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Il revisionismo dell'Anpi
a proposito del comunicato emesso in occasione del 2 giugno
Il quotidiano Repubblica alla vigilia delle celebrazioni militariste del 2 giugno riportava la seguente dichiarazione dell'Anpi in merito alle annunciate contestazioni delle parate previste in occasione della festa della repubblica: "E ieri è arrivata la presa di posizione dell'Associazione partigiani, che pure sarà in piazza il 4 nel corteo anti Bush: "L'Anpi si augura che le manifestazioni annunciate contro la parata non si svolgano, giudicandole frutto di quell'estremismo definito in sede storica infantilmente anarchico, che fu tra le molte componenti all'origine del fascismo".
- La Repubblica -
Non ci meravigliamo più di niente. Non ci meravigliamo, quindi, che l'Associazione Nazionale Partigiani Italiani, l'associazione che raccoglie chi insorse in armi contro il nazifascismo, emetta oggi vergognosi comunicati che tradiscono sia le ragioni della propria storia che quelle dell'intelligenza.
Gli anarchici, come i dirigenti dell'ANPI ben dovrebbero sapere, sono sempre stati protagonisti nella lotta contro il fascismo e contro tutte le dittature. E hanno pagato il loro contributo di sangue e sofferenze nelle carceri, nelle isole, al confino, nell'esilio, nei campi di concentramento, in terra di Spagna e sui monti d'Italia. La loro storia è una storia di libertà e di lotta contro la coercizione e lo sfruttamento, una lotta che non è stata seconda a quella di nessun altro. Una storia di libertà e di lotta che ancora oggi continua contro la guerra e il mostro militarista.
Parlare oggi di "estremismo definito in sede storica infantilmente anarchico tra le molte componenti all'origine del fascismo" non è solo la palese mistificazione di una realtà che vide in ben altri fenomeni politici e sociali il successo di quell'infame dittatura (e ci viene da pensare, tra gli altri, al massimalismo socialista e al settarismo comunista che già prefigurava i gulag staliniani), ma anche una offesa nei confronti di tutti quei nostri compagni che dovettero subire le dure persecuzioni del ventennio.
Ma, forse, chi oggi affianca militari e prelati in occasione di celebrazioni militariste e patriottarde, non solo mistifica la nostra storia ma ha ormai smarrito anche la propria. Una storia, che, come la nostra, sebbene per strade diverse, si è snodata nella lotta a fianco degli sfruttati, dei senza potere, dei senza patria che credevano in un'umanità internazionale, emancipata dalle frontiere, dalle bandiere, dalla retorica nazionalista e dagli eserciti sanguinari che la accompagnano. Una lotta di partigiani, di ribelli, senza divise e senza mostrine ma con un amore sconfinato per la libertà.
Le vostre dichiarazioni non gettano fango sulla nostra storia ma seppelliscono in un sudario tricolore e guerrafondaio la vostra.
Reggio Emilia, 5 giugno 2004
La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana