[ssf] I minuti più lunghi della mia vita da Michel Collon

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Author: Gianni - Circolo Prc "Carlo Giuliani" - Cadorago (Co)
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Subject: [ssf] I minuti più lunghi della mia vita da Michel Collon
I minuti più lunghi della mia vita da Michel Collon -
mailto:michel.collon@skynet.be
(Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)

Lunedì 14 giugno 2004, alle ore 8.45, Palazzo di Giustizia di Bruxelles,
50.esima camera penale.
Perché domando giustizia !
Piovono i colpi. Mi hanno ammanettato e gettato sul pavimento della
camionetta. Mi sono impossibili i movimenti. Il primo comincia a
picchiarmi sulla testa. Con molta violenza. Colpi regolari, incessanti.
Portati in modo caratteristico: pugno serrato, a falangi piatte. Più
tardi potrò comprendere: si insegna loro come causare molto dolore senza
lasciare tracce. Inizia anche l'altro e mi sferra con i piedi dei colpi
terribili nel ventre e alle costole. Urlo dal dolore: « Fermatevi, ve ne
prego!» Ma loro continuano con maggior lena. «Sporco anarchico, vedi
cosa ti tocca per aver voluto manifestare! Ecco, non ci sono più
telecamere? Sicuro, è proprio giusto, questo ci va bene! » Sono
scatenati. Sono terrorizzato, mi sto dicendo che ne uscirò morto o
infermo. Questo pestaggio andrà avanti per tutto il tempo del tragitto
che mi condurrà al commissariato. I minuti più lunghi della mia
esistenza. Al commissariato, dovrò reclamare per tanto tempo prima di
essere condotto alla fine all'ospedale. Quattro costole fratturate,
contusioni multiple, stato di choc. Molte settimane inchiodato ad una
poltrona. Lunedì prossimo, 14 giugno 2004, cinque anni più tardi, loro
compariranno finalmente davanti al tribunale penale di Bruxelles, per «
colpi e lesioni » e « arresto arbitrario ».

