[Lecce-sf] mandato di don ciotti ad agnoletto

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Aihe: [Lecce-sf] mandato di don ciotti ad agnoletto

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From: "antonio bruno" <bruno@???>
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Sent: Thursday, June 03, 2004 7:45 AM
Subject: mandato di don ciotti ad agnoletto


Il "mandato" che don Luigi Ciotti, da cristiano e da operatore sociale, ha
affidato a Vittorio Agnoletto candidato alle elezioni europee come
indipendente nelle liste di Rifondazione Comunista nel Nordovest e nel
Sud (intervento svolto a Milano il 16 maggio)

Sulle "e", non sulle "o"
"Generosità ed impegno", "tutela della salute e dell'ambiente", "attenzione
al locale e al globale", "giustizia e diritti", "voglia di servizio e
passione per la politica": queste ti auguro che continuino ad essere le tue
linee guida. In questi anni Vittorio ha avuto il pregio di lavorare sulle
"e" non sulle "o", cercando di costruire rapporti, relazioni,
collaborazioni. L'impegno sul G8 di Genova è stato un esempio. Insieme ad
altri lo abbiamo condiviso anche nelle giornate più amare e difficili. E'
stato importante coniugare la solidarietà e la giustizia. Il movimento è la
più grande espressione di "e", non di "o", di realtà, contesti, che si sono
messi insieme. Il futuro sarà possibile con questa vocale, con questa
piccola congiunzione "e". Solo così sarà possibile il cambiamento che non
può essere opera di navigatori solitari, è invece necessario lavorare per
costruire ponti insieme. Vittorio ha rappresentato tutto questo, anche in
giornate difficili. Ti hanno attaccato, hanno individuato nella tua
persona, e in pochi altri, l'obiettivo da colpire, quando ha fatto comodo.
L'unico consiglio che ti posso esprimere in questa gioia di condividere le
"e", non le "o", è questo: non andare a trasmissioni televisive che sono
pronte per strumentalizzarti. So che lo fai perché sei generoso ... lascia
stare, lasciali stare. Lascia che si facciano male da soli. La "e" è stato
il dono che tu ci hai fatto.
L'augurio da un signore della strada
Ma permettimi che l'augurio più provocante per la tua campagna lo faccia un
signore vecchio di settanta anni, di cui non conosco il nome, che fa parte
del popolo della strada. L' ho conosciuto a Torino in via Po, dentro alla
sua scatola di cartone, i suoi quattro stracci. Proprio un povero Cristo,
uno dei tanti crocifissi che incontriamo nelle nostre strade. Credo che sia
lui, questa sera, a farti gli auguri. Non so se andrà a votare, non ci
interessa. Questo signore, che ho incontrato con la sua disperazione e con
la sua intelligenza, sotto le feste natalizie, stanco di chiedere elemosine
aveva scritto un grande cartello alle sue spalle:
"Mi crea più sofferenza la vostra indifferenza, che la mia pancia vuota".
Non ci è chiesto solo di essere buoni, ma di essere giusti! Porta in Europa
questa dimensione della giustizia. Tanti pensano che basta solo un poco di
bontà! Al G8 di Genova abbiamo verificato che a fronte alla promessa di 7
miliardi di dollari destinati alla lotta contro Aids per due anni,
l'effettiva spesa è stata di 110 milioni di dollari; cioè niente!
Giustizia e verità
Siamo coscienti che non si può costruire giustizia senza ricerca della
verità! Vittorio ha fatto questo, dicendo cose contro corrente. Non venga
mai meno anche in quelle aule europee. Parlando con un candidato sindaco
gli ho detto di essere un sindaco fuori dal comune. Cioè di essere capace
di stare non solo nel "palazzo", ma di confrontarsi con la storia delle
persone, che non venga mai meno questo faccia a faccia con le persone.
Quante persone abbiamo visto in questi anni che condividevano le nostre
idee e poi ci hanno tradito andando a votare in senso contrario al mandato
assunto insieme. Tutto questo perché bisognava "mediare". Mediare che cosa?
Mediare sulla pelle delle persone? Calpestando la loro dignità? L'impegno
che sento, condiviso in tante battaglie, è quello per costruire questa
giustizia. Batterci per questi diritti, assumendoci la nostra parte di
dovere e responsabilità, ma anche nella coscienza che prima del diritto c'è
la dignità umana. Che prima, sempre prima, c'è una risposta di dignità
umana.


Non ti lasceremo tranquillo
Credo che non ti lasceremo solo. Con un po' di presunzione dico, citando
don Milani che scrive a Pivetta, "una volta raggiunto un traguardo di
servizio nell'impegno politico, allora io non ti lascerò tranquillo". E,
caro Vittorio, tu lo sai, anche in questi anni in cui non sempre siamo
stati d'accordo l'amicizia non è mai venuta meno perché fatta di queste
verità, a volte scomode. E sono qui per affetto alla tua persona. Mi dicono
che sono di parte? Certo che lo sono, vorrei ben vedere! Abbiamo detto
loro, che se votavano in un certo modo non li avremmo più votati. Oggi
tutti che chiamano! Vergognosi! L'entrata in guerra dell'Italia è stata
fatta con la modifica della legge 185 sul traffico delle armi. E'
quello il passaggio!
Tre scelte da non perdere mai
Ricordo quando dopo Genova, chiuso nella tua casa a Milano, da Torino ti ho
raggiunto. Eri in una totale solitudine e disperazione: minacciato,
giudicato, etichettato. Oggi ti esprimiamo gratitudine perché, nonostante
quella sofferenza che tutti abbiamo provato profondamente, quella scelta di
essere a Genova in quel modo, ci permette oggi di essere qui a ragionare,
riflettere insieme per una Europa diversa. Alcuni contenuti, nonostante
tutto, sono passati grazie a questo lavoro. Vittorio, non perdere mai per
strada tre scelte di politica sociale.
1 - L'impegno che abbiamo condiviso in questi anni è stato quello di
liberare i poveri. La libertà dal bisogno : questo è il nostro impegno! La
riduzione di stati di indigenza e precarietà. In Europa i dati sono
veramente impressionanti. La rimozione degli ostacoli che creano questa
situazione.
2 - Integrare gli esclusi, che significa realizzare la pienezza della
cittadinanza per chi è ai margini. I diritti sociali, civili e politici
siano veramente garantiti, non rimangano solo diritti sulla carta nella
Costituzione europea.
3 - Socializzare gli inclusi. Significa una società solidale giusta. Non si
è cittadini se siamo piegati in noi stessi. Ci vuole la corresponsabilità.
Non vogliamo essere i delegati che si occupano degli esclusi, vogliamo
costruire insieme dei percorsi, far crescere anche il grado di conoscenza,
consapevolezza, insieme agli inclusi. Non abbiamo solo parlato a chi era ai
margini, ma anche in scuole, università, movimenti, associazioni, etc. Caro
Vittorio, queste tre dimensioni, che abbiamo condiviso in questi anni
insieme a tanti altri, portale con forza in Europa.
Diritto alla vita è diritto alla pace
Oggi, più che mai, sentiamo il bisogno di gridare il diritto alla vita, che
è poi il diritto alla pace. Il diritto alla vita delle persone non venga
annientato da facili scorciatoie, come avviene e come è avvenuto. Vita: tu
mi insegni che non significa solo migliorare le condizioni di vita, c'è
anche il diritto a che la vita non venga tolta. L'Onu parla di 27 milioni
di schiavi sulla terra e forme di schiavitù sono presenti anche nel nostro
Paese. La pena di morte è rimasta in Paesi democratici : le guerre, il
traffico delle armi, il traffico di esseri umani vedono coinvolte anche le
nostre realtà. Il problema dei rifiuti, del riciclaggio, delle eco-mafie,
il problema delle carceri! Perché la vita non venga tolta. Non si uccide
solo con la morte fisica, c'è un altro modo di uccidere: l'usura, il pizzo,
la droga, lo sfruttamento della prostituzione. I centri di accoglienza
temporanei sono una vergogna: umiliano e uccidono la storia di molte
persone. Le mafie : 700 morti di mafia in cinque anni, ma questa è guerra.
Una guerra quotidiana che non fa notizia. E 5000 giovani morti di droga
negli ultimi cinque anni, il numero è calato rispetto al passato, ma sono
pur sempre 5000 persone. Quello della droga è un traffico in mano alla
grande criminalità, alle mafie. L'unico mercato al mondo che non ha mai
avuto una flessione. La droga ha sempre un "più" ! Qualcuno dovrà spiegarci
le strategie, le grandi operazioni occulte che si nascondono dietro! Un
altro e lungo elenco: penso ai 3500 morti accertati,
che non sono riusciti a raggiungere la fortezza Europa, morti sui Tir, ai
confini, nei nostri mari.
Costituzione italiana: l'articolo 3
Vittorio, andando in Europa ti porterai, come sempre hai fatto,
