>In questi giorni il traffico, il 'caro-benzina', il "contare di piu'
>in Europa" sono i temi che appassionano i dibattiti pubblici.
>
>E' giusto invece sapere che esistono uomini e donne che lottano per
>la terra e la dignita'.
>
>Il 55% della popolazione di Nairobi (Kenya) vive in baraccopoli che rico-
>prono solamente il 5,5% del territorio della citta'. I servizi sono pratica- >mente inesistenti e consistono in strade sterrate, rudimentali fogne,
>punti comuni d'acqua e buche per latrine condivise da circa 60 persone.
>Ogni casa ha 5-6 stanze in ognuna delle quali vive una famiglia; un
>lenzuolo divide la zona giorno dalla zona notte, il pavimento e' fatto di
>terra oppure, nei casi migliori, di cemento.
>
>A Korogocho oltre il 65% dei residenti paga l'affitto e il governo puo'
>"sbaraccare" con un preavviso di 48 ore per poi spianare tutto. Chi abita in >baraccopoli vive "in perdita": della terra, della casa, del villaggio ossia
>degli attributi dell'identita', della relazione e della memoria legati ad un >luogo.
>
>
>Denunciamo all'opinione pubblica internazionale che il governo del Kenya ha
>deciso senza congruo preavviso, ed entro pochi giorni, la demolizione di
>decine
>di migliaia di strutture (baracche, scuole, chiese, centri comunitari,
>cliniche,
>mercatini, ecc.) che provocheranno lo sgombero forzato di oltre 354.000
>persone
>da Kibera, Korogocho, Kahawa Soweto, Kamae, Kware, Kamwanya, Kanguku, Kandutu, >City Cotton, Mutumba, Kareru, Kirigu, Muria-Mbogo, Mutego, Njiku e altri,
>tra i
>più popolati dei 168 slums di Nairobi. Altri sgomberi sono previsti in
>tutto il
>paese.
>
>Lo scopo dichiarato dal governo e' la costruzione di tangenziale, ferrovia e >l'ammodernamento della rete elettrica ma non sono state offerte
>alternative ne'
>compensazioni alle persone, i pii' poveri della citta', che vivono
>precariamente
>di lavori informali e piccolo commercio.
>
>La campagna internazionale "Viva Nairobi Viva!" lanciata dai alcune organiz- >zazioni internazionali si propone di fermare le demolizioni e gli sgomberi
>programmati. Per frenare la decisione del governo del Kenya e per ottenere
>sistemazioni migliori e' in corso una petizione.
>
>La campagna ha finora superato quota 5.000 adesioni e sta dando i suoi frutti: >gli abitanti degli slum di Nairobi si sentono meno soli, hanno piu' fiducia
>nel-
>la solidarieta' e la questione e' di dominio pubblico a livello nazionale ed >internazionale. Perciò il governo del Kenya e' stato costretto a fermare
>temporaneamente le demolizioni, anche se non si decide ad imboccare la via
>che in molti stiamo indicando, cioe' la ridiscussione dei piani urbanistici
>e di messa in sicurezza degli slum partendo dai diretti interessati.
>
>Si sono occupati del caso gli istituti missionari in Italia e all'estero, ONG >italiane ed europee e giornali come 'Repubblica', 'The Guardian' e 'Daily
>Nation'
>
>Per firmare l'appello cliccare su: http://www.unimondo.org/appellonairobi/ >
>Per altre informazioni:
>http://www.habitants.org/IAI >http://www.oneworld.net/article/view/86939/1/ >http://www.giovaniemissione.it/mondo/campagnanosfrattohome.htm >