutta le rete
> Internet, svelando così l'assurdità di una pretesa
legislativa
> praticamente inattuabile e giuridicamente risibile.
Forse invece
> riguarderà solo gli operatori italiani, che allora
rimarranno
> ingiustamente discriminati rispetto agli stranieri
privi di simili
> incombenze".
>
> Secondo Cappato, alla riduzione della libertà di
espressione coincide
> anche un danneggiamento grave del software "se
questa normativa non
sarà
> presto modificata o, meglio, del tutto abrogata".
L'industria del
> software tradizionale, secondo Cappato, "dovrà
probabilmente
sopportare
> ingenti spese per adeguare la procedura di
distribuzione nel mercato
> italiano, rispetto a una normativa che non ha
riscontro nel resto del
> mondo".
>
> "Per motivi simili - ha continuato l'esponente
radicale - questa
> disposizione della Legge Urbani ostacola il software
libero, il cui
> sviluppo è frutto di un'intensa e perpetua
collaborazione
internazionale
> che non può sopportare pesi e vincoli territoriali.
Gli autori di
> Software Libero, inoltre, non hanno alcun interesse
a limitare,
> controllare o anche solo appesantire con inutili
avvisi la diffusione
in
> rete delle loro opere, anche attraverso i canali del
file-sharing".
>
> Nell'imporre la visualizzazione di normative e
ammonimenti vari sulle
> sanzioni previste dalla legge sul diritto d'autore,
la Legge Urbani
> sembra muovere dall'erroneo principio per cui la
diffusione di
un'opera
> dell'ingegno debba essere sempre controllata o
gestita
dall'originario
> titolare dei diritti, e che al di fuori di tale
controllo sia sempre
> illecita, dimenticando così che la comunicazione e
la riproduzione di
> un'opera in rete sono diritti che l'autore può anche
decidere di
> concedere agli utenti, impiegando una licenza libera
quale la GPL per
il
> software o una licenza Creative Commons per le altre
opere. "In
> definitiva - ha concluso Cappato - si tratta di una
legge miope e
> protezionistica che nel dichiarato intento di
"promuovere la
diffusione
> al pubblico e la fruizione per via telematica delle
opere
dell'ingegno",
> di fatto realizza l'effetto esattamente opposto".
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> http://punto-informatico.it/p.asp?i=48552
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