l'inquietudine di un articolo 3 della nostra Costituzione dove c'è un
valore inscritto: l'uguaglianza, che oggi rischia, in particolare nel
nostro Paese e non solo, di non essere più un valore, bensì un disvalore
considerato dentro questo sistema. Noi troviamo che diritti fondamentali
della nostra Costituzione sono in balia delle variabili politiche e del
mercato. Sono diritti: punto e basta! Ma sono diritti sempre più deboli.
La Costituzione europea: per una democrazia sostanziale, non di carta
Nel loro complesso le istituzioni europee restano di fatto, è giusto
riconoscerlo, un baluardo a tutela dello Stato di diritto, della legalità.
Ma bisogna che queste tutele funzionino. Per esempio c'è quella a difesa
della libera informazione; in Europa un richiamo all'Italia è stato fatto
in questo senso. Meno informazione significa meno democrazia, significa
avere meno possibilità di poter conoscere e di potere decidere. Nel nostro
paese la libera informazione è mortificata. Esiste in Europa anche la Carta
dei diritti fondamentali ma gli egoismi delle varie nazioni non hanno
permesso di fare il passo successivo, quello di sottoporre effettivamente
questi diritti alla Corte di Giustizia europea. C'è una specie di
"nazionalizzazione" dei diritti perché, dopo averli affermati in Europa,
verranno applicati ed esercitati con le leggi di ciascun paese . Chi ha
sperato che sul lavoro, la droga, la salute quei diritti avessero un
respiro europeo si trova con tutele ancora dipendenti dalle rispettive
leggi nazionali. Questo, credo, sia uno dei punti più inquietanti.
Il Vangelo
Lascia che prenda in mano, per un attimo, con grande forza il Vangelo: è la
mia vita!. Le mani bisogna sporcarsele. Siamo chiamati a cercare giustizia.
Caro Vittorio, recentemente tante persone ci hanno detto che la politica è
fatta, necessariamente, di mediazioni! No, proprio no!. Troppe volte
cerchiamo equilibri, tattiche, strategie, mediazioni, con il rischio che,
strada facendo, perdiamo di vista la giustizia.
Mi riempie di gioia il capitolo 18 del Vangelo di Giovanni perché quel
furbacchione del Padre eterno frega tutti! Il Vangelo di Giovanni dice
"chiunque è nella verità ascolta la mia Parola". E' questa la cosa grande.
Forse ci saremmo aspettati che il Signore dicesse " chi ascolta la mia
Parola è nella verità". Lui no! Allarga, va contro tutti! Non chi ascolta
la sua Parola è nella verità, ma "chiunque è nella verità ascolta la mia
Parola". E' lo stare e l'abitare nella verità intesa come disponibilità a
cercare giustizia, a non usare l'altro per i propri interessi che permette
di comprendere la sua voce, la sua Parola. Chiunque di noi vive nella
verità, si sporca le mani, si butta nei problemi; quanti lo fanno
comprenderanno la sua voce, la sua Parola. Questo è anche il senso del mio
augurio, Vittorio. Ti auguro di capace di essere sempre analfabeta della
tua vita: analfabeta! Nel senso di non sentirti mai a posto, mai arrivato,
sempre con più dubbi e interrogativi. Con la tua capacità di essere una
persona che ha sempre studiato, che non si è limitata ad un'esperienza, ma
sei sceso in profondità. Anche in quei "palazzi" questa dimensione non ti
venga mai meno! E tu sai che "la politica è la più alta forma di carità"
come diceva Paolo VI. Il servizio alla collettività, al bene comune, alla
città, è un impegno che dovrebbe essere di tutti. Tu lo assumi, con un
gradino più alto di impegno, noi ti accompagneremo, come saremo capaci, in
questa Europa che ha bisogno di questa chiarezza, fermezza e speranza.

Appoggiano, tra i tanti, la candidatura di Vittorio Agnoletto Vittorio
Bellavite, Mauro Castagnaro, Peppino Concione, don Andrea Gallo, Giulio
Girardi, Eugenio Melandri, Adele e Carlo Rossi, Sabina Siniscalchi, Gianni
Tognoni

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"Eppure il vento soffia ancora...."

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antonio bruno FORUM AMBIENTALISTA MOVIMENTO ROSSO VERDE 339 3442011
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www.veritagiustizia.it su cui c'e' una rassegna stampa sull'argomento
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