Bruxelles : divieto generale di manifestare contro la guerra.
Flash-back. Queste violenze sono successe il 3 aprile 1999. Dieci giorni
prima, la Nato aveva iniziato a bombardare la Jugoslavia. Con qualche
compagno, avevo presentato la richiesta per manifestare nelle vicinanze
della sede della Nato. Il borgomastro liberale di Bruxelles, De Donnéa,
emette un'ordinanza da imbecilli. Proibisce qualsiasi manifestazione a
Bruxelles in favore della pace. Non importa dove, non importa quando.
Violazione evidente della Costituzione e della libertà di manifestare le
proprie opinioni. Immediatamente, noi inoltriamo un ricorso al Consiglio
di Stato, che, con procedura di urgenza, annulla la decisione del
borgomastro. Manifestazione autorizzata ! Non tollerando questo, il
borgomastro riprende immediatamente la stessa ordinanza e, con
l'appoggio del Ministro dell'Interno Vanden Bossche, invia sul posto
centinaia di poliziotti, autopompe, blindati e un elicottero. La
violenza poliziesca sarà incredibile : 141 persone arrestate, numerosi i
feriti. Arrestati perfino giornalisti e fotografi. Silenzio, ...si
picchia ! Sembrava che la Nato bombardasse la Jugoslavia per portarle la
democrazia. L'esempio fornito a Bruxelles non era troppo convincente !
Come organizzatore della manifestazione, sono il primo ad essere
arrestato. Con una brutalità estrema e gratuita: non era avvenuto e non
sarebbe avvenuto alcun incidente, a parte le violenze della polizia. In
modo manifesto, si vedeva che erano state impartite istruzioni per
intimidire chiunque avrebbe protestato contro la guerra. E per mettermi
fuori gioco. Alcuni testimoni avevano inteso dire da poliziotti : «
Eccolo là, il giornalista !» (Che è la mia professione). Avevamo ben
ragione di protestare, era proprio una sporca guerra.
Per fortuna, le diverse televisioni del Belgio avevano dato buona
copertura all'avvenimento. Immagini impressionanti avevano mostrato la
brutalità poliziesca. E l'indignazione generale ha immediatamente
costretto il borgomastro a ritornare sulle sue decisioni. In seguito le
manifestazioni sono state autorizzate. Gli innumerevoli messaggi di
solidarietà mi hanno permesso di superare lo choc. Ed anche, il fatto di
riprendere a poco a poco la mia attività in favore della pace. Agire
aiuta molto. Dopo essermi sufficientemente ristabilito, sono partito per
la Jugoslavia con 15 Belgi, durante i bombardamenti, in modo da
testimoniare le devastazioni della « guerra pulita » della Nato. Sul
posto, abbiamo potuto verificare come era giusto manifestare contro
questa guerra...
La Nato bombardava ponti, fabbriche, infrastrutture elettriche civili,
stabilimenti televisivi, colonne di profughi, l'ambasciata di
Cina...Evidenti crimini di guerra! La Nato bombardava importanti
installazioni petrolchimiche, con tutte le conseguenze per la salute
delle popolazioni...Evidenti crimini di guerra! La Nato utilizzava armi
all'uranio che hanno provocato un'esplosione di malattie da tumori e
leucemie fra le popolazioni civili...Evidenti crimini di guerra!
La Nato faceva uso sui mercati e sui posti pubblici di bombe a
frammentazione, che si disperdevano in tante altre piccole bombe a
ritardo, che ammazzavano o mutilavano i bambini che le scambiavano per
giocattoli... Evidenti crimini di guerra!
Il diritto di mentire, non il diritto di rispondere ?
In breve, ben prima di Bush, gli Stati Uniti, ma anche l'Europa, avevano
violato sistematicamente la Carta dell'ONU (interdizione al ricorso alla
guerra) e le Convenzioni di Ginevra (interdizione all'aggressione di
civili). Tutti quei governi europei, oggi tanto virtuosi a fronte di
Bush, hanno curato che i manifestanti per la pace siano marginalizzati,
censurati, demonizzati, se non addirittura aggrediti. Ma oggi il
bilancio di questa guerra è negativo in modo così schiacciante che tutti
possono vedere come fosse giusto ed importante difendere il diritto a
manifestare. Dato che, dopo cinque anni, il Kosovo è sottoposto a
pulizia etnica, al terrore delle milizie dell'UCK, sotto la protezione
degli USA. Un terrore che d'altronde colpisce anche tanti Albanesi. Oggi
il Kosovo è una terra senza diritto, senza legge, senza giustizia. La
mafia, con la quale gli Stati Uniti « hanno fatto un matrimonio di
convenienza», secondo un esperto canadese, ha fatto di questa provincia
il centro nevralgico dei traffici di droga, di armi e della
prostituzione verso l'Europa. Per di più, come è stato confermato da
Amnesty, le basi Nato hanno sviluppato un traffico enorme di schiave
sessuali. Il vero scopo era quello di installare un'imponente base
militare USA, Camp Bondsteel, sul tracciato del progetto USA di
oleodotto attraverso i Balcani. Con in più piste per bombardieri!
All'epoca di questa guerra, condotta per conseguire obiettivi economici
e strategici occulti, spacciata all'opinione pubblica sotto pretesti
umanitari e tramite menzogne diffuse dai mezzi di informazione, che non
si aveva diritto di mettere in dubbio, a quest'epoca non stava bene
organizzare manifestazioni per la pace. A Parigi, un professore serbo
della Sorbona, organizzatore di un grande raduno in favore della pace,
veniva assassinato sul pianerottolo della sua abitazione. Due mesi più
tardi, in Kosovo, un'altra personalità attiva contro la Nato, il
giornalista Daniel Schiffer, sfuggirà per miracolo ad un bombardamento
mirato dell'aviazione USA contro la sua vettura. Il conducente e un
altro giornalista verranno uccisi. Lui se la caverà miracolosamente. A
quei tempi non era proprio salutare manifestare...
Dei poliziotti « sotto protezione » ?

Ecco perché oggi io reclamo giustizia! Pretendo il diritto di continuare 
a manifestare contro queste guerre ingiuste. Bush ha promesso di 
accumulare per noi le risorse altrui, solo la resistenza dei popoli, 
Iracheno e altri, gli ha impedito di agire più velocemente. Ma quello 
che la Francia sta facendo in Africa non è molto di più 'umanitario' e 
non ispira più fiducia dell'uso che verrà fatto dell'Euro-Esercito in 
preparazione. Un Euro-Esercito per nulla difensivo, che si ripromette di 
intervenire in Medio Oriente, in Congo e in altre parti. 
                                                                  Sulla 
guerra contro la Jugoslavia, ciascuno aveva il diritto di avere la 
propria opinione, e all'epoca le opinioni erano molteplici. Ma il 
diritto a manifestarle è un diritto fondamentale.
Perciò reclamo giustizia. Non solamente contro quei due poliziotti che 
mi hanno aggredito, ma anche contro chi li comandava, il borgomastro di 
Bruxelles e il capo della polizia. Perché, delle due cose l'una: o ben 
che i poliziotti hanno violato le loro consegne o ben che loro hanno 
agito secondo istruzioni. 
         Se hanno violato le consegne, il loro comandante, il 
borgomastro di Bruxelles, avrebbe dovuto biasimarli, sottoporli a 
sanzioni e ritirarli dalla pubblica via perché pericolosi. E se questo 
borgomastro De Donnéa avesse avuto un briciolo di umanità o di buona 
educazione, poteva essere che si fosse scusato o almeno che si fosse 
procurato mie notizie? Invece non ha fatto nulla di tutto questo. Ha 
solo protetto i suoi gendarmi brutali. D'altro canto la Procura della 
Repubblica si è dimostrata più che indulgente nei riguardi di questi due 
picchiatori. E per di più, il giudice istruttore Collignon riteneva 
impossibile identificarli. Formidabile! Sono effettuati degli arresti, 
sotto gli occhi delle telecamere, con dozzine di testimoni, con processi 
verbali e non esiste alcun modo per rintracciare questi poliziotti ? 
Andando avanti, pretendeva di non potere determinare il momento preciso 
in cui ero stato bastonato, e perciò di non poter perseguire questi 
poliziotti. Altra stupidaggine! Io entro integro in una camionetta, 
davanti a telecamere e a dozzine di testimoni, ne esco con quattro 
costole rotte, e il giudice Collignon non capisce quando questo è potuto 
avvenire? Incompetenza o volontà mossa da malafede?
In nome di tutte le vittime di « errori »


Fortunatamente, i miei avvocati, i Professori Jan Fermon e Selma
Benkhelifa, si sono battuti punto su punto. Grazie a loro, ho potuto
finalmente essere messo a confronto con i miei aggressori nei locali
delle inchieste sulle polizie. Loro continuano sempre a mentire, ma le
loro dichiarazioni sono piene di contraddizioni e questo illuminerà
l'udienza. Il dossier nei loro confronti è schiacciante. Comunque, io
voglio battermi anche per tutti coloro che sono vittime senza nome delle
violenze poliziesche. In particolare nella Città di Bruxelles. Alcune
associazioni per i diritti dell'uomo hanno già sottolineato come sia
difficile portare in giudizio dei poliziotti brutali. Le vittime di
arresti arbitrari, di bastonature gratuite, di dimostrazioni da cow-boys
generalmente non hanno le mie « possibilità ». Quando succede a loro
questo, non ci sono telecamere. Anche per tutti costoro io reclamo
giustizia! Il diritto a mentire, il diritto a colpire, il diritto ad
arrestare arbitrariamente, il diritto ad impedire di manifestare, il
diritto all'impunità? È fuori questione accettarli!
L'udienza avrà luogo lunedì 14 giugno, alle ore 8.45, al Palazzo di
Giustizia di Bruxelles, presso la 50.esima camera penale. Quelli che
possono rendersi liberi, sono i benvenuti. Io penso che oggi sia
importante mobilitarci insieme per fare rispettare e garantire le nostre
libertà politiche di domani.

Michel Collon, giornalista e scrittore belga, particolarmente attento ai
meccanismi di mistificazione dei media e della disinformazione, e
impegnato nello smascheramento delle média-menzogne, ha pubblicato
Attention médias!(1992), Poker menteur (dedicato ad un'analisi delle
guerre in Jugoslavia, 1998), Monopoly: L'Otan à la conquête du monde
(2000). Sulla Jugoslavia ha girato anche i film "Sous les bombes de
l'Otan" e "I dannati del Kosovo". "I dannati del Kosovo": questo film è
il frutto della collaborazione fra Vanessa Stojilkovic, regista, e
Michel Collon. Vanessa Stojilkovic, venticinque anni, ha perso diversi
membri della sua famiglia durante la guerra e si è impegnata nel
montaggio del film, soprattutto per raccontare una verità oggi taciuta
dai media.